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Cronaca

CASO CHIL POST: NUOVA BUFERA SULLA FAMIGLIA RENZI

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Tempo di lettura 3 minuti Andranno in Procura i nuovi documenti che inchiodano Tiziano Renzi, solo ora però desecretati dalla Regione Toscana

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di Cinzia Marchegiani

Firenze – Il caso Chil Post ritorna a soffiare come una tempesta sulla famiglia Renzi. Era il 7 gennaio 2015 quando il Consigliere regionale Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia in una conferenza stampa aveva denunciato, con documenti sconcertanti, che i debiti contratti dall'azienda di famiglia di Renzi erano stati pagati dal Governo Renzi con soldi pubblici e in parte dalla Regione Toscana tramite Fidi garantiti da quest'ultima.

Allora il Consigliere Donzelli precisava: “Ero convinto che questa fosse una vicenda indegna e immorale. Ero schifato anche dal fatto che Renzi fosse presidente della Provincia quando l'azienda della sua famiglia, azienda di cui era dirigente, chiedeva a Fidi (partecipata della Provincia stessa) la garanzia del proprio debito, era Sindaco quando il finanziamento era stato garantito ed è Presidente del Governo ora che il Governo ha ripianato il debito contratto dall'azienda della sua famiglia. In una nazione normale un leader politico cade e sparisce per molto meno.”

Il papà di Matteo Renzi e il finanziamento. Tiziano Renzi era accusato di bancarotta fraudolenta per 1,3 milioni di euro a seguito del fallimento della Chil Post. Il curatore fallimentare aveva ravvisato dei passaggi sospetti nella cessione di rami d'azienda "sani" alla Eventi Sei, società intestata alla moglie dello stesso Tiziano. In sintesi, le sezioni sane della società sarebbero state cedute per poche migliaia di euro, dunque ad un valore sottostimato, alla moglie, immediatamente prima di dichiarare il fallimento.

La Procura di Genova aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo per bancarotta fraudolenta aperto a carico di Tiziano Renzi. A marzo 2015, la procura aveva scagionato senior Renzi, secondo la quale non aveva avuto responsabilità nel fallimento della Chil Post, che avrebbe ceduto in piena salute, e quindi dall’accusa di bancarotta fraudolenta in quanto lui avrebbe ceduto la società di distribuzione editoriale Chil Post nel 2010, tre anni prima del suo dichiarato fallimento da parte degli acquirenti. Non avrebbe avuto alcun ruolo attivo nella bancarotta e la cessione dei rami di azienda "sani" per appena tremila euro alla Eventi Sei, società intestata alla moglie, non sarebbero stata una "spoliazione" di capitali della Chil Post preordinata al successivo fallimento. Tutte le responsabilità relative alla bancarotta fraudolenta della Chil Post erano state imputate dalla procura genovese ad Antonello Gabelli, 53 anni, di Alessandria e Mariano Massone, 44 anni, genovese residente ad Alessandria, rispettivamente amministratori di diritto e di fatto della Chil Post, di cui sono diventati titolari il 14 ottobre del 2010, mandandola fallita il 7 febbraio del 2013 con sentenza del tribunale di Genova.

Nuova bufera in arrivo, q
ualcuno favorì Chilpost. Dalla Regione Toscana arrivano solo ora nuove informazioni. Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, Giovanni Donzelli, in seguito alla risposta fornita due giorni fa, in Consiglio regionale dall’assessore della Regione Toscana, Stefano Ciuoffo sulla vicenda dei debiti dell’azienda di famiglia del premier dichiara: “La risposta della Regione all’interrogazione conferma: qualcuno ha agito favorendo la Chil. Mi recherò alla Procura della Repubblica di Firenze perché a Fidi Toscana si è consapevolmente forzata la procedura prevista da regolamento per pagare la garanzia concessa all’azienda Chil della famiglia Renzi”.

Nuovi elementi, erano secretati? Il Consigliere Donzinelli scatta una fotografia al limite del grottesco: “Stando alla ricostruzione ufficiale della Regione – sottolinea Donzelli che ormai da un anno si sta occupando del caso – Fidi Toscana si era accorta che l’impresa Chil della famiglia Renzi era diventata da maschile a femminile e si era trasferita dalla Toscana alla Liguria e per questo aveva sospeso la procedura di erogazione del mutuo. A quel punto la Bcc di Pontassieve – che ha concesso il mutuo grazie al parere di Marco Lotti, padre di Luca Lotti Sottosegretario del governo Renzi – ha fornito i documenti che lo dimostravano e sulla base della quale oggi la stessa Fidi, con il parere della Regione, ha chiesto alla banca la revoca della garanzia attraverso il curatore fallimentare”. C’è da chiedersi come mai queste informazioni arrivano solo ora…

La denuncia, la concessione del mutuo era firmata da Tiziano Renzi. Donzinelli esterefatto dalla documentazione entrato in possesso spiega: “E’una vicenda su cui ci sono troppe ombre, bastava leggere la carta di concessione del mutuo alla Chil per notare che era stata firmata da Tiziano Renzi come rappresentante di un’azienda che aveva il diritto ad una agevolazione per imprese femminili. Ci sono troppi fattori sulla base dei quali non crediamo che si tratti di un caso, partendo dal fatto che uno dei fondatori di Fidi Toscana è Alberto Bruschini, zio di Francesco Bonifazi renzianissimo tesoriere del Partito democratico”.

Nuove prove, ora va tutto in procura. I documenti appena desecretati parlano di altre prove inoppugnabili e arrivano solo dopo la richiesta di archiviane il reato di la bancarotta fraudolenta a carico del premier Matteo Renzi. “Ora – conclude Donzelli – saranno i magistrati a decidere cosa fare sulla base dei documenti che consegnerò loro”.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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