Palermo – Un sistema corruttivo che si basava su continui intescambi tra pubblico e privato, avendo come fulcro, un ufficio pubblico all'interno dell'Assessorato della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro della Regione siciliana. È quanto emerge dall'operazione denominata "Golden Circus", che ha interessato l'ambiente circense e con la quale è stata sgominata un'organizzazione dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Già lo scorso 10 novembre le indagini della Polizia di Stato avevano portato al "fermo" di 41 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere, con l'aggravante della transnazionalità, dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nel territorio nazionale di cittadini provenienti, prevalentemente dall'India, dal Pakistan e dal Bangladesh. In quella circostanza, sono stati contestati anche i reati di corruzione di pubblici ufficiali, falso materiale ed ideologico. Stamani, alle prime luci dell'alba, l'attività della Polizia di Stato ha accertato che l'organizzazione si sarebbe giovata di altre complicità che, a vario titolo, avrebbero rappresentato ulteriori snodi essenziali dell'iter criminale. Gli arresti sono stati compiuti anche nelle province di Trapani, Agrigento, Salerno, Foggia, Lecce, Roma, Pesaro, Milano, Varese e Latina.
In questo contesto, la Squadra Mobile di Palermo, diretta Rodolfo Ruperti, ha scovato ulteriori frange di illegalità annidate, sia in ambito pubblico che privato. In varie città italiane, sono state eseguite 14 misure restrittive. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Palermo. Le misure odierne sono a carico di 10 cittadini italiani e 4 stranieri: a tre persone, già sottoposte a fermo lo scorso 10 novembre, è stato notificato, stamattina, il provvedimento che ne dispone la custodia cautelare in carcere; mentre, gli altri 11, che si aggiungono ai 41 già fermati, vengono sottoposti agli arresti domiciliari.
Il sistema corruttivo, come già accertato nel precedente filone investigativo, si basava su continui intescambi tra pubblico e privato, avendo come fulcro, un ufficio pubblico all'interno dell'Assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro. Qui, oltre a Vito Gambino, già destinatario con alcuni familiari, di un provvedimento restrittivo lo scorso 10 novembre, sarebbe emersa nell'operazione odierna la responsabilità di un'altra dipendente pubblica, Anna Maria Cristina Mantione, che collaborava Gambino e contribuiva a favorire quest'ultimo, fornendogli una carta prepagata postpay, formalmente intestata alla figlia. La carta avrebbe rappresentato un più sicuro canale di approvvigionamento del denaro illecito, pagato a Gambino.
I provvedimenti hanno riguardato 10 cittadini italiani e 4 stranieri: a tre indagati, già sottoposti a fermo lo scorso 10 novembre, è stato notificato, stamattina, il provvedimento che ne dispone la custodia cautelare in carcere; mentre, gli altri 11, che si aggiungono ai 41 già fermati, vengono sottoposti agli arresti domiciliari. Si tratta di Guglielmo Allemano, che sarebbe uno stretto collaboratore dei vertici dell'associazione, nonchè uno degli ideatori del meccanismo criminale; Salvatore D'Antona, commercialista a Trapani, avrebbe collaborato con l'associazione in qualità di consulente contabile, quale titolare dell'omonimo studio, interessandosi a creare, in provincia di Trapani, ulteriori ragioni commerciali di alcune delle imprese circensi coinvolte; Gaetano Pappalardo, commercialista a Salerno, sarebbe organico all'associazione in quanto avrebbe prestato la propria attività professionale quale intermediario in favore dei vertici; Anna Maria Cristina Mantione, dipendente dell'Assessorato alla Famiglia della Regione siciliana, che pur non essendo inserita nell'associazione, risulterebbe responsabile del reato di favoreggiamento reale, per la sua collaborazione con Vito Gambino, già sottoposto a fermo ed altro elemento di spicco dell'associazione; Giuseppe Bivona, invece, come titolare di una struttura ricettiva di Agrigento, avrebbe collaborato attivamente con l'associazione, permettendo a diversi impresari circensi di eleggere la sede legale presso la sua attività commerciale.
Destinatari delle misure anche Mohammed Sajedul Islam, Mohammed Bilal, Prem Singh, già sottoposti a fermo ed ora colpiti da provvedimento di custodia cautelare in carcere. E poi Enis Franchetti, Alberto Vassallo, Yesenia Mantarro, Marco Contino, Davide Canestrelli, Jagvinder Singh, già in precedenza indagati ed ora sottoposti agli arresti domiciliari. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura. All'esecuzione delle odierne misure cautelari hanno collaborato con la Squadra Mobile di Palermo, le Squadre Mobili di Trapani, Agrigento, Salerno, Foggia, Lecce, Roma, Pesaro, Milano, Torino e il commissariato di Bardonecchia, Varese e Latina.