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Cronaca

Roma, mega truffa sulla differenziata non raccolta: l’amministrazione Raggi tace

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Le Iene denunciano una mega truffa della raccolta differenziata per le utenze non domestiche della Capitale.

Il servizio di Filippo Roma ha mostrato i dipendenti della società Roma Multiservizi controllata da AMA che a sua volta è controllata dal Comune di Roma che, su preciso ordine dei dirigenti, “beggiano e scappano”, ovvero fanno passare la tesserina sul codice a barre presente davanti ai negozi ma non prendono poi l’immondizia che si trova nei “bidoncini” che ammorbano i marciapiedi dell’intera città perché questo sistema permette loro di “strisciare” più spesso il badge (fino a 200 volte a notte) da cui dipende il pagamento del servizio da parte dell’AMA.

Le Iene, la truffa della differenziata non raccolta e Virginia Raggi che scappa

Il sistema si va a inserire all’interno di una realtà in cui il cittadino romano paga una delle tariffe rifiuti più alte d’Italia mentre la città è ridotta “una merda”, come ha detto la stessa sindaca Raggi in una registrazione clandestina effettuata dall’ex amministratore dell’AMA Lorenzo Bagnacani e consegnata al tribunale. Il tutto è certificato nella chat su Whatsapp “Spara e scappa” che mette in contatto lavoratori e dirigenti i quali incitano le maestranze a fare esattamente quello che viene denunciato nei filmati.
Roma va a chiedere conto di quanto accade nella sede AMA di via Calderon de la Barca e qui viene mostrata una scena surreale: mentre parla con Marcello Bronzetti, responsabile servizio prevenzione e sicurezza AMA, e gli chiede conto del fatto che Roma Multiservizi non stia raccogliendo i rifiuti ma solo “sparando (il badge, ndr) e scappando“, c’è una voce che dice “Questo non è giornalismo, però”.

Alberto Angela dovrebbe fare uno dei suoi documentari sugli addetti stampa delle aziende municipalizzate e delle istituzioni romane che ogni volta che un loro dirigente viene messo in difficoltà da domande diventa improvvisamente un sommelier del giornalismo e spiega al professionista come deve fare il suo mestiere dall’alto del fatto che il suo stipendio viene appunto pagato dalle tasse dei romani mentre Roma è ridotta una monnezza. Invece di stare zitto e andare a lavorare, l’addetto ai rapporti con la stampa a Roma normalmente cerca di ostacolare il lavoro dei colleghi (che lavorano) insultandoli e tentando di spiegare loro come si lavora (in tv, nei giornali, sui siti online) invece di spiegarci perché loro non lavorano e noi romani paghiamo le tasse per garantire i loro stipendi.

L’incontro e la Grande Fuga di Virginia Raggi

Il servizio prosegue con l’incontro tra Roma e Virginia Raggi, la quale, messa di fronte ai filmati che mostrano gli operatori di Roma Multiservizi che non raccolgono i rifiuti chiede ripetutamente alla Iena se è andato in procura a denunciare e poi gli dice che lo attende in Campidoglio con i video per farseli consegnare e fare un esposto in procura per truffa. La sindaca dice a Roma di contattare “i suoi” per definire un appuntamento in Comune per la consegna dei filmati.

Ebbene, inutile dirvi che le successive telefonate e i messaggi di Filippo Roma a Teodoro Fulgione per fissare un appuntamento con la sindaca, a differenza delle promesse di Raggi, rimangono senza risposta.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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