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Redazione
Roma – Smorzati gli animi tra Matteo Renzi e Jean Claude Juncher, presidente della commissione Ue. Tale incontro è servito per affrontare i principali temi che riguardano l’Unione Europea, per ricucire con Renzi un rapporto che era frammentato e quindi voltare pagina. Ma soprattutto affrontare temi come l’immigrazione, investimenti, economia, sviluppo e soprattutto parlare di Europa. L’incontro a Palazzo Chigi ha portato alla promozione della linea di Bruxelles sulla flessibilià, da parte di Matteo Renzi, che ha spiegato di non voler chiedere cambiamenti. Matteo Renzi ha sottolineato: “il debito in Italia deve andare giu' non perche' ce lo chiede l'Europa, ma perche' per un Paese che pensa ai propri figli il debito deve ridursi, vogliamo ridurre il debito pubblico italiano. La legge di stabilita' dimostra che il deficit e' piu' basso, il debito sul Pil comincia a scendere. Le politiche di serieta' sui bilanci non sono politiche di austerita' ma sono politiche giuste. Quindi dico si' ad un lavoro di serieta' sul debito”. Juncker ha precisato che l’Italia utilizza gli elementi di flessibilità introdotti dalla Commissione e definisce “di livello” il documento presentato da Renzi a Padoan, aggiungendo “E' senz'altro un documento pro europeo che scadra' tra un anno e mezzo. Non siamo burocrati che vogliono un'austerita' sciocca”. Ha parlato anche di immigrazione: “Dal 2011 la condotta dell'Italia e' esemplare. L'Italia e' un modello sui migranti. Se tutti i paesi Ue avessero lo stesso comportamento dell'Italia, i problemi sarebbero meno gravi. Sulla redistribuzione dei profughi non mollo. Vanno applicate le misure decise”. Ha inoltre lodato l’Italia dicendo: “E' una grande paese, fondatore dell'Europa, quando si dice Roma si dice Europa. C'è un'ampia identità di vedute, più punti di incontro che parziali disaccordi, a volte maldestri”. Renzi ha poi aggiunto in merito alla visita: “Credo che sia per noi un momento importante quello della visita di Juncker, gli abbiamo dato il benvenuto con una notizia. Per l'Italia siamo al record storico di infrazioni in senso di riduzione delle procedure. Siamo passati da 199 procedure di infrazione quando siamo andati al governo alle 83 di oggi” ha continuato dicendo “Il governo è dalla parte delle regole, crede nel rispetto delle regole e fa di tutto per esser all'avanguardia” e ha aggiunto che condivide la linea della Commissione sulla flessibilità e che “Per noi il riferimento è quello che ha scritto la Commissione europea sulla flessibilità, non chiediamo di cambiare”.
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