Connect with us

Esteri

Attentato in Germania, Isis rivendica l'azione del rifugiato kamikaze: aveva giurato fedeltà

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 3 minutiMohamed Delel, siriano, è saltato in aria all'esterno di un bar ad Ansbach

Published

on

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti

Redazione

ANSBACH – Settimana da incubo in Germania che deve fare i conti con il primo attentato-kamikaze con esplosivo nel Paese che ha causato 15 feriti di cui 4 gravi. Mohamed Delel, il rifugiato siriano che ieri sera è saltato in aria, all'esterno di un bar ad Ansbach, a circa 40 chilometri da Norimberga, aveva saputo che sarebbe stato espulso in Bulgaria. La polizia tedesca ha arrestato un presunto complice del kamikaze. Il siriano aveva prestato "giuramento di fedeltà " (bayah) a Isis. Lo ha rivelato il ministro bavarese dell'Interno Joachim Hermann sottolineando che il video di sottomissione al sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi è stato ritrovato sul suo telefonino, insieme all'annuncio "dell'atto di vendetta contro i tedeschi per la loro modo di considerare l'Islam". L'uomo, va ricordato, aveva avuto problemi con la giustizia (droga) ed era anche considerato instabile psicologicamente, tanto che aveva tentato due volte il suicidio ed era stato ricoverato in un centro psichiatrico.

Nel frattempo l'Isis ha rivendicato l'attentato. "Una fonte di sicurezza ci ha confermato che l'autore dell'operazione martirio nella città di Ansbach in Germania è uno dei soldati dello Stati Islamico", lo scrive l'agenzia dello Stato islamico Aamaq aggiungendo che "ha condotto l'operazione rispondendo agli appelli colpire e paesi della coalizione che combattono lo stato islamico".

Arrivato in Germania due anni fa, il 27enne siriano, identificato come Mohamed Delel, l'anno scorso si era visto vietare il diritto di asilo: noto alla polizia per possesso di droga, aveva tentato il suicidio, subendo un ricovero in un ospedale psichiatrico. L'uomo veniva da Aleppo e aveva ferite di guerra. Non poteva però essere riportato direttamente in Siria a causa della guerra civile. Il ministro degli Interni tedesco de Maiziere chiarisce meglio la questione: "il 2 dicembre del 2014 la domanda di asilo era stata respinta e ordinata la deportazione in Bulgaria e un tribunale di Ansbach aveva confermato questa decisione". Ma in seguito a quella sentenza, "erano stati presentati certificati medici che provavano che la persona in questione soffriva di instabilità psicologica e per questo la deportazione era stata sospesa". Infine,"il 13 luglio scorso era stato nuovamente avviato il processo di deportazione", ha concluso de Maiziere, secondo cui "l'attentatore aveva tentato il suicidio due volte, per questo era stato ricoverato in un ospedale psichiatrico".

L'uomo ha tentato di entrare in un festival musicale con 2.500 persone, con uno zaino imbottito di esplosivo e lamette metalliche. E quando si è visto negare l'ingresso perchè non aveva il biglietto, si è fatto saltare in aria di fronte a un locale vicino. Dodici le persone ferite, tre in gravi condizioni. Secondo il Tagesspiegel, non è chiaro se il siriano volesse farsi esplodere o innescare l'esplosivo con un dispositivo a distanza, probabilmente collegato a uno dei suoi due telefoni cellulari. Testimoni lo hanno visto camminare avanti e indietro in maniera nervosa. È possibile che stesse per abbandonare lo zaino in cui portava l'esplosivo, ma poco dopo c'è stata l'esplosione. È certo che con i due cellulari il 27enne ha fatto numerose telefonate prima dell'attacco.

È il terzo attentato in pochi giorni in Baviera, dopo la strage di Monaco e l'attacco a colpi di machete a una donna polacca a Reutlingen, la donna era incinta e in questo caso però si indaga sul movente passionale. Poco prima di dare il via al massacro, Ali Sonboly, l'autore della strage di Monaco, incontrò il 16enne afghano fermato domenica sera: il presunto complice sapeva che Sonboly aveva una pistola ed era a conoscenza delle simpatie del killer per Anders Behring Breivik, l'autore della strage di Oslo e Utoya di cinque anni fa. E adesso nel clima di terrore in Germania e in tutta Europa – dopo l'attacco di Nizza, il 14 luglio, e Bruxelles, il 22 marzo – è a rischio la politica di apertura ai rifugiati della cancelliera Angela Merkel. Il ministero dell'Interno ha fatto sapere che indaga su 60 rifugiati o richiedenti asilo per possibili inclinazioni jihadiste, ma nessuno degli autori degli ultimi attacchi era tra le persone sotto inchiesta.

Continue Reading
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.