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REGENI, QUANTO SONO COINVOLTI GLI APPARATI EGIZIANI?

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Tempo di lettura 4 minuti Al vaglio le videocamere dell'area dove è scomparso il giovane ricercatore friulano torturato al Cairo. L'autopsia: scosse ai genitali prima di morire

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Redazione Esteri

La sua morte è ancora avvolta dal mistero. Gli investigatori italiani al Cairo faticano a raccogliere elementi sulla fine del ricercatore italiano, Giulio Regeni, ritrovato morto il 3 febbraio scorso. Le attività investigative in loco, infatti, vanno avanti con lentezza anche, probabilmente, per le metodologie di indagine utilizzate dagli apparati di sicurezza egiziani diverse dalle nostre. La raccolta di prove prosegue ma, secondo quanto si apprende, al momento l'ipotesi del coinvolgimento di organismi egiziani nella vicenda sembra la più accreditata tra gli inquirenti.

La magistratura egiziana sta visionando registrazioni di videosorveglianza della zona dove è scomparso Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano torturato a morte al Cairo. Lo confermano fonti nella capitale egiziana rimandando ad informazioni rilanciate dal sito egiziano al Watan. "I responsabili della Procura", ha scritto il sito, "continuano a visionare le videocamere dei negozi e di certi appartamenti".

"Le indagini degli apparati di sicurezza hanno affermato che l'ultimo posto dove si trovava Giulio Regeni era via Sudan", ha premesso il sito accreditando un dato emerso il giorno prima. "E immediatamente le forze di sicurezza hanno setacciato la strada, in particolare i negozi che vi si affacciano, per informarsi se ci sono videocamere che abbiano ripreso immagini della vittima", aggiunge El Watan senza precisare le proprie fonti ma segnalando che la Procura di Giza, "sotto la direzione del giudice Ahmed Nagy, ha ricevuto il rapporto di medicina legale" su Regeni. "I responsabili della Procura hanno anche interrogato gli abitanti del suo immobile". Ieri il New York Times aveva riferito come un "testimone" sostenga che il fermo dell'italiano da parte di due agenti in borghese sarebbe stato "ripreso da quattro telecamere di sorveglianza" di altrettanti negozi del quartiere ma la polizia egiziana "non ha ancora chiesto le registrazioni video".

E' durata 20 minuti l'ultima chiamata fatta da Giulio Regeni prima di essere rapito per poi finire torturato a morte: lo segnalano fonti giudiziarie al Cairo. "La procura generale ha ricevuto tabulati telefonici che mostrano" come "l'ultima chiamata è stata fatta al suo amico italiano Gennaro" Gervasio "ed è durata 20 minuti", affermano le fonti citate da Al Ahram. Giulio Regeni fu fermato e portato via dalla polizia egiziana il 25 gennaio al Cairo, probabilmente scambiato per una spia "per via di alcuni contatti sul telefono di persone legate all'opposizione anti-governativa". A scriverlo è il New York Times che cita, a sostegno della versione, tre funzionari della sicurezza egiziana coinvolti nelle indagini. Se le testimonianze citate dall'autorevole quotidiano americano trovassero conferma, si tratterebbe della prima ammissione in questo senso da parte di esponenti delle autorità egiziane, seppure in forma anonima. Ma c'è di più. Sempre secondo il giornale, un "testimone" sostiene che il fermo dell'italiano sarebbe stato "ripreso da quattro telecamere di sorveglianza" di altrettanti negozi del quartiere: ma la polizia egiziana "non ha ancora chiesto le registrazioni video". Mentre indiscrezioni trapelate sull'autopsia del ragazzo – stavolta esclusiva dell'agenzia Reuters – hanno fatto emergere nuovi agghiaccianti dettagli delle torture subite da Regeni: il corpo, tra le varie sevizie purtroppo già note, presentava sette costole rotte e segni di scosse elettriche sui genitali.

