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Esteri

New york, colpo alla mafia: arrestati 46 affiliati a Cosa Nostra

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Tempo di lettura 2 minuti L’indagine è scattata dopo un’intensa attività d’indagine durata diversi anni e che ha interessato l’intera costa orientale degli USA

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di Angelo Barraco
 
New York – Maxioperazione dell’FBI negli USA contro Cosa Nostra. Sono finiti in manette oltre 46 affiliati alle famiglie Genovese, Lucchese, Bonanno, Gambino, Columbo. La notizia è stata resa nota dalla stessa agenzia federale tramite il social network Twitter. L’indagine è scattata dopo un’intensa attività d’indagine durata diversi anni e che ha interessato l’intera costa orientale degli USA, coinvolgendo New York, Florida, New Jersey, Massachussetts, Connecticuts, New Haven, Boston, Newark, Miami. Il numero complessivo degli arrestati  sarebbe di circa 46 e tra essi spicca il nome del boss di Filadelfia Joseph Merlino, che sarebbe stato fermato presso la sua residenza in Florida, altri soggetti finiti in manette sono conosciuti come Nicholas “Nicky la Parrucca” Vuolo, Anthony “Tony lo storpio” Cassetta, Eurene “Gallo” O’Nofrio, John “rimorchiatore” Togino”.  Ai soggetti coinvolti vengono contestati i reati di estorsione, usura, traffico d’armi, contrabbando e vengono loro contestati anche i reati di frode alle assicurazioni mediche e contrabbando di sigarette. Il procuratore federale Preet Bharara ha riferito “le accuse di oggi contro 46 persone, inclusi potenti capi dimostrano che la mafia continua a essere una spina in questa città e nel Paese” e che la mafia “minacciare, mutilare, assassinare la gente che ostacola il loro cammino”. I soggetti hanno tra i 24 e i 72 anni e rischiano tutti una condanna a 20 anni di carcere. Il tutto sarebbe avvenuto sotto la guida di Joey Merlino, il proprietario dei ristoranti Pasquale “Patsy” Parrello appartenenti alla famiglia Genovese e O’Nofrio. Emerge uno spaccato fatto di violenza senza scrupoli, che rievoca i dogmi della mafia che tanto sembrava essere scomparsa e archiviata dalla mente e dalla memoria ma che in realtà è più viva che mai. Una mafia che attacca e deruba un senzatetto perché distribuisce ai clienti del ristorante, che ordina la gambizzazione di altri soggetti e l’uccisione di altri. E’ emerso inoltre che le attività criminali si svolgevano principalmente a New York, soprannominata “East Coast LCN Enterprise”, la fonte di approvvigionamento dei gruppi criminali era l’attività estorsiva e la violenza, esercitata attraverso azioni quali incendi, vendita illegale di armi, ma anche gestione illecita di sale da gioco. Molte delle famiglie mafiose finite in manette sono ben note nella storia della mafia Newyorkese; La famiglia Genovese, meglio conosciuta come la famiglia Luciano è una delle più temute a New York. E’ una famiglia che ha che partono dall’entroterra Siciliano, precisamente da Corleone. Ha mantenuto negli anni rapporti con le famiglie di Cleveland, Buffalo, Boston, Filadelfia e nel corso degli anni si sono succeduti boss come Frank Costello, Vito Genovese, Lucky Luciano, Thomas, Eboli, Philip Lomabrdo, Vincent, Gigante. La famiglia Gambino è anch’essa una delle più potenti di New York, originaria di Palermo che ha mosso i suoi passi negli USA grazie a Salvatore D’Aquila, un uomo d’onore che si è trasferito a Manhattan per allargare i suoi loschi affari. 

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Esteri

Trump in vantaggio su Biden: ecco gli ultimi sondaggi

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Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden nei sette principali Stati in bilico.

Lo rivela l’ultimo sondaggio del New York Times. Si tratta in particolare di Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Il margine più stretto è in Michigan, dove il tycoon ha il 42% delle preferenze contro il 40% del presidente, e in Pennsylvania (43% contro 40%). 

