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Esteri

Nobel della Pace al presidente colombiano Juan Manuel Santos

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Tempo di lettura 3 minuti Il suo impegno per mettere fine alla guerra civile è stato riconosciuto dal comitato per il Nobel norvegese

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Redazione

Un premio agli "sforzi tenaci", ma anche un incoraggiamento a non gettare la spugna: è questo il significato del Premio Nobel per la Pace, assegnato quest'anno al presidente colombiano, Juan Manuel Santos, per il suo accordo con la guerriglia Farc, clamorosamente bocciato dal referendum popolare di domenica scorsa. Ma il comitato per il Nobel norvegese ha voluto ugualmente premiare l'impegno di Santos a mettere fine a una guerra civile costata la vita a oltre 220mila colombiani e che ha costretto alla fuga dalle loro case oltre 6 milioni di persone. Dopo il 'no' dei colombiani al referendum di ratifica dell'accordo di pace con le Farc, le quotazioni di Manuel Santos erano decisamente crollate come candidato 'papabile' al Nobel per la Pace. I negoziati con la guerriglia delle Farc erano iniziati 4 anni fa e l'accordo era stato siglato il 26 settembre. Il Comitato del Nobel ha voluto sottolineare che il candidato colombiano, "nonostante l'accordo fosse molto controverso, abbia voluto ugualmente sottoporlo al voto". "L'unico premio a cui aspiriamo è la pace con giustizia sociale per la Colombia, senza gruppi paramilitari di estrema destra, senza rappresaglie contro i ribelli di sinistra, o bugie. Pace nelle strade", ha commentato sul suo profilo Twitter il leader delle Farc, Timoleon Jimenez. Pur se con un'elevata astensione, l'accordo è stato bocciato al referendum, grazie anche alla campagna demolitoria compiuta dall'ex presidente, Alvaro Uribe. "Il fatto che una grande maggioranza di votanti abbia detto 'no' al accordo di pace non significa necessariamente che il processo di pace sia morto", ha sottolineato il Comitato dei Nobel. "Il referendum non è stato un voto a favore o contro la pace. Quello che il 'no' ha rifiutato è stato l'accordo specifico, ma non il desiderio di pace. Il comitato del Nobel ha sottolineato inoltre il fatto che adesso il presidente Santos ha invitato tutte le parti a partecipare a un dialogo nazionale che abbia come obiettivo l'avanzamento del processo. "E anche quelli che si sono opposti nel plebiscito hanno applaudito a questa iniziativa". Adesso il Comitato dei Nobel "spera che tutti i partecipanti condividano la loro parte di responsabilità e cooperino in modo costruttivo alle riunioni di pace che si celebreranno prossimamente".Un premio, dunque, che incoraggia "un processo pià che un risultato", come ha detto la stessa presidente del comitato, la signora Kaci Kullmann Five, "un riconoscimento al lavoro del presidente e anche un forte incoraggiamento a tutte le forze implicate nel processo perche' vadano avanti". Un premio che vuole essere "un omaggio al popolo colombiano che nonostante le grandi difficoltà non ha mai rinunciato alla speranza di una pace giusta e a tutte le parti che hanno partecipato". Non sono state premiate le Farc, e del resto sarebbe stato impossibile premiare un movimento di guerriglia. Il Premio, nonostante il no al referendum da parte della popolazione, non va letto come un affronto ai colombiani: "Al contrario", ha detto ancora la presidente del comitato, "rispettiamo il processo democratico e il voto, ma il popolo della Colombia non ha detto 'no' alla pace, ma 'no' a questo accordo specifico. Noi ci auguriamo che adesso ci sia un processo di apertura al dialogo, che si apra questo dialogo alle diverse parti della società colombiane e che il processo sia portato avanti". "Oggi esiste un pericolo reale che il processo di pace si interrompa", ha aggiunto, e che "la guerra civile riprenda", il che "rende ancora piu' urgente il rispetto del cessate il fuoco da parte dei soggetti implicati, guidati dal presidente Santos e dal capo della guerriglia delle Farc, Rodrogo Londono", meglio noto come Timochenko.L'assegnazione del Nobel per la pace al presidente colombiano è piombata a sorpresa sulle ambizioni degli isolani greci e sugli artefici dell'accordo sul nucleare iraniano. Gli esperti avevano escluso Calderon e le Farc dalla short list dei candidati a causa della bocciatura dell'accordo di pace nel referendum. Nella corsa al Nobel per la Pace erano tornati in gara i soliti contendenti, con alcune sorprese come Angela Merkel, data per favorita dai bookmaker, e altri più scontati come i negoziatori che chiudendo l'accordo sul nucleare hanno di fatto disinnescato l'ordigno atomico su cui Teheran cercava di mettere le mani.

