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di Marco Martone
Quattro rigori da incubo, tirati come peggio non si potrebbe, da Zaza, che paga uno strano balletto nella rincorsa, Pellè, che prova poco sportivamente a irridere Neuer prima del tiro, Darmian e Bonucci, che era stato perfetto invece nel corso della gara dagli undici metri. Quattro errori rispetto ai quali neanche super Buffon è riuscito a porre rimedio e neanche la sventatezza dei rigoristi tedeschi, che pure una mano a restare in corsa ce l’hanno data in tutti i modi, colpendo pali e calciando in maniera approssimativa dal dischetto.
Alla fine, però, hanno vinto loro e alla nostra Nazionale non resta che chinare la testa. Svanisce così il sogno europeo di Antonio Conte, che adesso potrà dedicarsi alla sua nuova avventura in Premier League.
Italia-Germania non è stata una bella partita, nulla a che vedere con le epiche contese che hanno fatto la storia di questo sport, nel passato anche recente. Quella del primo tempo è stata un’Italia come sempre attenta e solida in difesa, pronta a colpire in contropiede. Buffon non ha mai dovuto fare gli straordinari e l’unica occasione per Muller è arrivata dopo un rimpallo fortuito in area di rigore. La vera opportunità per andare in vantaggio è invece capitata sui piedi di Sturaro, che ha colpito dall’interno dell’area su cross di Florenzi, vedendosi deviato il pallone a pochi centimetri dal palo di Neuer, che non sarebbe potuto arrivare sulla sfera.
A inizio ripresa la Germania comincia a spingere sull’acceleratore e mette paura all’Italia con il solito Muller, sul cui tiro il salvataggio di Florenzi, in acrobazia è miracoloso. L’Italia non alza il proprio baricentro, lasciando il pallino del gioco agli avversari che trovano il vantaggio, tutto sommato meritato, con Ozil, che sfrutta un errore di Florenzi e una grande giocata di Gomez. Dopo qualche minuto ci pensa Buffon a tenerci in partita con una parata prodigiosa sul tacco del redivivo ex centravanti della Fiorentina.
Al minuto 76 arriva il pareggio per l’Italia con il rigore, perfetto, di Bonucci concesso dall’arbitro per un fallo di mano tanto netto quanto ingenuo di Boateng. Da quel momento è stata un’altra Italia, più coraggiosa e capace di creare almeno due occasioni da rete, con Pellè e De Sciglio. Le squadre sono arrivate ai supplementari stanche e nervose. L’epilogo ai rigori, a quel punto, è stata la conseguenza più naturale. La serie di tiri dagli undici metri è stato un concentrato di emozioni e di passione, con il finale peggiore che si potesse immaginare. Adesso si volta pagina, comincia l’era Ventura e sarà un’altra Italia…
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