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Borderlands 3, varietà e humor per lo shooter targato Gearbox
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5 anni faon
Borderlands 3 arriva su Pc, Xbox One e Ps4 a 7 anni di distanza dal secondo capitolo canonico della saga. Il nuovo titolo sviluppato da Gearbox e prodotto da 2k Games si presenta come il capitolo più grande e folle della saga e, dopo un’attenta analisi e moltissime ore passate nel mondo di gioco, possiamo affermare che ci si trova davanti a un vero e proprio capolavoro. Ma andiamo a capire il perché di questa nostr affermazione. Il titolo è ambientato alcuni anni dopo gli eventi di Borderlands 2, con la scoperta di numerose altre Cripte oltre quella di Pandora. La scomparsa di Jack il Bello ha portato inoltre all’ascesa dei Gemelli Calypso, un duo di psicopatici che sono riusciti in breve tempo a riunire tutti i clan di banditi di Pandora in un unico culto chiamato “Figli della Cripta”, che venera i due gemelli come divinità e che ha come unico scopo il ritrovamento della Grande Cripta. Ad opporsi a questa nuova follia c’è la Sirena Lilith, una vecchia conoscenza della serie che adesso è a capo dei Crimson Rider, l’unico gruppo che si ribella ai Calypso e che tenta di fermare i loro folli piani. Tra i Crimson Rider ci sono anche altri volti noti come la sexy barista Mad Moxxi, lo storico mercante Marcus e l’immancabile robot monoruota CL4P-TP, meglio conosciuto come Claptrap. Nonostante ciò però i Crimson Raider non riescono a gestire la continua espansione dell’esercito dei Calypso, questo almeno fino all’arrivo di quattro nuovi Cacciatori della Cripta: Amara, FL4K, Zane e Moze. Come di consueto anche in Borderlands 3 il primo compito del giocatore è proprio quello di scegliere quale di questi impersonare, ognuno che come da tradizione rappresenta una diversa “classe” e stile di gioco, completamente diverso l’uno dall’altro. Amara è una Sirena in grado di evocare delle braccia di energia con cui picchiare, difendersi o immobilizzare i nemici, FL4K invece è un robot in grado di stringere legami con gli animali e sfruttarli in combattimento attaccando o distraendo gli avversari. Zane è un maestro dell’inganno ed è in grado di creare ologrammi di sé stesso per confondere i nemici utilizzando inoltre diversi gadget in battaglia, mentre la piccola Moze può evocare un mech da combattimento dotato di un armamento letale e di una corazza in grado di assorbire un gran numero di colpi. Ovviamente, proprio come avveniva già in passato, anche in Borderlands 3 si punta tantissimo sulla componente ruolistica, quindi ogni personaggio salendo di livello può essere personalizzato attraverso tre diversi skill-tree con abilità attive e passive. Ogni abilità può essere potenziata singolarmente per migliorarne gli effetti, inoltre si possono anche mescolare bonus di diversi skill-tree per creare delle build “ibride” che aprono potenzialmente a decine di combinazioni per soddisfare ogni esigenza. Inoltre in qualsiasi momento si possono riassegnare i punti per sperimentare combinazioni differenti.
A livello di gameplay Borderlands 3 riprende la tradizionale formula di gioco tanto apprezzata dai fan, in cui l’azione adrenalinica dei first-person shooter sposa la profondità dei giochi di ruolo in un mix a dir poco perfetto. In questo terzo capitolo della serie il combat system in generale e gli scontri a fuoco sono stati vistosamente svecchiati grazie a un sistema di movimento più dinamico. I giocatori possono ora effettuare scivolate durante le sparatorie, arrampicarsi per raggiungere eventuali alture e infine schiantarsi al suolo, con uno scenografico attacco in picchiata. Tutto contribuisce allo sviluppo di un’azione più trascinante rispetto al passato, destinata a decollare con le stravaganti bocche da fuoco e le abilità dei cacciatori della Cripta. Che sia l’erculea Sirena Amara, l’impertinente Zane, l’enigmatico FL4K