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Cronaca

NAPOLI, MAXI BLITZ AL RIONE CONOCAL DI PONTICELLI. SPACCIO DI DROGA DAVANTI AI BAMBINI

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Tempo di lettura 2 minuti Una cosca che dopo l'arresto dei capi è stata retta quasi esclusivamente dalle donne che spacciavano, prendevano decisioni e ordinavano omicidi

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Redazione

Napoli – Le attività di spaccio nel rione Conocal di Ponticelli a Napoli avvenivano sotto gli occhi di tutti, ma soprattutto sotto gli occhi dei bambini. I carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno ripreso tutte le scene grazie a una microtelecamera piazzata proprio davanti alle basi dove i pusher della camorra agivano. E' stato questo l'asso nella manica della Dda di Napoli, coordinata da Filippo Beatrice e dal procuratore capo Giovanni Colangelo, che ha permesso la richiesta al gip dell'emissione di una maxiordinanza di custodia cautelare contro il clan D'Amico. Una cosca che dopo l'arresto dei capi e' stata retta quasi esclusivamente dalle donne che spacciavano, prendevano decisioni e ordinavano omicidi. Ottantanove i provvedimenti restrittivi, 75 dei quali in carcere e 14 ai domiciliari, uno dei quali per un medico arrestato per un falso certificato prodotto per la moglie di un boss. Le indagini riguardano gli ultimi due anni e hanno preso il via dopo la disarticolazione del vecchio clan Sarno e il pentimento di tutti i capi che hanno raccontato a chi fosse passata l'eredita' criminale della cosca. Inizialmente c'erano i fratelli Antonio e Giuseppe D'Amico, affiancati dai cognati Ciro Perrella e Salvatore Ercolani, scettro passato poi a Nunziata D'Amico, ammazzata in un agguato di camorra, e ad Anna Scarallo, moglie di Antonio. Ci sono conversazioni ambientali nelle quali proprio la D'Amico commenta di agguati che erano stati compiuti dai nemici del clan De Micco al Conocal e dell'acquisto di armi che in alcune occasione erano addirittura maneggiate dai bambini. "Un bimbo che dalla piu' tenera eta' e' inserito in questi contesti criminali percepisce quella realta' come normalita', non basta solo l'azione dello Stato occorre prevenire e soprattutto colmare il vuoto che gli arresti hanno creato", dice Colangelo. "Da quegli stessi ambienti a rischio molte famiglie oneste riescono a proteggere i propri figli – continua – e' da li' che arrivano tanti carabinieri, poliziotti o finanzieri. Un'alternativa c'e'". Il generale dei carabinieri Antonio De Vita sottolinea come l'affare delle droga produca milioni di euro per i clan: "Comprare droga e' dare linfa alle cosche ma alle persone perbene io dico: ribellativi".

Cronaca

Incendio nel Materano, morti due vigili del fuoco, “Volevano salvare una famiglia”

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 “Volevano salvare una famiglia, la cui abitazione era messa in pericolo dalle fiamme.

Ma sono caduti in un dirupo e sono stati avvolti dalle fiamme”.

Sono le parole del sindaco di Nova Siri (Matera), Antonello Mele, riferendosi alla morte di due vigili del fuoco in contrada Cozzuolo.

Secondo quanto si è appreso, entrambi avevano 45 anni ed erano in Matera.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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