Quasi i due terzi dei democratici ritengono che Joe Biden dovrebbe ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca e consentire al partito di nominare un altro candidato. E’ quanto rileva un sondaggio di Ap-Nord Center for Public Affairs Research. 

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Cronaca

Libano, visita del Cardinale Parolin alle strutture umanitarie dell’Ordine di Malta

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Spirito di vicinanza e comunione d’intenti al centro del ciclo ravvicinato di incontri tra il Governo dell’Ordine di Malta e la Santa Sede iniziato con l’arrivo del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, in Libano per visitare le opere assistenziali del Sovrano Ordine di Malta, e che si è concluso il 27 giugno proprio in concomitanza con il vertice di Stato in Vaticano tra Papa Francesco e il Gran Maestro dell’Ordine, Frà John Dunlup.
 
Nel corso della visita in Libano, Parolin ha celebrato una solenne Santa Messa in memoria di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Ordine in Libano, Maria Emerica Cortese e di alte cariche dello Stato. Il Segretario di Stato si è successivamente recato in alcuni dei centri umanitari gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine e ha partecipato ad alcune attività caritative.
 
La visita è stata fortemente voluta dal Governo del Sovrano Ordine di Malta proprio per rafforzare lo spirito di comunione e collaborazione con la Santa Sede. Promuovere il viaggio in Libano del Segretario di Stato il Cardinale Parolin, contestualmente alla visita ufficiale del Gran Maestro dal Santo Padre, testimonia l’attenzione a sostegno dei tanti progetti umanitari che l’Ordine porta avanti nel mondo.  Da oltre 70 anni, l’Ordine di Malta è in prima linea nel fornire assistenza sanitaria di base e servizi di sostegno sociale alla popolazione di tutto il Libano. Dal 2020 l’Ordine ha focalizzato il suo impegno su progetti “agro-umanitari” riconoscendo nell’agricoltura un fattore cruciale nell’affrontare le principali questioni umanitarie e in particolare, dopo la crisi economica del 2019 che ha colpito il Paese, per garantire la sicurezza alimentare, promuovere la ripresa economica e sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili del Libano. Oggi l’azione umanitaria dell’Ordine di Malta si inserisce nel contesto di una crisi socio economica che vede l’80% della popolazione vivere in una condizione di povertà multidimensionale e in una situazione che, a causa del conflitto Israelo-Palestinese, ha gettato il Paese in uno stato di continuo allarme.
 
Alla luce delle pressanti sfide umanitarie, il programma agro-umanitario è la testimonianza dell’impegno dell’Ordine di Malta nel Paese che attraverso un’ampia rete di iniziative mira a dotare le comunità degli strumenti e delle risorse necessarie per resistere e riprendersi efficacemente dagli shock avversi. Attualmente l’Ordine di Malta gestisce sei Centri agro-umanitari in tutta la nazione e l’attuale copertura di terreni agricoli riguarda il 69,26% del territorio libanese, con l’obiettivo di arrivare al 75% entro la fine di quest’anno.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Esteri

Uk, svolta a sinistra: Starmer chiede unità

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Il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, è diventato primo ministro e ha esortato il Paese a unirsi a un “governo di servizio”. Nel suo discorso inaugurale, Starmer ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni politiche e sociali per affrontare le sfide che il Regno Unito deve affrontare. Ha evidenziato la necessità di collaborazione tra partiti politici, settori economici e comunità per costruire un futuro più prospero e giusto per tutti i cittadini.

Starmer ha delineato le priorità del suo governo, che includono il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la promozione dell’istruzione e della formazione, la lotta al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Ha anche promesso di affrontare le disuguaglianze economiche e sociali, investendo in infrastrutture e servizi pubblici essenziali.

Il nuovo primo ministro ha chiesto a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo progetto comune, mettendo da parte le differenze ideologiche e lavorando insieme per il bene comune. Ha concluso il suo discorso con un appello all’unità nazionale e alla solidarietà, invitando tutti a contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il Regno Unito.

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