o la letale Moze, la scelta non cambierà il risultato finale, regalando sempre del puro e coinvolgente caos dal primo all’ultimo minuto della campagna. Per quanto riguarda le armi, in Borderlands 3 si possono raccogliere un numero davvero impressinante di fucili d’assalto, SMG, shotgun e lanciarazzi che sembrano concepiti da una mente folle, con significativi passi in avanti in termini di fantasia e di mera potenza di fuoco; come se ciò non bastasse, molte armi offriranno una modalità di fuoco secondaria, che permetterà di agganciare un nemico con i proiettili traccianti, passare dallo sparo automatico alla raffica o lanciare scariche di micro-razzi dalla canna di quella che sembra solo un’”inoffensiva” pistola. Insomma, se non si fosse ancora capito il titolo offre centinaia di scontri in cui il caos sarà all’ordine del giorno, talvolta con effetti disorientanti sull’azione trasposta su schermo, ma Borderlands 3 offre molto di più di qualche boss fight impegnativa o dell’ennesima carneficina di nemici. Affiancando la storyline principale, le quest secondarie raccontano le curiose vicende di alcuni personaggi fuori dal coro che, paradossalmente, si riveleranno essere le figure più caratteristiche di Pandora e dintorni. Puntando sulla varietà delle folli situazioni esposte, e su una scrittura, in questo caso, sorprendentemente ispirata, gran parte delle missioni secondarie regalano esperienze stimolanti e momenti di pura ilarità, che vanno ben oltre la semplice consegna del solito pacchetto o della taglia da riscattare. Inoltre va sottolineato il lavoro certosino svolto dal team di sviluppo in quanto il titolo è stracolmo di squisiti riferimenti alla cultura pop anni 80 e infarcito di continui rimandi agli altri episodi del franchise, The Pre-Sequel compreso. Inoltre è bene sottolineare che le side-quest offrono ai Cacciatori più valorosi laute ricompense oltre che essere un pretesto per esplorare a fondo la rumorosa galassia di Borderlands 3.
Nell’ultima opera di Gearbox la varietà è l’aspetto portante, infatti, il titolo offre il maggior numero di scenari esplorabili dai fan della serie, che potranno finalmente abbandonare il pianeta Pandora per intraprendere un viaggio interplanetario alla ricerca delle Cripte. Questa è l’occasione per rifarsi gli occhi sui colossali grattacieli ultrafuturistici di Promethea, per meditare nei templi di Athenas o per esplorare le paludi selvagge di Eden-6. Per intraprendere i viaggi spaziali basterà impostare la rotta dalla sala di comando della Sanctuary-III, nave dei Crimson Raider e hub centrale della campagna, e preparsi all’atterraggio. Il mondo di gioco è nuovamente suddiviso in macro-aree, collegate tra loro attraverso varchi e stazioni adibite al viaggio rapido: insomma, un ritorno al passato che sà di occasione sprecata nei confronti di un potenziale open world, ma che, se non altro, può ora offrire dei caricamenti sensibilmente ridotti. Da apprezzare, inoltre, l’inedita verticalità dell’ambientazione, che spesso invita i giocatori a puntare gli occhi verso l’alto e a sfruttare la nuova scalata. In Borderlands 3 una volta atterrati sul pianeta destinazione, ci si potrà dirigee alla prima stazione Catch-A-Ride e utilizzare uno dei veicoli disponibili. Tra questi si trovano le solite camionette corazzate e i runner in stile Mad Max, affiancati dai nuovi futuristici Cyclone che permettono di sfrecciare a tutta velocità verso l’ignoto all’interno di una ruota gigante. L’esplorazione dello scenario è incentivata dalla presenza di oggetti collezionabili disseminati in ogni area: tra questi sono presenti i diari di Typhon DeLeon, il primo Cacciatore della Cripta, o dei nuovi componenti per i bolidi di Ellie. Tra i contenuti da scovare ci sono anche alcune sfide esclusive, come le taglie di Zer0 in cui sarà necessario uccidere i ricercati o le cacce leggendarie di Sir Hammerlock, con creature esotiche da studiare e da far fuori, ovviamente.
