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Redazione
Avellino – Condizioni igieniche precarie, presenze superiori ai posti letto consentiti e gestioni opache da parte di cooperative sociali: per queste ragioni sette centri di accoglienza per immigrati sono stati sequestrati in provincia di Avellino dai carabinieri del Nas di Salerno, su ordine della procura della Repubblica di Avellino. L'inchiesta è scaturita dalle denunce presentata più di un anno fa dalla Cgil di Avellino che aveva sollecitato anche l'intervento del prefetto Carlo Sessa per fare chiarezza sulla gestione dei centri di accoglienza. Numerosi gli indagati: si tratta di amministratori di alcune coop. Eseguite diverse perquisizioni.
Non ricevevano il kit giornaliero che prevede una somma di denaro, l'occorrente per l'igiene personale, il vestiario e gli alimenti adeguati. Immigrati accolti in centri improvvisati, gestiti da cooperative costituite anche ad hoc per approfittare del flusso di denaro destinato all'accoglienza dei profughi sbarcati sulle coste del Mediterraneo. Questo è uno spaccato inquietante quello che emerge dall'inchiesta coordinata dalla procura di Avellino che ha disposto il sequestro di sette centri di accoglienza tra Avellino e Monteforte Irpino. dieci le persone indagate a vario titolo per falso e truffa. I carabinieri del Nas di Salerno stanno eseguendo i sequestri e le perquisizioni nelle strutture che presentano gravi carenze strutturali e igieniche. I carabinieri, coordinati dal capitano Gianfranco Di Sario, hanno riscontrato anche gravi inosservanze nei capitolati d'appalto, soprattutto per quanto riguarda le forniture alimentari. Nell'ordinanza emessa dal gip del tribunale di Avellino non è stato però disposto lo sgombero immediato dei centri, ma bisognera' individuare in tempi brevi una nuova sistemazione per gli immigrati ospitati, che sarebbero circa 120. L'indagine è partita da una serie di denunce presentate dalla segreteria provinciale di Avellino della Cgil.
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