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Cronaca

Omicidio Ilaria Alpi: assolto Omar Hassan, parla in esclusiva il suo Avvocato

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Tempo di lettura 3 minuti Avv: "Noi abbiamo sempre creduto nella sua innocenza, abbiamo sempre combattuto per arrivare a questo traguardo"

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di Angelo Barraco
 
Roma – Omar Hashi Hassan, unico condannato per l’omicidio di Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin, è stato “Assolto per non aver commesso il fatto”. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Perugia che nel processo di revisione ha fatto cadere le accuse che pendevano sull’uomo che ha sempre proclamato la sua innocenza nel corso di questi 16 anni di detenzione che ha scontato dei 26 che gli erano stati inflitti per l’omicidio. La Corte d’Appello di Perugia ha disposto inoltre la revoca di qualsiasi forma di limitazione della libertà personale. Dopo la lettura della sentenza, Hassan ha abbracciato Luciana Alpi, la mamma di Ilaria e ha dichiarato: “Sono felice. Dopo oltre 17 anni di carcere ho potuto dimostrare la mia innocenza grazie ai miei tre avvocati che mi sono stati sempre vicino e non mi hanno abbandonato, neppure nei momenti difficili. Finalmente è stata fatta giustizia”. Luciana Alpi, la mamma di Ilaria, ha commentato così l’assoluzione di Hassan: “Sono molto contenta per Omar Hashi Hassan che da oggi è finalmente libero, anche noi come parte civile ci siamo batturi perché venisse riconosciuta la sua innocenza. Tuttavia, se è una grande giornata per lui, da parte mia devo dire che sono molto amareggiata e depressa” ha poi aggiunto “Ormai sono convinta che sulla morte di mia figlia e di Miran Hrovatin non à stato fatto nulla a livello di indagine. Sul caso si sono alternati negli anni ben cinque magistrati e tre procuratori. Eppure, nessuno è riuscito a porre fine alle troppe bugie, ai troppi depistaggi che hanno caratterizzato questa vicenda. Io sono stanca” precisando che “sono sola dopo aver perso mio marito sei anni fa e non sto neanche tanto bene. Parlerò con il mio avvocato per decidere che cosa fare. Personalmente ho l'impressione che gli inquirenti non siano mai stati interessati a scoprire la verità. Gelle ad esempio, non è mai entrato in un'aula di giustizia e questa cosa la trovo veramente vergognosa. La rogatoria, fatta dopo 16 mesi per interrogare questo soggetto, non dice niente, non vale più niente”. L’avvocato della parte civile ha precisato inoltre: “Questa sentenza darà dispiacere sia a quelli che avevano pensato di poter addebitare definitivamente ad Omar Hashi Hassan il ruolo di killer sia a quelli che basandosi sulla falsa testimonianza di Gelle hanno sostenuto la teoria dell'omicidio casuale. Questa decisione dovrà dare un nuovo impulso alle indagini in corso da parte della Procura di Roma per l'accertamento dei veri colpevoli. Vorrei aggiungere che in un momento in cui i giornalisti vengono spesso accusati di intralciare il lavoro dell'amministrazione giudiziaria, questa vicenda ha dimostrato quanto possa essere prezioso il contributo dei bravi cronisti come quelli di "Chi l'ha visto?”.
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo intervistato in esclusiva Natale Caputo, Avvocato di Omar Hashi Hassan che ci ha parlato dell’assoluzione del suo assistito dopo 16 anni di carcere.
 
– Omar Hashi Hassan è stato assolto “per non aver commesso il fatto”: come avete accolto la notizia?
Noi abbiamo sempre creduto nella sua innocenza, abbiamo sempre combattuto per arrivare a questo traguardo. Eravamo sicuro che non c’entrasse nulla e quindi immagina come l’abbiamo accolto e come l’ha accolto lui questo verdetto.
 
– In questi anni che idea vi siete fatti in merito all’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin?
Io personalmente mi sono fatto l’idea che sia uno di quei delitti avvolti dal mistero, i cosiddetti misteri di Stato per cui chissà cosa c’è dietro, ci sono sempre questi servizi deviati, queste lotte politiche e quindi personalmente io credo che sia un delitto maturato in ambienti politici.
 
– Hassan come sta oggi dopo l’assoluzione?
Sta benissimo, finalmente è un uomo libero e quindi può tranquillamente circolare per il mondo. Adesso gli restituiranno i documenti in modo che possa stare in Italia oppure vuole andare giù, adesso vediamo…
 
– Quali saranno le prossime mosse? Tempo fa era stato rintracciato Gelle e grazie a ciò si è arrivati all’assoluzione di Hassan…
Le prossime mosse che ci riguardano non riguarderanno assolutamente nessun procedimento nei confronti di Gelle, questo non ci interessa più ormai. Vedremo di attivare una procedura che è prevista dal codice di procedura penale che è la riparazione dell’errore giudiziario. Quando la sentenza andrà definitiva si può attivare quella procedura in modo tale che abbia un ristoro dei danni che ha subito, degli ingenti danni che ha subito alla sua persona. 

