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Cronaca

Reggio Calabria, Squadra Mobile: duro colpo alla ‘Ndrangheta

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REGGIO CALABRIA – Vasta operazione internazionale della Polizia, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, per l’esecuzione di 14 provvedimenti di fermo emessi nei confronti di altrettanti soggetti affiliati alla ‘ndrina Muià, federata alla potente cosca Commisso di Siderno, accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa transnazionale ed armata, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, esercizio abusivo del credito, usura e favoreggiamento personale, con l’aggravante del metodo mafioso.

Gli investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia e della Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria, coadiuvati da personale del Reparto Prevenzione Crimine, stanno eseguendo anche numerose perquisizioni in Calabria, Emilia Romagna e Liguria. Nell’operazione sono impiegati 150 uomini e donne della Polizia di Stato. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 16 nella sala conferenze della Questura di Reggio Calabria, alla presenza del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, del procuratore capo di Reggio Calabria, del direttore centrale anticrimine e del questore di Reggio Calabria.

Un’articolazione della cosca Muià operante in Canada, riferibile alla locale di Siderno, è governata da un organismo (il Crimine di Siderno) composto da più soggetti che, per preservare l’operatività rispetto ai problemi legati alla pressione investigativa operata contro la ‘ndrangheta in Italia, è abilitato a riunirsi ed assumere decisioni anche in territorio estero. E’ quanto è stato documentato, per la prima volta, dall’operazione della Polizia “Canadian Ndrangheta connection”. La struttura, infatti, secondo gli investigatori, è direttamente riferibile alla struttura operante a Siderno (la Società di Siderno) e, tramite questa, alle strutture di vertice che governano gli ampi assetti organizzativi, in Italia ed all’estero, dell’intera ‘ndrangheta unitaria.

L’inchiesta della Dda di Reggio Calabria, sviluppata nel biennio 2018-2019, con un’indagine condotta dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dal Servizio centrale operativo dalla Polizia, ha consentito di delineare gli assetti e l’operatività della ‘ndrina Muià, collegata alla più affermata cosca Commisso, tradizionalmente operante a Siderno e in Canada.

Proprio indagando sulle proiezioni operative delle ‘ndrine oltreoceano, l’inchiesta di Reggio Calabria ha consentito di allargare gli orizzonti delle attuali conoscenze sull’articolata struttura della ‘ndrangheta in ambito sovranazionale, dal momento che è stato possibile documentare, per la prima volta, che l’articolazione operante in Canada poteva riunirsi all’estero.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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