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Usa 2016, figuraccia di Melania Trump: copia il discorso di Michelle Obama

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Tempo di lettura 2 minuti Il video con la comparazione tra le due diventa virale

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Redazione Esteri

Rischia di rivelarsi un boomerang per il Trump show il debutto sul palco della convention di Cleveland di Melania Trump. La bellissima ex modella slovena infatti avrebbe copiato stralci del suo discorso da quello che Michelle Obama pronunciò nel 2008 quando l'attuale first lady si trovava nella sua stessa posizione di moglie del candidato proiettato nella corsa per la Casa Bianca. L'accusa arriva dai giornalisti americani che, dopo l'intuizione di un cronista navigato che nel discorso di ieri sera hanno sentito l'eco di quello pronunciato otto anni fa di Michelle, hanno recuperato il testo del 2008 e hanno fatto i confronti.

 

«Io e Barack siamo cresciuti con così tanti valori in comune: devi lavorare sodo per quello che vuoi nella vita, che la tua parola è un vincolo e fai quello che dici che avresti fatto, che si devono trattare le persone con dignità e rispetto, anche se non li conosci anche se non sei d'accordo con loro». Impressionanti le assonanze, se non il plagio vero e proprio, nel discorso di Melania: «fin da quando ero bambina i miei genitori mi hanno insegnato che devi lavorare sodo per quello che vuoi nella vita – ha detto la signora Trump che è nata nel 1970 a Knavs, allora parte della Jugoslavia comunista di Tito – che la tua parola è un vincolo e fai quello che dici e mantieni le promesse, che tratti le persone con rispetto». A parte l'ultima frase, in cui il riferimento al rispetto di chi è diverso sarebbe suonato troppo tollerante ed aperto rispetto al messaggio al limite della xenofobia e del razzismo di Trump, vi sono frasi completamente copiate dal discorso di Michelle, nata e cresciuta nel South Side di Chicago.

 

 

Le similarità non si fermano qui. Otto anni fa Michelle, madre delle allora ancora bimbe Malia e Sasha, sottolineava come l'impegno suo e del marito Barack fosse di trasmettere questi valori «alla prossima generazione: perché vogliamo che i nostri bambini, e tutti i bambini del Paese, sappiano che l'unico limite per i nostri successi è la forza dei nostri sogni e la volontà di lavorare per realizzarli». Il messaggio, che acquistava un valore storico lanciato dalla futura prima first lady afroamericana nata negli anni sessanta quando in stati del Sud dell'America vigeva ancora il segregazionismo, è stato «attualizzato» nel discorso pronunciato dalla possibile prima first lady nata all'estero dal 1825 in un inglese che non ha perso l'accento slavo. Una first lady che, ironia della sorte, arriverebbe alla Casa Bianca al fianco di un presidente che promette di costruire muri per fermare i migranti dal Messico e vuole chiudere le frontiere ai migranti musulmani. «Noi vogliamo che i nostri bambini in questa nazione sappiamo che l'unico limite per i nostri successi è la forza dei nostri sogni e la volontà di lavorare per realizzarli», ha detto la madre di Baron, il quinto figlio di Trump. Il ragazzo di 10 anni sarà l'unico dei figli del magnate che non salirà sul palco di Cleveland, dove tra oggi e domani sfileranno Donald jr, Tiffany e Eric. Poi giovedì, la notte del gran finale del Trump show con il discorso dell'investitura, sarà la volta di Ivanka, la figlia prediletta che, secondo alcuni, Trump avrebbe voluto al suo fianco come 'running matè.

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Trump in vantaggio su Biden: ecco gli ultimi sondaggi

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Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden nei sette principali Stati in bilico.

Lo rivela l’ultimo sondaggio del New York Times. Si tratta in particolare di Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Il margine più stretto è in Michigan, dove il tycoon ha il 42% delle preferenze contro il 40% del presidente, e in Pennsylvania (43% contro 40%). 

