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Esteri

IMMIGRATI, TURCHIA: "PRONTI AD APRIRE I CONFINI"

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Tempo di lettura 2 minuti Erdogan:"Se hanno raggiunto la nostra porta e non hanno altra scelta, se necessario, faremo entrare in nostri fratelli"

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Redazione

Parole di solidarietà e accoglienza sono state pronunciate dal leader della Turchia. Il Paese è pronto, "se necessario", ad aprire i confini a decine di migliaia di rifugiati siriani in fuga da Aleppo, in maggioranza donne e bambini, bloccati alla frontiera turca da venerdì. Lo ha comunicato il presidente Recep Tayyip Erdogan. "Il regime ha ora bloccato una parte di Aleppo…la Turchia è sotto minaccia", ha spiegato Erdogan.

"Se hanno raggiunto la nostra porta e non hanno altra scelta, se necessario, faremo entrare in nostri fratelli", ha aggiunto. La frontiera Oncupinar resta per ora chiuso a migliaia di rifugiati ammassati al confine per il terzo giorno consecutivo.

Il presidente turco ha lasciato intendere che c'è la possibilità di un intervento militare turco in Siria per evitare la creazione di uno stato curdo nel nord del Paese. Lo riferisce la stampa locale.

La Turchia non commetterà di nuovo l'"errore" fatto nel 2003 quando non invase l'Iraq al fianco degli Usa, "non possiamo ripetere in Siria gli errori commessi in Iraq", sono state le parole di Erdogan citate dai quotidiani "Milliyet" e "Hurriyet".

Secondo gli nanalisti turchi, Erdogan sembra disposto a prevenire la creazione di uno stato curdo di fatto nel nord della Siria con tutti i mezzi, inclusi quelli militari. Ankara considera gruppi terroristici le milizie curde PYD e YPG, che combattono l'Isis nel nord della Siria.
Dopo Arabia Saudita, Turchia e Bahrein, anche gli Emirati Arabi si sono detti pronti a intervenire con truppe di terra in Siria come parte della coalizione internazionale contro lo Stato islamico guidata dagli Stati Uniti.

Nel corso di una conferenza stampa ad Abu Dhabi, il ministro di Stato per gli Affari esteri Anwar Gargash ha affermato che "una vera campagna militare contro Daesh (acronimo arabo per Stato islamico, ndr) deve necessariamente includere una forza di terra". Tuttavia, ha aggiunto il ministro emiratino, "non stiamo parlando di migliaia di uomini". Gargash ha inoltre aggiunto che "la leadership degli Stati Uniti" sull'intervento sarebbe condizione essenziale per la partecipazione di Abu Dhabi.

Giovedi' l'Arabia Saudita ha fatto sapere di esser pronta a partecipare a operazioni di terra, se la coalizione internazionale dovesse decidersi a intervenire. Secondo l'ambasciatore bahreinita a Londra Fawaz bin Mohammed al Khalifa, l'iniziativa saudita in Siria avrebbe l'obiettivo di combattere "sia lo Stato islamico che il brutale regime" di Bashar al Assad. Lo stesso diplomatico ha annunciato poi ieri che il Ccg ha deciso di installare un centro per le operazioni navali dell'organizzazione in Bahrein. Misura che, secondo l'ambasciatore, "dimostra inequivocabilmente che sotto la leadership dell'Arabia Saudita i paesi del Golfo sono determinati a intraprendere un'azione positiva per combattere terrorismo ed estremismo nella regione".

Esteri

Trump in vantaggio su Biden: ecco gli ultimi sondaggi

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Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden nei sette principali Stati in bilico.

Lo rivela l’ultimo sondaggio del New York Times. Si tratta in particolare di Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Il margine più stretto è in Michigan, dove il tycoon ha il 42% delle preferenze contro il 40% del presidente, e in Pennsylvania (43% contro 40%). 

