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Cronaca

PINO MANIACI: INDAGATO PER ESTORSIONE, DIVIETO DI DIMORA NELLA PROVINCIA DI TRAPANI E PALERMO

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Tempo di lettura 2 minuti Il giornalista avrebbe preteso dai sindaci di Borgetto e Partinico, un contratto per la compagna e in cambio di ciò avrebbe mantenuto una linea morbida in trasmissione in merito alle attività del

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di Angelo Barraco
 
Palermo – Giuseppe “Pino” Maniaci, direttore dell’emittente televisiva “Telejato”, è indagato per estorsione poiché avrebbe ricevuto somme di denaro e agevolazioni dai Sindaci di Partinico e Borgetto onde evitare commenti critici sull’attività operativa dell’Amministrazione. Il giornalista avrebbe preteso dai sindaci di Borgetto e Partinico, un contratto per la compagna e in cambio di ciò avrebbe mantenuto una linea morbida in trasmissione in merito alle attività dell’amministrazione. La somma che sarebbe entrata nelle tasche di Maniaci ammonterebbe a poche centinaia di euro e quei video e relative inchieste sarebbero sparite da quell’emittente che ha sempre urlato a gran voce “No” alla mafia e al sistema mafioso. Pochi giorni fa il giornalista ha appreso la notizia e ha scritto sulla sua pagina facebook “Ho fiducia nella ‪#‎magistratura‬ sana. Mi sembra giusto correggere alcune dichiarazioni fatte a caldo perché è evidente che non tutti i magistrati sono da buttare e che non tutta la magistratura è corrotta. Ci sono quelli che non fanno il proprio dovere e noi li abbiamo denunciati, ma c'è anche la magistratura sana che si contrappone a quella che non fa il proprio dovere. Io ho fiducia nella magistratura e sono certo che presto si chiarirà quello che c'è da chiarire”.  Prima ancora aveva scritto  “Io non so se l’indagine a mio carico esiste davvero, ma due sono i casi. Se esiste, allora si fonda su delle calunnie e per questo querelerò i calunniatori. In più ci sarebbe anche il reato di rivelazione del segreto d’ufficio, i responsabili del quale non possono che essere alla procura di Palermo o tra gli investigatori, nei confronti dei quali ovviamente procederò in sede legale. Io comunque non ho niente da nascondere e sono pronto a chiarire tutto. Se l’indagine invece non esiste, allora la notizia è una bufala e sono pronto a denunciare chi ha diffuso notizie false su di me. In tutti e due casi chiedo alla procura di ‪#‎Palermo‬ di uscire dal suo silenzio e di rendere noto come stanno le cose”. Il giornalista si è detto vittima di quanto accaduto ma a suo carico ci sarebbero intercettazioni e video in merito alle richieste estorsive. Per il direttore di Telejato, la Procura di Palermo ha chiesto ed ottenuto dal Gip il divieto di dimora nella provincia di Trapani e Palermo. 
 
Sono state eseguite inoltre 10 misure cautelari dai Carabinieri di Partinico nel corso di un’operazione denominata “Kelevra”. Le persone poste a misure cautelari sono esponenti della famiglia mafiosa di Borgetto e su di loro pende l’accusa di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni. Gli inquirenti hanno iniziato a monitorare la famiglia di Borgetto dal 2012, in particolar modo Antonino Giambrone e i fratelli Tommaso e Francesco. Dalle indagini è emersa la figura predominante di Antonino Giambrone. In data 11 febbraio 2013 viene scarcerato Nicolò Salto, storico esponente mafioso in opposizione alla famiglia Giambrone. La sua libertà porta anche a chiari ed evidenti segnali sul territorio di tentativi di imposizione e predominio con danneggiamenti a imprenditori. L’operazione “Nuovo Mandamento” porta all’arresto di Antonino Giambrone, nell’aprile del 2013, successivamente si afferma sul territorio Salto in seguito ad un incontro con il padre di Antonino Giambrone. In tale incontro promette lui di non abbandonare il figlio, ciò porta ad una pax tra i clan e la delineazione di un programma criminale comune, come la collaborazione dei due gruppi per l’attività estorsiva. La logistica è gestita da Antonino Frisina, autista di Nicolò Salto. 

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Cronaca

Incendio nel Materano, morti due vigili del fuoco, “Volevano salvare una famiglia”

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 “Volevano salvare una famiglia, la cui abitazione era messa in pericolo dalle fiamme.

Ma sono caduti in un dirupo e sono stati avvolti dalle fiamme”.

Sono le parole del sindaco di Nova Siri (Matera), Antonello Mele, riferendosi alla morte di due vigili del fuoco in contrada Cozzuolo.

Secondo quanto si è appreso, entrambi avevano 45 anni ed erano in Matera.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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