Costume e Società
CARMELO E GIUSEPPE SQUADRITO, GLI ULTIMI DEI CAVALLARI: UNA MEMORIA STORICA APPREZZATA IN TUTTA ITALIA TRANNE CHE A SANT'AGATA DI MILITELLO
Tempo di lettura 3 minuti Potenzialmente questo paese potrebbe fruire di economia del turismo più di Capo d'Orlando, ma il pessimismo diffuso e la mancanza di iniziativa generale tende all'appiattimento
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di Vincenzo Giardino
Sant'Agata di Militello (Me)
Attualmente in paese sono rimasti due discendenti di coloro che si occupavano in epoca passata delle attività legate al mondo dei cavalli: Carmelo e Giuseppe Squadrito, rispettivamente padre e figlio. Essi sono i detentori di questa passione con relative competenze specifiche che ormai si limita al restauro di carrozze d'epoca e alla partecipazione di eventi equestri a Napoli, Palermo, Roma, Milano, Verona, tranne che a Sant'Agata di Militello. Con orgoglio Giuseppe Squadrito vanta il possesso di ben quindici pezzi storici tra carrozze, calessi, dottorine e sulky, datati dal 1750 al 1900 con i quali partecipa alle manifestazioni, sfilate e competizioni in tutta Italia. Giuseppe racconta che, a sua memoria, fin dall'800 gli ascendenti della sua famiglia erano conosciuti in Sicilia e in tutta Italia per le attività legate al mondo dei cavalli e il padre Carmelo è l'ultimo dei "Cavallari" santagatesi, motivo di orgoglio per lui, è sentire i racconti degli appassionati più anziani, in occasione di raduni in altre città italiane, che si ricordano di suo padre e qualcuno addirittura del suo bisnonno, considerati persone esperte e competenti di questo settore che conta un cospicuo numero di appassionati. Egli stesso, quando si confronta con altri amatori associati G.I.A. (Gruppo Italiani Attacchi), viene considerato un profondo conoscitore del settore al quale rivolgersi per pareri sui cavalli e sulle carrozze.
Oggi le carrozze sono esclusivamente un vezzo per appassionati o l'attrazione turistica per giri nelle zone storiche di molte città italiane, ma fino all'inizio del secolo scorso i mezzi trainati da cavalli trovavano impiego nel trasporto di merci, di persone e cerimonie come matrimoni e funerali . Pensare al servizio postale, che con questi mezzi doveva essere garantito anche nelle zone più impervie, è davvero affascinante. Un bel pezzo storico posseduto da Giuseppe Squadrito porta il nome di "dottorina", calesse usato dai medici condotti per percorrere strade di campagna che li conducevano presso i loro assistiti. Nella continua ricerca di questi pezzi d'antiquariato, Giuseppe si è spesso trovato di fronte a delle vere e proprie meraviglie partorite dalla creatività e dalla maestria di abilissimi artigiani di epoche passate. La sua passione lo ha spinto a chiedere a più di una amministrazione del comune di Sant'Agata di Militello di assegnare una struttura per poter realizzare un sito museale di carrozze, carretti siciliani e finimenti d'importanza storica che sarebbe l'attrazione di tanti appassionati da tutta Italia, creando un indotto economico a beneficio delle attività di ristorazione, alberghiere etc. Purtroppo Sant'Agata di Militello non ha mai spiccato per iniziative che possano dare un rilancio dell'economia locale con iniziative originali e, tranne che per qualche sporadico evento, non si fa niente per creare attrattive interessanti.
Potenzialmente questo paese potrebbe fruire di economia del turismo più di Capo d'Orlando, ma il pessimismo diffuso e la mancanza di iniziativa generale tende all'appiattimento, ostacolando anche quelle poche persone, come Giuseppe Squadrito, che hanno idee brillanti e le capacità di creare qualcosa di nuovo. A questo si aggiunge anche un sistema burocratico locale farraginoso, che impone balzelli di ogni tipo con costi proibitivi anche per lo spostamento dei cavalli dalle stalle nel periodo della Fiera.
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Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario
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15 Luglio 2024![](https://www.osservatoreitalia.eu/wp-content/uploads/2024/07/IMG_5243.jpeg)
Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.
Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.
L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione
Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.
Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”
L’Umanità di Francesco Tagliente
Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.
La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.
Un Esempio di Vita
La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.
Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.
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