Quasi i due terzi dei democratici ritengono che Joe Biden dovrebbe ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca e consentire al partito di nominare un altro candidato. E’ quanto rileva un sondaggio di Ap-Nord Center for Public Affairs Research. 

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Cronaca

Libano, visita del Cardinale Parolin alle strutture umanitarie dell’Ordine di Malta

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Spirito di vicinanza e comunione d’intenti al centro del ciclo ravvicinato di incontri tra il Governo dell’Ordine di Malta e la Santa Sede iniziato con l’arrivo del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, in Libano per visitare le opere assistenziali del Sovrano Ordine di Malta, e che si è concluso il 27 giugno proprio in concomitanza con il vertice di Stato in Vaticano tra Papa Francesco e il Gran Maestro dell’Ordine, Frà John Dunlup.
 
Nel corso della visita in Libano, Parolin ha celebrato una solenne Santa Messa in memoria di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Ordine in Libano, Maria Emerica Cortese e di alte cariche dello Stato. Il Segretario di Stato si è successivamente recato in alcuni dei centri umanitari gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine e ha partecipato ad alcune attività caritative.
 
La visita è stata fortemente voluta dal Governo del Sovrano Ordine di Malta proprio per rafforzare lo spirito di comunione e collaborazione con la Santa Sede. Promuovere il viaggio in Libano del Segretario di Stato il Cardinale Parolin, contestualmente alla visita ufficiale del Gran Maestro dal Santo Padre, testimonia l’attenzione a sostegno dei tanti progetti umanitari che l’Ordine porta avanti nel mondo.  Da oltre 70 anni, l’Ordine di Malta è in prima linea nel fornire assistenza sanitaria di base e servizi di sostegno sociale alla popolazione di tutto il Libano. Dal 2020 l’Ordine ha focalizzato il suo impegno su progetti “agro-umanitari” riconoscendo nell’agricoltura un fattore cruciale nell’affrontare le principali questioni umanitarie e in particolare, dopo la crisi economica del 2019 che ha colpito il Paese, per garantire la sicurezza alimentare, promuovere la ripresa economica e sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili del Libano. Oggi l’azione umanitaria dell’Ordine di Malta si inserisce nel contesto di una crisi socio economica che vede l’80% della popolazione vivere in una condizione di povertà multidimensionale e in una situazione che, a causa del conflitto Israelo-Palestinese, ha gettato il Paese in uno stato di continuo allarme.
 
Alla luce delle pressanti sfide umanitarie, il programma agro-umanitario è la testimonianza dell’impegno dell’Ordine di Malta nel Paese che attraverso un’ampia rete di iniziative mira a dotare le comunità degli strumenti e delle risorse necessarie per resistere e riprendersi efficacemente dagli shock avversi. Attualmente l’Ordine di Malta gestisce sei Centri agro-umanitari in tutta la nazione e l’attuale copertura di terreni agricoli riguarda il 69,26% del territorio libanese, con l’obiettivo di arrivare al 75% entro la fine di quest’anno.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Esteri

Uk, svolta a sinistra: Starmer chiede unità

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Il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, è diventato primo ministro e ha esortato il Paese a unirsi a un “governo di servizio”. Nel suo discorso inaugurale, Starmer ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni politiche e sociali per affrontare le sfide che il Regno Unito deve affrontare. Ha evidenziato la necessità di collaborazione tra partiti politici, settori economici e comunità per costruire un futuro più prospero e giusto per tutti i cittadini.

Starmer ha delineato le priorità del suo governo, che includono il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la promozione dell’istruzione e della formazione, la lotta al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Ha anche promesso di affrontare le disuguaglianze economiche e sociali, investendo in infrastrutture e servizi pubblici essenziali.

Il nuovo primo ministro ha chiesto a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo progetto comune, mettendo da parte le differenze ideologiche e lavorando insieme per il bene comune. Ha concluso il suo discorso con un appello all’unità nazionale e alla solidarietà, invitando tutti a contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il Regno Unito.

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