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Terremoto: il Comune di Amatrice querela Charlie Hebdo per le vignette satiriche

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Tempo di lettura 2 minutiL'avvocato spiega: “Si tratta di un macabro, insensato ed inconcepibile vilipendio delle vittime di un evento naturale"

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Ang. Barr. 
 
AMATRICE – Il Comune di Amatrice ha presentato una denuncia-querela per diffamazione aggravata nei confronti del settimanale satirico francese Charlie Hebdo a seguito della pubblicazione di una vignetta intitolata “Sisma all’italiana”, raffigurante un uomo esteticamente trasandato, senza scarpe, con la barba lunga e con su scritto “Penne al pomodoro”; accanto a lui una donna corpulenta, anch’essa trascurata e con le forme del corpo e del viso apparentemente provato da eventi che hanno leso il suo fisico  e su di essa la scritta “Penne gratinate”; infine vi è un cumulo di macerie con delle gambe che fuoriescono, il sangue ben visibile e la scritta “Lasagne”. Poco dopo è stata pubblicata una seconda vignetta in risposta alle copiose polemiche mosse dalla prima sopracitata, in cui vi era scritto “Italiani…Non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!”, quest’ultima invece raffigura una donna con il volto tumefatto, semisotterrata dalle macerie e dai mattoni, da lontano è ben visibile un edificio semi diroccato con una bandiera dell’Italia e il chiaro messaggio poc’anzi citato. Mario Cicchetti, avvocato del Comune, ha spiegato che “Si tratta di un macabro, insensato ed inconcepibile vilipendio delle vittime di un evento naturale, la critica, anche nelle forme della satira, è un diritto inviolabile sia in Italia che in Francia, ma non tutto può essere 'satira' e in questo caso le due vignette offendono la memoria di tutte le vittime del sisma, le persone che sono sopravvissute e la citta' di Amatrice. A nostro avviso  appare assolutamente configurabile il delitto di diffamazione aggravata e non si può ritenere in alcun modo sussistente l'esimente del diritto di critica nella forma della satira” e spiega inoltre che le due vignette raffigurano gli “stereotipati piatti della tradizione culinaria italiana, mentre nella seconda, l'autore ha, da un lato, attribuito la colpa della devastazione del centro Italia 'alla mafia', dall'altra ha fornito una sorta di interpretazione alla precedente vignetta”. L’Avvocato ha parlato anche della competenza territoriale, evidenziando “come il reato si sia, senza dubbio, consumato sul territorio italiano in quanto la condotta diffamatoria, per quanto intrapresa con la pubblicazione della vignette in Francia, si è perfezionata in Italia attraverso la loro percezione e diffusione sia sui media tradizionali sia sui social network”.