Complessivamente l’avventura di Gearbox ha una durata che spazia tra le 40 e le 60 ore, a seconda di come si gioca, ma il bello di Borderlands 3 è che offre un alto tasso di rigiocabilità. Dopo aver portato a termine la campagna infatti sarà possibile intraprendere diverse modalità di gioco con cui proseguire nell’avventura o, in alternativa, ricominciare da capo ma con una marcia in più. La prima novità endgame si chiama Modalità Caos. Suddivisa in tre diversi livelli di sfida, essa dà una maggiore probabilità di ottenere i pezzi di loot più rari e di ricevere percentuali bonus sull’esperienza, il denaro e l’Eridium guadagnati. Il prezzo da pagare coincide con un considerevole aumento dell’energia e della corazza dei nemici, così come diverse mod che potenzieranno ulteriormente gli avversari con resistenze ai proiettili, ai danni elementali e chi più ne ha più ne metta. Puro e semplice caos, nulla da aggiungere. Segue la Modalità Vero Cacciatore della Cripta, anch’essa contenente ricompense più ghiotte e criminali più ardui da affrontare, ma che in questo caso non offre nulla di nuovo se non il rivivere la storia di Borderlands 3, conservando tutti i progressi raggiunti fino a quel momento e mettendo contro livelli molto più duri da abbattere. E’ bene sottolineare che il sistema di progressione del gioco non è legato al singolo personaggio, bensì all’intero account, permettendo quindi di guadagnare nuovi gradi utilizzando anche altri Cacciatori. Un’aggiunta molto interessante, soprattutto agli occhi di chi macina numeri per scovare le migliori combinazioni per la propria build. Forti dei bonus e dell’equipaggiamento ottenuto sul campo, i giocatori in cerca di una vera sfida potranno mettersi alla prova in Circle of Slaughter, la modalità “orda” ideata dall’inimitabile Torgue, o nei Terreni di Prova. Mentre la prima si presenta come un piacevole passatempo da sperimentare da soli o in co-op, le arene di Terreni di Prova richiederanno grande concentrazione e, possibilmente, l’aiuto di un amico (ricordiamo che in Borderlands 3 si può giocare fino a 4 giocatori contemporaneamente in qualsiasi modalità di gioco), nel disperato tentativo di superare le numerose ondate e lo scontro finale con il temibile boss.
Sul versante grafico/tecnico Borderlands 3 sfoggia il suo caratteristico stile “disegnato” che ha reso famosa la serie, e il passaggio alle nuove console (se si esclude la remastered Handsome Collection) si nota grazie ad una pulizia generale dell’immagine e un maggior numero di dettagli a schermo, sia per quanto riguarda i nemici che per le stesse armi, che possono anche essere decorate con diversi accessori. Peccato, però, che il comparto visivo di Borderlands 3 cada in qualche imperfezione tecnica. I primi problemi che affliggono le versioni PS4 e Xbox One si palesano nel framerate. Su PS4 Pro e Xbox One X, Gearbox Software propone due diverse modalità grafiche, Prestazioni e Risoluzione, che prediligono rispettivamente la fluidità visiva (60 fps) e il livello di dettaglio (4K). A conti fatti, la prima opzione si è dimostrata la scelta preferibile per godere pienamente del titolo, là dove Risoluzione compromette in maniera evidente l’azione di gioco; eppure, neanche i 60 fotogrammi al secondo si dimostrano solidissimi, perdendo diversi frame nelle situazioni più concitate dell’avventura. È possibile arginare tali problemi disattivando le notifiche Social, ma solo in piccola parte. Passando sopra l’instabilità del framerate (fortunatamente rara), gli occasionali pop-in delle texture e i bug si viene ricompensati con un clamoroso colpo d’occhio, offerto dagli sconfinati scenari che si esploreranno e dai più dettagliati modelli poligonali. Netto miglioramento anche per le curatissime animazioni, che segnano un notevole distacco dalle precedenti avventure della serie. Un elemento che ci ha davvero colpiti di Borderlands 3, tuttavia, è legato al sonoro. Non stiamo parlando della soundtrack, che in ogni caso è davvero molto bella da ascoltare, ma ci riferiamo al doppiaggio in italiano: ogni singolo personaggio prende vita attraverso interpretazioni a dir poco sensazionali, con una scelta delle voci sempre azzeccata. Un grande plauso al registro umoristico scelto che fa letteralmente scompisciare dalle risate in quanto non è mai esagerato ma si sposa perfettamente con le situazioni presenti sullo schermo. Tirando le somme, se si passa sopra i leggeri problemi di framerate, Borderlands 3 rappresenta pienamente tutto ciò che un vero appassionato della saga desidera, ma è anche un ottimo titolo per chi si avvicina per la prima volta al brand. La comicità travolgente e il gameplay semplice ma in grado di creare dipendenza fanno trascorrere le ore in maniera piacevole e spensierata, e non si vedrà l’ora di scoprire quali folli missioni aspettano ad ogni nuova area e pianeta. Insomma, l’ultima fatica di Gearbox è un titolo di un certo spessore, che non giocare sarebbe davvero un peccato e che continuare dopo l’endgame sarebbe un vero spreco. Un arsenale spaventoso, mezzi assurdi, follia allo stato puro, humor intelligente, riferimenti alla cultura pop e tantissime cose da fare fanno di Borderlands 3 una vera perla nell’olimpo del gaming.
GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 9
Sonoro: 9
Gameplay: 9,5
Longevità: 8,5
VOTO FINALE: 9
Francesco Pellegrino Lise