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Cronaca

PROCIDA, BUFERA SULLA POLIZIA LOCALE: ARRESTATO IL COMANDANTE ANTONIO TROTTA

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Tempo di lettura 2 minuti Insieme a lui altre due misure cautelari

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Angelo Barraco

Procida – Sull'isola di Procida c'è maretta. I militari del Comando Provinciale di Napoli e della Compagnia dei Carabinieri di Ischia hanno eseguito tre misure cautelati nei confronti di Giuseppe Antonio Trotta, Comandante della Polizia Municipale dell’isola; Maria Grazia Costagliola di Polidoto, impiegata; Ciro Coppola, amministratore della “Paco Beach Srl”. Sono state condotte indagini molto tecniche, secondo metodi che vanno dall’intercettazione telefonica ed ambientale agli appostamenti, dall’acquisizione di documentazione alla raccolta di testimonianze che hanno portato a tale epilogo. Sono state coordinate dalla Procura di Napoli. Il Colonnello Trotta e l’impiegata Costagliola di Polidoro sono accusati si plurimi episodi di falso in atto pubblico, calunnia, peculato, corruzione. I reati che vengono contestati a Coppola, amministratore del “Paco Beach SRL”, sono invece corruzione e falso in atto pubblico. Emerge inoltre che il Comando della Polizia Municipale era diventato: “una sorta di feudo del comandante”. Che avrebbe posto in essere “una serie di condotte illecite nella sua gestione personalistica” e il Comandante della Polizia Municipale “avrebbe consentito agli autori degli illeciti edilizi di conservare la disponibilità dei manufatti abusivamente realizzati, salvo poi tentare di scaricare le responsabilità sul sindaco di Procida, mediante la creazione di documentazione artatamente costruita a tavolino, e dunque falsa, dalla quale si sarebbe dovuto ricavare l'inerzia di questi nel curare le pratiche di demolizione”, si sarebbe attivato inoltre, insieme alla Costagliola di Polidono per favorire l’attività edilizia “Paco Beach” con la consapevole omissione di controlli sui lavori in fase di esecuzione “l'adozione di una pluralità di provvedimenti di favore e la predisposizione di falsa documentazione sullo stato dei luoghi”. Emerge inoltre che questi atti di favore sarebbero stati concessi per lavori stradali, per realizzare un parco giochi in una zona destinata al verde pubblico e tutelata. In cambio di tutto ciò ci sarebbero state assunzioni di parenti e/o persone vicine. Emerge inoltre che ci sarebbe l’appropriazione di oltre 30mila euro, destinati al Consorzio di gestione dell’area marina protetta Regno di Nettuno. Ma non è tutto, il Trotta avrebbe fatto favoritismi nell’affidare lavori pubblici per 50mila euro che è definita “amica, priva dei necessari requisiti e peraltro cancellata dal registro delle imprese”. La Procura reputa il comportamento adottato dal colonnello tale che “avrebbe determinato una netta spaccatura tra il gruppo dei fedelissimi denominato la squadra (gratificati da posizioni di privilegio, quali autorizzazione alla prestazione di lavoro straordinario e riconoscimento di indennità di missione) ed il gruppo dei dissenzienti, emarginati all'interno del Comando e destinatari di vere e proprie attività di dossieraggio, anche con la creazione di falsi verbali”. Il Gip ha disposto gli arresti domiciliari per Trotta e della Costagliola di Polidono, per Coppola invece ha disposto il divieto di dimora.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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