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Cultura e Spettacoli

ALLA SCOPERTA DI OMERO CON LA PROF. LOREDANA LEONARDI

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Tempo di lettura 3 minuti La cosiddetta questione Omerica, riguarda proprio il dibattito ormai millenario sull'identità e sull'esistenza stessa di Omero, autore dei poemi omerici.

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di Domenico Leccese

Tutti a scuola, a suo tempo, abbiamo imparato che l'autore dell'Iliade e dell'Odissea, fu il più grande poeta greco e di tutti i tempi: Omero. La tradizione lo rappresenta come un poeta anziano e cieco, che cammminava appoggiandosi al suo bastone. Da diversi secoli, ormai, la critica ha comunciato a discutere sulla figura di questo vate immenso, autore dei due più grandi poemi epici della storia dell'umanità, e da tempo è ormai certo che non esistette mai un poeta Omero, autore dell'Iliade e dell'Odissea.

Qual è la Questione Omerica?

La cosiddetta questione Omerica, riguarda proprio il dibattito ormai millenario sull'identità e sull'esistenza stessa di Omero, autore dei poemi omerici. Da tempo l'ipotesi più accreditata è che l'Iliade e l'Odissea ebbero un'origine orale, ossia furono composti, senza mettere nulla per iscritto, in un arco di secoli che va dal XII all'VIII sec a.C. Gli autori di queste composizioni orali, furono i rapsodi, dei cantori che la tradizione rappresenta come poeti, il cui simbolo era il bastone. L'occasione per recitare brani dei poemi era la paneguris, una festa a carattere religioso, che attirava una grande folla. Qui i rapsodi recitavano brani del due poemi, che circolavano oralmente, a memora, poiché la memora degli antichi era enormemente più esercitata della nostra, aiutandosi per la memorizzazione, con versi o gruppi di versi che si ripetevano identici, in punti chiave dei due poemi. Nel corso della festa, i rapsodi, collegavano i brani che recitavano ad altri brani i in circolazione dei poemi , li "cucivano" insieme;

Rapsodo, in greco, vuol dire "colui che cuce". In questo modo, avevano anche modo di rielaborare brani dei poemi stessi.Ogni Paneguris era l'occasione per assemblare, da parte dei rapsodi, brani dei poemi e rivisitarli. Dopo questa lunga gestazione orale, nell'VIII sec a.C. in epoca tardo micenea, circa, i poemi ebbero una redazione scritta, ad opera probabilemente degli stessi rapsodi.

Anche il nome Homeros, Omero, che in passato si traduceva come  "colui che non vede", ora viene tradotto in altri modi, "ostaggio", ad esempio, ma soprattuto come "rapsodo per eccellenza". Essendo ormai chiara l'origine orale a più voci dell'Iliade e dell'Odissea, anche la questione della città che diede i natali ad Omero, è irrilevante. Nel corso dei millenni,molte città greche si vantarono di aver dato i natali al poeta: Smirne, Colofone, Chio, tanto per citarne alcune. Al massimo i nomi di queste città possono illuminarci sulle zone dove cominciarono ad essere elaborati i due poemi: l'area della Ionia d'Asia e quella micenea.

Anche se oggi sappiamo che non esistette un poeta di nome Omero, autore dell'Iliade e dell'Odissea, per convenzione, i due poemi continuano ad essere definiti "omerici" ?

I poemi omerici ci forniscono una miniera inesauribile di informazioni sulla vita, i valori, il modo di alimentarsi di vestirsi, sulle usanze dei Greci dell'epoca tardo micenea. Hanno, quindi, non solo un immenso valore artistico, ma anche storico?

Anche se ormai siamo certi che Omero non esistette, nella memoria collettiva rimane l'immagine di questo grande poeta, di questo vate, che cammina cieco, appoggiandosi al suo bastone. Il grande Ugo Foscolo, concluse il suo carme "Dei Sepolcri", dedicando gli ultimi versi a questa immensa e toccante figura, simbolo stesso della Poesia:

Un dí vedrete

mendico un cieco errar sotto le vostre

antichissime ombre, e brancolando

penetrar negli avelli, e abbracciar l'urne,

e interrogarle.

Gemeranno gli antri secreti,

e tutta narrerà la tomba

Ilio raso due volte e due risorto

splendidamente su le mute vie

per far piú bello l'ultimo trofeo

ai fatati Pelídi. Il sacro vate,

 placando quelle afflitte alme col canto,

 i prenci argivi eternerà per quante

 abbraccia terre il gran padre Oceàno.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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Cultura e Spettacoli

Tivoli, al via il festival della cultura giapponese

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Nei giorni 4,5 e 6 luglio si svolgerà a Tivoli la Prima Edizione del Festival della Cultura Giapponese, nell’ambito del rapporto di gemellaggio che lega Tivoli alla città giapponese di Yugawara.
Questo appuntamento si inserisce nel complesso dei rapporti istituzionali che collegano le due comunità e vuole rappresentare anche un ponte tra due culture millenarie che sembrano distanti e che invece hanno molti punti di contatto.
All’iniziativa hanno dato il proprio Patrocinio Gratuito i Comuni di Tivoli e di Guidonia Montecelio, L’Istituto Va-Ve, Villae Tivoli, la Fondazione Italia-Giappone, la DMO di Tivoli e Valle dell’Aniene Terre di Otium e la Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio che ha erogato anche un contributo finanziario a sostegno dell’iniziativa.
Numerosi sono stati gli sponsor privati del territorio che hanno voluto supportare l’evento.
Il Comitato promotore del Festival è composto dall’Associazione Tivoli Città della Cultura, Tivoli ONLUS, LUIG (Libera Università Igino Giordani) e Agenzia del Viaggiatore-CTS.
Il programma allegato è ampio e denso di eventi ed è finalizzato a far conoscere alcuni aspetti della cultura giapponese con l’intento di rafforzare i rapporti anche dal punto di vista istituzionale e degli scambi commerciali.
Una delegazione della Città di Yugawara sarà ospite della nostra Città negli stessi giorni in cui si svolgerà il Festival e visiterà molti luoghi e strutture sia di Tivoli sia di Guidonia Montecelio.
Il Sindaco di Tivoli accoglierà la Delegazione il 4 luglio presso Palazzo San Bernardino per i saluti e lo scambio dei doni
istituzionali.
Particolarmente significativo ed evocativo sarà l’evento del 6 luglio, alle ore 17,00, presso le Scuderie Estensi.
In quell’occasione si celebrerà il primo Raid aereo Roma-Tokyo del 1920 e si commemorerà la figura dell’Ufficiale Pilota Arturo Ferrarin che compì la trasvolata. Per l’occasione, il giorno 5 luglio alle ore 9,30, il 60° Stormo dell’Aeronautica Militare di stanza presso l’Aeroporto di Guidonia Montecelio, sorvolerà la Città di Tivoli per omaggiare la memoria del
pilota italiano, la sua impresa, la Delegazione giapponese e la città di Tivoli.
A Yugawara è presente uno dei più grandi biscottifici del Giappone intitolato alla città di Tivoli, così come un grande Centro Commerciale, inaugurato nel 2017, dove insiste un’ampia zona in cui è possibile trovare prodotti alimentari italiani, in particolare di Tivoli e della Valle dell’Aniene.

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