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Cronaca

DELITTO DEL CATAMARANO: DAL CARCERE "STAVOLTA TORNO IN GALERA PER SEMPRE"

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Tempo di lettura 2 minutiL’uomo viveva in un alloggio di Galamares, che ogni giorno lasciava per recarsi nella capitale del Portogallo

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di Angelo Barraco
 
Ancona – Filippo Antonio De Cristoforo, il killer del Catamarano è in carcere e proprio dal luogo di detenzione ha usufruito dell’unica chiamata che gli è stata concessa per chiamare il genero e ha riferito “se vuoi dirlo a mia figlia, mi hanno preso. Stavolta torno in galera per sempre”. La figlia vive in Olanda e non vuole saperne del padre, l’uomo intanto ha spiegato al genero che era stato arrestato sul treno fra Sintra e Lisbona, ha parlato inoltre del passaporto falso che si era procurato grazie ad alcuni criminali conosciuti in carcere in Italia. L’uomo ha parlato inoltre di come avvenivano i suoi spostamenti, ovvero in treno, poiochè si trattava di un mezzo meno rischioso rispetto ad altri. L’uomo viveva in un alloggio di Galamares, che ogni giorno lasciava per recarsi nella capitale del Portogallo. La sua abitazione era scarna, un piano cottura da roulotte, un armadio e pochi vestiti. I suoi spostamenti avvenivano presumibilmente per racimolare denaro attraverso lavoretti o forse traffici consistenti. 
 
Filippo Antonino De Cristofaro è stato arrestato dalla Polizia di Ancora poiché  condannato all’ergastolo nel 1988 per l’omicidio di Annarita Curina, una skipper di 34 anni. La sua latitanza è durata quasi 30 anni ed è stato arrestato in Portogallo grazie alla cooperazione tra Polizia della Squadra Mobile di Ancona e lo S.C.O. della polizia di Stato e i nuclei speciali della Polizia Portoghese con il coordinamento di Eurojust. L’uomo era evaso ben due volte dal carcere, la prima volta nel 2007 dall’istituto di Opera e la seconda nel 2014 dal carcere di Porto Azzurro, approfittando di un permesso premio di tre giorni che gli era stato concesso per le festività pasquali. Annarita Curina era una donna di 34 anni, comproprietaria assieme ad un’amica di un catamarano lungo 10 metri. La donna era divorziata da un ingegnere e dalle indagini condotte dagli inquirenti emerse che venerdì 10 giugno 1988, ore 11,30, la donna si era diretta verso il mare in compagnia di un uomo di nazionalità italiana e di una ragazza olandese in direzione isole Baleari. Il viaggio doveva essere una vacanza, ma avevano in programma, giunti sul posto, il noleggio di imbarcazione per crociere charter. Il 28 giugno del 1988, a sette miglia a largo di Marzocca (Senigallia) viene ripescato da un peschereccio -che esegue la pesca a strascico- il corpo zavorrato di Annarita Curina con il volto totalmente sfigurato, vistose ferite e un’ancora di 17 chili che la teneva a fondo. Scattano subito le indagini e due giorni dopo vengono arrestati Filippo De Cristoforo e Diana Beyer. Con loro c’è anche Pieter Groenendijk, compagno di viaggio che però risulta estraneo al delitto. De Cristoforo e Beyer crollano quasi subito davanti alle pressioni degli inquirenti. L’omicidio è avvenuto per mano di De Cristofono, l’olandese ha inferto le coltellate al fianco ma lui ha brutalmente messo fine alla vita della povera Annarita con il macere. Il movente del delitto sta nella voglia del killer di voler rubare il catamarano e partire con la sua amica in giro per il mondo. Diana Beyer è stata condannata a sei anni e sei mesi di reclusione dal Tribunale dei Minori in data 17 dicembre 1988; De Cristoforo è stato condannato a 30 in primo grado, in cassazione è diventato ergastolo.

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