Quasi i due terzi dei democratici ritengono che Joe Biden dovrebbe ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca e consentire al partito di nominare un altro candidato. E’ quanto rileva un sondaggio di Ap-Nord Center for Public Affairs Research. 

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Cronaca

Libano, visita del Cardinale Parolin alle strutture umanitarie dell’Ordine di Malta

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Spirito di vicinanza e comunione d’intenti al centro del ciclo ravvicinato di incontri tra il Governo dell’Ordine di Malta e la Santa Sede iniziato con l’arrivo del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, in Libano per visitare le opere assistenziali del Sovrano Ordine di Malta, e che si è concluso il 27 giugno proprio in concomitanza con il vertice di Stato in Vaticano tra Papa Francesco e il Gran Maestro dell’Ordine, Frà John Dunlup.
 
Nel corso della visita in Libano, Parolin ha celebrato una solenne Santa Messa in memoria di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Ordine in Libano, Maria Emerica Cortese e di alte cariche dello Stato. Il Segretario di Stato si è successivamente recato in alcuni dei centri umanitari gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine e ha partecipato ad alcune attività caritative.
 
La visita è stata fortemente voluta dal Governo del Sovrano Ordine di Malta proprio per rafforzare lo spirito di comunione e collaborazione con la Santa Sede. Promuovere il viaggio in Libano del Segretario di Stato il Cardinale Parolin, contestualmente alla visita ufficiale del Gran Maestro dal Santo Padre, testimonia l’attenzione a sostegno dei tanti progetti umanitari che l’Ordine porta avanti nel mondo.  Da oltre 70 anni, l’Ordine di Malta è in prima linea nel fornire assistenza sanitaria di base e servizi di sostegno sociale alla popolazione di tutto il Libano. Dal 2020 l’Ordine ha focalizzato il suo impegno su progetti “agro-umanitari” riconoscendo nell’agricoltura un fattore cruciale nell’affrontare le principali questioni umanitarie e in particolare, dopo la crisi economica del 2019 che ha colpito il Paese, per garantire la sicurezza alimentare, promuovere la ripresa economica e sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili del Libano. Oggi l’azione umanitaria dell’Ordine di Malta si inserisce nel contesto di una crisi socio economica che vede l’80% della popolazione vivere in una condizione di povertà multidimensionale e in una situazione che, a causa del conflitto Israelo-Palestinese, ha gettato il Paese in uno stato di continuo allarme.
 
Alla luce delle pressanti sfide umanitarie, il programma agro-umanitario è la testimonianza dell’impegno dell’Ordine di Malta nel Paese che attraverso un’ampia rete di iniziative mira a dotare le comunità degli strumenti e delle risorse necessarie per resistere e riprendersi efficacemente dagli shock avversi. Attualmente l’Ordine di Malta gestisce sei Centri agro-umanitari in tutta la nazione e l’attuale copertura di terreni agricoli riguarda il 69,26% del territorio libanese, con l’obiettivo di arrivare al 75% entro la fine di quest’anno.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Uk, svolta a sinistra: Starmer chiede unità

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Il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, è diventato primo ministro e ha esortato il Paese a unirsi a un “governo di servizio”. Nel suo discorso inaugurale, Starmer ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni politiche e sociali per affrontare le sfide che il Regno Unito deve affrontare. Ha evidenziato la necessità di collaborazione tra partiti politici, settori economici e comunità per costruire un futuro più prospero e giusto per tutti i cittadini.

Starmer ha delineato le priorità del suo governo, che includono il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la promozione dell’istruzione e della formazione, la lotta al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Ha anche promesso di affrontare le disuguaglianze economiche e sociali, investendo in infrastrutture e servizi pubblici essenziali.

Il nuovo primo ministro ha chiesto a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo progetto comune, mettendo da parte le differenze ideologiche e lavorando insieme per il bene comune. Ha concluso il suo discorso con un appello all’unità nazionale e alla solidarietà, invitando tutti a contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il Regno Unito.

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