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Cronaca

Roma, San Paolo: due ladre tentano di investire la commessa di un negozio dopo la rapina

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ROMA – Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Roma Garbatella sono intervenuti in viale Leonardo Da Vinci, arrestando due donne romane, di 20 e 30 anni, appartenenti a una nota famiglia di nomadi stanziali, con precedenti penali e disoccupate. Le due sono gravemente indiziate di rapina aggravata in concorso.
 
L’episodio è iniziato quando i titolari di un negozio di casalinghi, gestito da cittadini cinesi nel quartiere San Paolo, hanno denunciato che le due donne avevano sottratto diversi articoli per la casa. Una dipendente del negozio, notando il furto, ha cercato di fermarle, ma le due donne, nel tentativo di fuggire, sono salite a bordo della loro auto e hanno cercato di investirla.
 
I Carabinieri, giunti rapidamente sul posto, sono riusciti a bloccare le ladre. La refurtiva, trovata all’interno dell’auto, è stata restituita ai legittimi proprietari. Fortunatamente, la coraggiosa dipendente, visitata dai sanitari del 118, non ha riportato ferite.
 
Successivi accertamenti hanno rivelato che la 30enne era alla guida dell’auto senza patente, mai conseguita, motivo per cui è stata anche sanzionata per violazione al codice della strada. Il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto gli arresti domiciliari per entrambe le donne.
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Castelli Romani

Rocca Priora, arrestati due uomini sorpresi a sotterrare telai di auto rubate

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I Carabinieri della Stazione di Rocca Priora hanno arrestato due uomini italiani, rispettivamente di 59 e 67 anni, entrambi con precedenti penali, accusati di riciclaggio. L’operazione è avvenuta durante un normale servizio di pattugliamento del territorio, quando i militari hanno notato i sospetti intenti a scavare una buca con una ruspa in un terreno situato lungo la via Tuscolana, al chilometro 32. All’interno della buca, i Carabinieri hanno scoperto quattro telai completi di autovetture, successivamente identificati come proventi di furto.
 
Successivamente, i militari hanno eseguito una perquisizione in un capannone nei pressi del luogo del ritrovamento, anch’esso nella disponibilità dei due uomini arrestati. All’interno del capannone, sono state rinvenute numerose parti di veicoli smontati e privi di matricola, le quali sono state immediatamente sequestrate per ulteriori verifiche.
 
I due uomini arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, in attesa dell’udienza di convalida. Le autorità stanno proseguendo le indagini per chiarire ulteriormente la portata dell’attività illegale e identificare eventuali complici.
 
 
 
 
 
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Epidemia di Peste Suina, cresce la rivolta degli allevatori: il Ministro Lollobrigida nel mirino

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Il ministro dell’Agricoltura accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza

L’epidemia di peste suina sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Nord Italia, con nuovi focolai che si diffondono in Lombardia e Piemonte, alimentando rabbia e frustrazione tra i produttori. Nonostante l’adozione di nuove misure di sicurezza da parte del Commissario straordinario Giovanni Filippini, la situazione continua a peggiorare, con 26 allevamenti contaminati solo in Lombardia, coinvolgendo le province di Pavia, Milano e Lodi.

La diffusione del virus in queste aree altamente densamente popolate da suini, che contano circa 4,5 milioni di capi, ha suscitato un’ondata di proteste da parte degli allevatori, già provati da oltre due anni di gestione considerata fallimentare dell’emergenza. Assosuini, una delle principali associazioni di settore, ha espresso la propria indignazione, lamentando che gli allarmi lanciati dagli allevatori sono stati ignorati per troppo tempo, lasciandoli ora a dover affrontare costi insostenibili e una situazione sanitaria al limite.

La tensione è ulteriormente aggravata dalla critica dei vertici di Coldiretti, che chiedono l’immediata erogazione degli indennizzi alle aziende colpite e certezze sui rimborsi per chi è costretto a sospendere l’attività. Le nuove regole imposte dal commissario includono il divieto di movimentazione degli animali e l’accesso agli allevamenti nelle aree di restrizione, nonché la possibilità di abbattimenti preventivi in caso di rischio di contagio. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana, con molti allevatori che si sentono abbandonati dalle istituzioni.

La critica si è rivolta anche verso il governo, e in particolare verso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza. L’Eu Veterinary Emergency Team, gruppo di esperti della Commissione Europea, ha recentemente bocciato la strategia adottata, suggerendo che sarebbe stato più efficace un approccio basato sul monitoraggio e sul contenimento geografico dei cinghiali, piuttosto che sulla caccia.

Dichiarazioni recenti del ministro Lollobrigida, riportate dai media, sottolineano l’impegno del governo nel fronteggiare la crisi, pur ammettendo le difficoltà incontrate. Lollobrigida ha ribadito l’importanza delle nuove misure di biosicurezza e ha promesso un maggiore supporto agli allevatori, ma per molti queste rassicurazioni arrivano troppo tardi.

Con l’aumento dei focolai, l’epidemia di peste suina si sta trasformando in una catastrofe economica e sanitaria, con conseguenze che potrebbero essere devastanti non solo per il settore zootecnico, ma anche per l’intera economia delle regioni colpite.

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