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Redazione
In Italia nel 2015 sono spariti nel nulla gli abitanti di una citta' di medie dimensioni. Gli esperti stimano infatti un calo record della popolazione residente nel nostro Paese, pari a circa 150mila persone in meno. Colpa di un saldo naturale (ossia il rapporto tra nati e morti) sempre piu' in deficit e di un calo del supporto migratorio. E' l'allarme lanciato da Gian Carlo Blangiardo, docente di demografia all'Universita' di Milano Bicocca, sul portale Neodemos, sito di riferimento per queste tematiche. Un crollo simile, avverte l'esperto, non si era mai verificato in un secolo: per ritrovare un saldo negativo di questi livelli bisogna tornare ai tempi della Prima Guerra mondiale.
In un editoriale dal significativo titolo "Abbiamo avuto 150mila invitati in meno al banchetto di capodanno?", Blangiardo tira le somme: "se e' vero che il 2014 era passato alla storia sia per il primato della piu' bassa natalita' dai tempi dell'Unita' Nazionale, sia per aver registrato un saldo naturale che solo nel biennio 1917-1918 aveva raggiunto punte cosi' negative (le morti del 2014 hanno sorpassato le corrispondenti nascite per ben 96 mila unita') – scrive -le stime per il 2015 sembra debbano riservarci nuove e non meno importanti sorprese". I nuovi nati infatti si fermano a quota 489 mila, mentre i decessi hanno subito una brusca impennata, tale da accreditare l'ipotesi di un altro record: quello della piu' alta crescita del numero di morti in un anno non perturbato da eventi bellici. Risultato, un divario stimabile in 170-180 mila unita'. Mentre gli immigrati immettono meno forze fresche degli anni scorsi, appena 20-30mila unita', contro le 200-300mila di qualche anno fa. Risutato, circa 150mila italiani in meno. "Occorre risalire al triennio 1916-1918 – avverte il demografo – per trovare – sommando le drammatiche conseguenze della Grande Guerra agli effetti non meno letali dell'epidemia "spagnola" – un calo di dimensioni quasi comparabili".
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