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Esteri

Trump in vantaggio su Biden: ecco gli ultimi sondaggi

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Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden nei sette principali Stati in bilico.

Lo rivela l’ultimo sondaggio del New York Times. Si tratta in particolare di Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Il margine più stretto è in Michigan, dove il tycoon ha il 42% delle preferenze contro il 40% del presidente, e in Pennsylvania (43% contro 40%). 

Quasi i due terzi dei democratici ritengono che Joe Biden dovrebbe ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca e consentire al partito di nominare un altro candidato. E’ quanto rileva un sondaggio di Ap-Nord Center for Public Affairs Research. 

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Cronaca

Libano, visita del Cardinale Parolin alle strutture umanitarie dell’Ordine di Malta

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Spirito di vicinanza e comunione d’intenti al centro del ciclo ravvicinato di incontri tra il Governo dell’Ordine di Malta e la Santa Sede iniziato con l’arrivo del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, in Libano per visitare le opere assistenziali del Sovrano Ordine di Malta, e che si è concluso il 27 giugno proprio in concomitanza con il vertice di Stato in Vaticano tra Papa Francesco e il Gran Maestro dell’Ordine, Frà John Dunlup.
 
Nel corso della visita in Libano, Parolin ha celebrato una solenne Santa Messa in memoria di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Ordine in Libano, Maria Emerica Cortese e di alte cariche dello Stato. Il Segretario di Stato si è successivamente recato in alcuni dei centri umanitari gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine e ha partecipato ad alcune attività caritative.
 
La visita è stata fortemente voluta dal Governo del Sovrano Ordine di Malta proprio per rafforzare lo spirito di comunione e collaborazione con la Santa Sede. Promuovere il viaggio in Libano del Segretario di Stato il Cardinale Parolin, contestualmente alla visita ufficiale del Gran Maestro dal Santo Padre, testimonia l’attenzione a sostegno dei tanti progetti umanitari che l’Ordine porta avanti nel mondo.  Da oltre 70 anni, l’Ordine di Malta è in prima linea nel fornire assistenza sanitaria di base e servizi di sostegno sociale alla popolazione di tutto il Libano. Dal 2020 l’Ordine ha focalizzato il suo impegno su progetti “agro-umanitari” riconoscendo nell’agricoltura un fattore cruciale nell’affrontare le principali questioni umanitarie e in particolare, dopo la crisi economica del 2019 che ha colpito il Paese, per garantire la sicurezza alimentare, promuovere la ripresa economica e sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili del Libano. Oggi l’azione umanitaria dell’Ordine di Malta si inserisce nel contesto di una crisi socio economica che vede l’80% della popolazione vivere in una condizione di povertà multidimensionale e in una situazione che, a causa del conflitto Israelo-Palestinese, ha gettato il Paese in uno stato di continuo allarme.
 
Alla luce delle pressanti sfide umanitarie, il programma agro-umanitario è la testimonianza dell’impegno dell’Ordine di Malta nel Paese che attraverso un’ampia rete di iniziative mira a dotare le comunità degli strumenti e delle risorse necessarie per resistere e riprendersi efficacemente dagli shock avversi. Attualmente l’Ordine di Malta gestisce sei Centri agro-umanitari in tutta la nazione e l’attuale copertura di terreni agricoli riguarda il 69,26% del territorio libanese, con l’obiettivo di arrivare al 75% entro la fine di quest’anno.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Esteri

Uk, svolta a sinistra: Starmer chiede unità

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Il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, è diventato primo ministro e ha esortato il Paese a unirsi a un “governo di servizio”. Nel suo discorso inaugurale, Starmer ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni politiche e sociali per affrontare le sfide che il Regno Unito deve affrontare. Ha evidenziato la necessità di collaborazione tra partiti politici, settori economici e comunità per costruire un futuro più prospero e giusto per tutti i cittadini.

Starmer ha delineato le priorità del suo governo, che includono il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la promozione dell’istruzione e della formazione, la lotta al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Ha anche promesso di affrontare le disuguaglianze economiche e sociali, investendo in infrastrutture e servizi pubblici essenziali.

Il nuovo primo ministro ha chiesto a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo progetto comune, mettendo da parte le differenze ideologiche e lavorando insieme per il bene comune. Ha concluso il suo discorso con un appello all’unità nazionale e alla solidarietà, invitando tutti a contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il Regno Unito.

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