RAGUSA – Trent’anni a Veronica Panarello per l’omicidio di suo figlio, il piccolo Loris Stival il quale, secondo la sentenza del Gup Andrea Reale, è stato strangolato dalla madre prima di essere gettato in un canalone in provincia di Ragusa. Il delitto è avvenuto due anni fa e in quest’arco di tempo Panarello ha cambiato versione più volte, la primissima è stata che la donna non ha trovato più suo figlio all’uscita di scuola, mentre l’ultima che non è stata lei a uccidere il figlio bensì suo suocero con il quale la stessa Veronica Panarello ha confessato di avere una relazione. Dunque secondo la donna, suo suocero avrebbe ucciso il nipote perché aveva scoperto la loro relazione clandestina e Veronica stessa lo avrebbe aiutato ad occultare il cadavere. Con il progredire delle investigazioni, pian piano, le telecamere hanno raccontato un’altra verità, immortalando il tragitto di Veronica Panarello quella tragica mattina: Loris non ci è purtroppo mai andato a scuola e sua madre, dopo averlo strangolato, lo ha gettato come fosse immondizia in un canale per poi montare la sceneggiata della scomparsa. Almeno questo è stato l’impianto accusatorio confermato con la sentenza a 30 anni formulata lunedì 17 ottobre 2016 dopo più di quattro ore di camera di consiglio, nell'aula del tribunale di Ragusa. Diversi particolari non sono ancora emersi dopo la pronunziazione di ieri, ed è per questo che L’Osservatore d’Italia ha inteso intervistare l’Avvocato di Davide Stival Daniele Scrofani.
Salve Avvocato, immaginiamo che la sentenza del giudice sia fedele alle vostre aspettative oppure ci sbagliamo?
Certo, ci riteniamo soddisfatti sebbene il giudice abbia escluso l’aggravante della premeditazione ma diciamo che l’impianto accusatorio ha retto. Ritengo soprattutto importante il fatto che, dopo le varie versioni fornite da Panarello in tutto questo tempo, sia stata disposta la trasmissione degli atti in Procura per procedere per calunnia della stessa nei confronti del suocero
È vero che Davide Stival, ha chiesto la separazione e un risarcimento da due milioni di euro?
La separazione formalmente non è stata richiesta però stiamo preparando il ricorso per separazione giudiziale e a breve sarà pronto. Il giudice ha disposto una provvisionale sul risarcimento che verrà liquidato dal giudice civile ovviamente parliamo di un risarcimento “virtuale”, perché la signora Panarello non è in grado di sostenere il pagamento di queste cifre, si tratta di un’azione più che altro simbolica. Il fatto del risarcimento forse è passato in secondo piano rispetto alla condanna a 30 anni ma ieri il Giudice ha condannato la signora Panarello a rifondere 250 mila euro a Davide Stival e 100 mila sempre allo stesso quale padre esercente la potestà sul figlio minore di 4 anni. In più Panarello è stata condannata a rifondere 100 mila a ciascuno dei nonni paterni del piccolo Loris
Davide Stival crede alle accuse che la signora Panarello rivolge a suo suocero? Padre e figlio si parlano?
No assolutamente Davide Stival non crede alle accuse di Veronica Panarello. Tra Davide Stival e il padre c’è una sospensione di rapporti che però intendo ben specificare è precedente alle accuse di Veronica Panarello. I due hanno avuto delle incomprensioni, si tratta di rapporti di famiglia che nulla hanno a che fare con questa tragedia.
Ricordiamo che Andra Stival è in veste di indagato in un fascicolo stralcio non ancora archiviato oltre che ad essere stato parte civile nel processo. Lei Avvocato come vede la posizione del padre del signor Davide Stival?
Una volta che il giudice ha disposto la trascrizione degli atti per calunnia ritengo che la posizione di Andrea Stival sia segnata verso l’archiviazione.
La perizia psichiatrica ha definito la signora Panarello una persona con una "personalità non armonica" ma "capace di intendere e di partecipare al processo". Anche voi ritenete abbia agito da sola?
La sentenza dice questo, del resto dalle innumerevoli prove acquisite vediamo che non vi sono altre persone che escono dal palazzo oltre i condomini quella mattina. Dunque noi ci affidiamo alla sentenza che appunto dice che Veronica Panarello ha commesso da sola l’omicidio.
Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano. La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza. All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro. Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.
Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.
“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale. Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.INGRESSO ALLA VILLETTA
Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta. Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.
PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI
Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))
panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese
“Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”. “So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!“ “Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK
Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”. “Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza! Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI
Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano. Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano. In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile. Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”. C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale? Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati. Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie
E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine
Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato Anche in questo caso vi terremo aggiornati.
Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.