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DISASTRO EGYPTAIR: PER IL MEDICO LEGALE CI SAREBBE STATA ESPLOSIONE A BORDO

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Tempo di lettura 2 minuti Il medico ha inoltre precisato che sono stati rinvenuti, prelevati e portati al Cairo, soltanto 80 pezzi e di questi vi sono soltanto brandelli

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di Angelo Barraco
 
Il Cairo – Sul volo dell’Egyptair caduto nel Mar Mediterraneo ci sarebbe stata un’esplosione a bordo. E’ quanto sostiene un medico legale egiziano che fa parte del team investigativo che ha esaminati i brandelli umani rinvenuti sul punti in cui l’aereo è precipitato. Il medico ha inoltre precisato che sono stati rinvenuti, prelevati e portati al Cairo, soltanto 80 pezzi e di questi vi sono soltanto brandelli poiché precisa “"non c'è ne nemmeno uno che sia il pezzo intero di un corpo, come un braccio o una testa” e aggiunge inoltre che “la spiegazione logica è che si è trattato di una esplosione”. Sul volo compiuto dall’Airbus vi era una sola certezza, ovvero la segnalazione da parte della Grecia di una brusca virata, ma tale elemento viene smentito dall’Egitto. La risposta definitiva arriverà dalle scatole nere, intanto Ehab Mohieldin, amministratore delegato del Nansc (ente nazionale egiziano di servizi per la navigazione aerea) ha dichiarato “L'aereo è apparso ad un'altezza di 37 mila piedi all'interno dello spazio aereo greco senza alcuna deviazione, poi è scomparso dagli schermi dei radar dopo meno di un minuto”. Tale dichiarazione va in netto contrato con quella resa dal ministro della Difesa greco Panos Kammenos “immediatamente dopo essere entrato nella Fir, ha compiuto brusche virate e una discesa che descrivo così: 90 gradi a sinistra e poi 360 gradi a destra”.
 
L’airbus con a bordo 66 persone, partito mercoledì 18 maggio da  Roissy Charles de Gaulle con destinazione Cairo si è inabissato. Sono stati rinvenuti infatti diversi rottami, valige e resti umani a centinaia di chilometri a nord dell’Egitto ma il mistero rimane ancora nascosto nel fondo del mare, luogo in cui si trovano ancora le scatole nere del veicolo. Tali elementi potranno chiarire realmente le cause del disastro. Intanto emergono delle novità in merito alla matrice che ha cagionato il disastro aereo e aleggia sempre di più il sospetto che possa esserci dietro un’azione terroristica. Le indagini francesi hanno confermato che prima della precipitazione in mare, vi era presenza di fumo in diverse parti dell’aereo e ciò sarebbe stato segnalato dai rilevatori a bordo ma le cause sono incerte. Alcuni media riferiscono che un allarme “Smoke” sarebbe stato trasmesso dai dati automatici prima della precipitazione. Tale notizia viene riportata dal sito The Aviation Herald, che fa riferimento a dati trasmessi dai sistemi automatici di bordo. La compagnia Egyptair ha rilasciato diversi comunicati stampa in merito ai fatti, uno di essi è il seguente “hanno scoperto solo macerie, effetti personali dei passeggeri, le parti del corpo, bagagli, e sedili degli aerei. Ricerca è ancora in corso”. La compagnia ha scritto inoltre “Vale la pena ricordare che la società ha preso tutte le procedure necessarie per ospitare i genitori e parenti passeggeri dell'aereo egiziano”. Jean-Marc Ayrault, Ministro degli Esteri francese, ha riferito che non vi è al momento alcuna ipotesi privilegiata. Il Ministro degli Esteri Gentiloni ha inoltre aggiunto che “Certamente non si può escludere che si sia trattato di un attentato terroristico”.

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Cronaca

Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

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Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

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Cronaca

Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

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Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

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Esteri

Biden pronto ad autorizzare l’uso di armi a lungo raggio dall’Ucraina contro la Russia

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La visita del nuovo premier britannico Keir Starmer a Washington potrebbe segnare una svolta nella strategia militare occidentale.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sarebbe sul punto di approvare l’utilizzo da parte dell’Ucraina di armi occidentali a lungo raggio per colpire obiettivi russi, secondo fonti europee, purché tali armi non siano fornite dagli Stati Uniti. Questo tema cruciale sarà al centro del primo incontro ufficiale tra Biden e il nuovo primo ministro britannico, Keir Starmer, previsto per venerdì alla Casa Bianca.

Londra ha già espresso la propria disponibilità a consentire all’Ucraina di utilizzare i missili a lungo raggio “Storm Shadow” per colpire obiettivi militari russi lontano dal confine ucraino, ma vuole il via libera esplicito di Biden per garantire una strategia coordinata con gli alleati, in particolare con la Francia, che produce un missile simile. Sebbene il presidente degli Stati Uniti non abbia ancora preso una decisione definitiva, ascolterà attentamente l’opinione di Starmer durante l’incontro.

Se Biden darà il via libera, l’Ucraina potrebbe rafforzare le proprie posizioni nelle aree di confine già sottratte alla Russia, come dimostrato durante l’incursione nella regione di Kursk. Tuttavia, il presidente americano ha esitato a permettere l’uso di armi statunitensi in questo contesto, preoccupato dalle possibili ritorsioni della Russia, che potrebbe intensificare la cooperazione con l’Iran per attaccare le forze americane in Medio Oriente.

Giovedì, funzionari della Casa Bianca hanno dichiarato che non è imminente una decisione sull’uso dei missili tattici a lungo raggio di fabbricazione statunitense (ATACMS). Tuttavia, Biden ha lasciato intendere che una maggiore flessibilità potrebbe essere in arrivo, rispondendo martedì alle insistenti richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Stiamo lavorando su questo”.

Il via libera da parte degli Stati Uniti e degli alleati europei all’uso di armi a lungo raggio potrebbe rappresentare l’ultima accelerazione dell’assistenza militare all’Ucraina. Tuttavia, resta da vedere quale sarà la reazione della Russia, che giovedì ha avvertito esplicitamente che l’uso di tali armi richiederebbe l’assistenza tecnica e satellitare occidentale. Questo, secondo il presidente Vladimir Putin, equivarrebbe a un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto.

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