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BUFERA PADANA, FABIO RIZZI: "OPERAZIONI GIUSTE" PER ESTINGUERE IL MUTUO

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Tempo di lettura 3 minuti A casa di Rizzi e sono stati trovati circa 17 mila euro in contanti, all’interno di un congelatore sono stati rinvenuti altri 1.900 euro, ma non è tutto, in una busta sono stati trovati anche 5 m

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di Angelo Barraco
 
Milano – L’operazione “Smile” ha portato all’arresto di 21 persone, tra cui Fabio Rizzi, consigliere regionale lombardo ed ex senatore della Lega Nord. Dalle indagini è emerso che Rizzi percepiva circa 8.000 uno stipendio di circa 8.000 euro al mese, tale denaro veniva dilazionato nel seguente modo: 1.500 andavano alla Lega Nord e 5.000 servivano per il mutuo. Proprio dalla questione mutuo sono emersi gli interessi di Rizzi che era in attesa di “Operazioni giuste” che gli sarebbero servite per estinguere il mutuo. Sono emerse delle intercettazioni tra Rizzi e la moglie Lidia Pagani, arrestata anche lei. L’intercettazione in oggetto risale all’8 agosto: Rizzi: “dall'ospedale pediatrico, cioè dall'ospedale in Brasile, potrebbero venir fuori un paio di milioni a testa. Ci sono due o tre operazioni grosse in ballo”, la moglie: “Si, ma cosa intendi per grosse? Come entrata…”. Rizzi: “Qualche milione di euro”, la moglie poi chiede: “Da dividere in quanti?”, e Rizzi specifica: “Tre”, parla inoltra di una compravendita di zucchero per la Russia. Ma gli accertamenti degli inquirenti non hanno portato soltanto alle intercettazioni, poiché sono state effettuate perquisizioni a casa di Rizzi e sono stati trovati circa 17 mila euro in contanti, all’interno di un congelatore sono stati rinvenuti altri 1.900 euro, ma non è tutto, in una busta sono stati trovati anche 5 mila franchi svizzeri. Il consigliere della Lombardia Rizzi intanto puntualizza: “Voglio chiarire tutto quanto prima e difendermi dalle accuse”. Il suo difensore ha riferito inoltre che il suo assistito è “sereno, lucido, razionale e pronto a chiarire la sua posizione rispetto alle accuse” e ha aggiunto “Ovviamente la condizione di detenzione è una situazione che lo ha provato ma è sereno, lucido, razionale e vuole chiarire tutto quanto prima, vuole chiarire la sua posizione rispetto alle circostanze e alle vicende che sono state messe insieme nelle contestazioni e così difendersi dalle accuse”. 
 
L’operazione: Il 16 febbraio è stato arrestato il presidente della commissione Sanità nonché estensore della riforma sul sistema sociosanitario lombardo, Fabio Rizzi.
E’ stata arrestata anche la moglie di Rizzi condotta ai domiciliari. Entrambi sono accusati di associazione a delinquere. Gli inquirenti hanno eseguito perquisizioni anche negli uffici di Rizzi e nella sua abitazione. Ma non sono i soli ad essere finiti in manette nel corso dell’Operazione denominata “Smile”, poiché anche un imprenditore vicino a Rizzi è finito in manette, Mario Valentino Longo. Anche la moglie di quest’ultimo è finita ai domiciliari e anche per loro, come per Rizzi e consorte, pende l’accusa di associazione per delinquere.
 
L’inchiesta che li ha travolti riguarda una serie di appalti pubblici di Aziende Ospedaliere per la gestione di servizi odontoiatrici.Le due donne sono accusate di aver favorito gli interessi dei rispettivi mariti, intestandosi il 50% delle quote di una società odontoiatrica aperta insieme ad un’imprenditrice che è stata definita dalla Procura il punto cardine dell’inchiesta nonché la principale indagata per corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio. Le indagini hanno avuto il loro inizio nel 2013 e hanno smantellato un giro d’affari pari a 400 milioni di euro, inoltre gli inquirenti hanno individuato diversi imprenditori che si aggiudicavano illegalmente gare d’appalto per l’esternalizzazione odontoiatrica, con la compiacenza di ben 11 funzionari dell’azienda sanitaria di Vimercate e Desio, dell’Ospedale di Bolognini di Seriate (Bergamo), l’Ospedale Maggiore di Milano, L’Ospedale di Busto Arsizio (Varese) e di Melegnano.
 
A far partire l’inchiesta è stato un componente del collegio sindacale di un’azienda ospedaliera della Lombardia. Nella mattinata di martedì 16 febbraio 2016i sono scattate 21 ordinanze di custodia cautelare, tra cui 9 misure cautelative in carcere,, 7 ai domiciliari, 5 cinque soggetti hanno l’obbligo di firma. Il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Milano ha spiegato: “Sono quattro gli imprenditori che si sono aggiudicati importanti gare d'appalto per la gestione dei servizi odontoiatrici nel territorio lombardo, su cui ha indagato il Nucleo Investigativo di Milano le gare di appalto pubbliche venivano vinte illecitamente da questo gruppo con la complicità di undici funzionari pubblici. Gli arresti sono stati eseguiti prevalentemente nelle province di Milano, Monza, Como, Bergamo e Varese”. Le indagini hanno appurato “effetti deleteri del continuo asservimento degli infedeli pubblici ufficiali e incaricati di pubblici servizi agli interessi di privati e non solo sono stati violati i principi cardine di trasparenza, imparzialità, legalità, indispensabili per una buona amministrazione pubblica, ma si è determinata l'erogazione di servizi scadenti con ricadute, di natura economica e non, sia sugli enti pubblici che sui pazienti”. 

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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