Lo 'scoop' del Nyt è arrivato nel giorno in cui gli attivisti egiziani hanno denunciato nuovi casi di 'desaparecidos': 66 nel solo mese di gennaio – e "43 casi di sospette torture in carcere" – che si vanno ad aggiungere alle centinaia di casi dell'ultimo anno. E all'indomani delle vibranti proteste di piazza dei medici contro la brutalità della polizia. I funzionari della sicurezza egiziana citati dal New York Times hanno affermato che Regeni "è stato preso" da alcuni agenti il 25 gennaio, il giorno appunto della sua scomparsa. Una volta fermato, il ragazzo avrebbe reagito "bruscamente", comportandosi "da duro". Tutti e tre i funzionari, intervistati separatamente, hanno riferito che Regeni aveva sollevato sospetti a causa di contatti trovati sul suo telefono di persone vicine ai Fratelli Musulmani e al Movimento 6 Aprile. Chi ha fermato Regeni "ha pensato fosse una spia: chi viene in Egitto a studiare i sindacati?", hanno aggiunto le fonti. I Fratelli musulmani egiziani sono stati bollati come organizzazione terroristica dopo la destituzione del presidente Mohamed Morsi nell'estate del 2013. Mentre i leader del Movimento 6 Aprile, protagonista della cacciata di Hosni Mubarak, sono in carcere per le proteste anti-governative di fine 2013 contro la legge che limita le manifestazioni, definita "liberticida" dagli attivisti. Il New York Times cita poi "diversi testimoni" che raccontano che intorno alle 7 di sera del 25 gennaio due agenti in borghese davano la caccia ad alcuni giovani nelle strade, nelle stesse ore della scomparsa di Regeni. Secondo un ulteriore testimone, i due agenti "hanno fermato l'italiano". "Uno gli ha perquisito lo zaino, mentre l'altro gli ha controllato il passaporto. Quindi lo hanno portato via". Uno dei due "era già stato visto nel quartiere in diverse precedenti occasioni, e aveva fatto domande su Regeni".

Il legale della famiglia del ricercatore friulano, Alessandra Ballerini, ha invitato però alla cautela: "E' difficile avere riscontri su testimonianze egiziane, dobbiamo fidarci delle fonti ma intanto viene pubblicato di tutto", ha detto, esprimendo fiducia nelle indagini condotte dalla Procura di Roma. Dopo le rivelazioni del Nyt il Movimento 5 Stelle è insorto: il portavoce Manlio Di Stefano ha chiesto un Commissione d'inchiesta Onu per accertare fatti e responsabili, intimando al governo di interrompere immediatamente ogni relazione diplomatica con l'Egitto. Mentre Alessandro Di Battista ha definito "vergognoso che notizie su Regeni ci arrivino da media stranieri. Italia da zerbino europeo a tappeto arabo", ha twittato. Al Cairo intanto il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha sottolineato che nei colloqui con Roma "non viene sollevata una simile illazione o accusa", ovvero il coinvolgimento di forze di sicurezza egiziane nella morte di Regeni. Il ministro poi ha avvertito: l'Egitto ha un numero "molto alto" di "emigrati in Italia" che, da vittime, "affrontano quotidianamente un'attività criminale". "Se facessi illazioni che quell'attività criminale è in qualche modo connessa al governo italiano, sarebbe molto difficile condurre relazioni internazionali". Proseguono infine le indagini. La perizia medico-legale egiziana sulla morte di Regeni è stata consegnata alla Procura di Giza, che ha deciso di non renderla pubblica, almeno per il momento, a causa del carattere di "segretezza delle indagini sul caso". Eppure in serata sono arrivate le indiscrezioni della Reuters, che cita una fonte medico-legale non essendo in possesso del documento. In Italia, il pm Sergio Colaiocco, titolare dell'inchiesta, ha ascoltato la sorella di Giulio, Irene, e un'amica, entrambe nella qualità di persone informate sui fatti. Il Ros e lo Sco avrebbero inoltre acquisito materiale informatico

Cronaca

Libano, visita del Cardinale Parolin alle strutture umanitarie dell’Ordine di Malta

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Spirito di vicinanza e comunione d’intenti al centro del ciclo ravvicinato di incontri tra il Governo dell’Ordine di Malta e la Santa Sede iniziato con l’arrivo del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, in Libano per visitare le opere assistenziali del Sovrano Ordine di Malta, e che si è concluso il 27 giugno proprio in concomitanza con il vertice di Stato in Vaticano tra Papa Francesco e il Gran Maestro dell’Ordine, Frà John Dunlup.
 
Nel corso della visita in Libano, Parolin ha celebrato una solenne Santa Messa in memoria di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Ordine in Libano, Maria Emerica Cortese e di alte cariche dello Stato. Il Segretario di Stato si è successivamente recato in alcuni dei centri umanitari gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine e ha partecipato ad alcune attività caritative.
 
La visita è stata fortemente voluta dal Governo del Sovrano Ordine di Malta proprio per rafforzare lo spirito di comunione e collaborazione con la Santa Sede. Promuovere il viaggio in Libano del Segretario di Stato il Cardinale Parolin, contestualmente alla visita ufficiale del Gran Maestro dal Santo Padre, testimonia l’attenzione a sostegno dei tanti progetti umanitari che l’Ordine porta avanti nel mondo.  Da oltre 70 anni, l’Ordine di Malta è in prima linea nel fornire assistenza sanitaria di base e servizi di sostegno sociale alla popolazione di tutto il Libano. Dal 2020 l’Ordine ha focalizzato il suo impegno su progetti “agro-umanitari” riconoscendo nell’agricoltura un fattore cruciale nell’affrontare le principali questioni umanitarie e in particolare, dopo la crisi economica del 2019 che ha colpito il Paese, per garantire la sicurezza alimentare, promuovere la ripresa economica e sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili del Libano. Oggi l’azione umanitaria dell’Ordine di Malta si inserisce nel contesto di una crisi socio economica che vede l’80% della popolazione vivere in una condizione di povertà multidimensionale e in una situazione che, a causa del conflitto Israelo-Palestinese, ha gettato il Paese in uno stato di continuo allarme.
 
Alla luce delle pressanti sfide umanitarie, il programma agro-umanitario è la testimonianza dell’impegno dell’Ordine di Malta nel Paese che attraverso un’ampia rete di iniziative mira a dotare le comunità degli strumenti e delle risorse necessarie per resistere e riprendersi efficacemente dagli shock avversi. Attualmente l’Ordine di Malta gestisce sei Centri agro-umanitari in tutta la nazione e l’attuale copertura di terreni agricoli riguarda il 69,26% del territorio libanese, con l’obiettivo di arrivare al 75% entro la fine di quest’anno.
 
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Esteri

Uk, svolta a sinistra: Starmer chiede unità

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Il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, è diventato primo ministro e ha esortato il Paese a unirsi a un “governo di servizio”. Nel suo discorso inaugurale, Starmer ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni politiche e sociali per affrontare le sfide che il Regno Unito deve affrontare. Ha evidenziato la necessità di collaborazione tra partiti politici, settori economici e comunità per costruire un futuro più prospero e giusto per tutti i cittadini.

Starmer ha delineato le priorità del suo governo, che includono il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la promozione dell’istruzione e della formazione, la lotta al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Ha anche promesso di affrontare le disuguaglianze economiche e sociali, investendo in infrastrutture e servizi pubblici essenziali.

Il nuovo primo ministro ha chiesto a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo progetto comune, mettendo da parte le differenze ideologiche e lavorando insieme per il bene comune. Ha concluso il suo discorso con un appello all’unità nazionale e alla solidarietà, invitando tutti a contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il Regno Unito.

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Cronaca

Il presidente della Repubblica Finlandese in visita di lavoro in Italia

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Alexander Stubb incontrerà Sergio Mattarella e successivamente Giorgia Meloni
 
 
Secondo un comunicato della Presidenza della Repubblica finlandese, il presidente Alexander Stubb ha in programma la prossima settimana una visita di lavoro di due giorni in Italia, ospite del presidente italiano Sergio Mattarella .
Tra Stubb e Mattarella è previsto un colloquio a Roma nel secondo giorno della visita del leader finlandese, il 4 luglio. Tra i temi di discussione in agenda figurano le questioni di sicurezza e le relazioni bilaterali.
Successivamente nel pomeriggio, Stubb incontrerà il primo ministro italiano Giorgia Meloni.
 
Secondo la nota, prima degli incontri ufficiali di giovedì, il presidente Stubb prenderà parte a un dibattito in cui analizzerà la guerra di aggressione della Russia in Ucraina e le sfide alla sicurezza dell’Europa nel Mediterraneo e in Africa”, si legge nel comunicato. Il dibattito, insieme ad esperti e ricercatori di politica estera e di sicurezza, è organizzato dall’Istituto Affari Internazionali (IAI). Il primo giorno della sua visita, il 3 luglio, Stubb incontrerà rappresentanti del mondo imprenditoriale italiano e finlandese durante una cena organizzata dall’ambasciatore di Finlandia in Italia, Matti Lassila.
 
La visita di Stubb ha un particolare significato: per circa quattro anni, prima della sua elezione nello scorso marzo, ha vissuto a Firenze, ove era docente e direttore, dal 2020, della School of Transnational Governance, istituto inserito nell’Istituto Universitario Europeo, Eui, con sede a Fiesole. L’ultimo incontro del Presidente Mattarella con un Capo di Stato finlandese risale all’ottobre 2023, con il predecessore di Stubb,  Sauli Niinistö.
Privo di virus.www.avast.com



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