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Cronaca

CASO DENISE PIPITONE, MESSAGGIO SHOCK "SONO DENISE MAMMA"

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Tempo di lettura 7 minuti Così ha risposto una ragazza ad un appello diffuso su facebook Piera Maggio, madre della piccola Denise Pipitone

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di Angelo Barraco
 
“Sono Denise mamma”: Così ha risposto una ragazza ad un appello diffuso su facebook a Piera Maggio, madre della piccola Denise Pipitone scomparsa da Mazara del Vallo 1 settembre 2004. Ma è davvero Denise o si tratta di uno scherzo di cattivo gusto? Piera Maggio aveva postato una foto che la ritraeva abbracciata alla figlia con scritto: “Denise ti ricordi? Sono la tua mamma”. Chi è questa ragazza? La somiglianza tra la ragazza che ha contattato Piera Maggio nel post di face book è evidente, gli occhi, il naso e altri dettagli, ma è Denise? Ciò che colpisce del cognome della ragazza è il cognome della ragazza, un cognome straniero, era un cognome entrato nell’inchiesta. Torna in mente il video della Guardia Giurata che filmò una bambina che somigliava a Denise. La trasmissione “Chi l’ha visto?” ha contattato la persona in questione chiedendo se fosse stata lei a scrivere il messaggio su face book, la ragazza ha riferito di no e di non conoscere neppure Denise ma ha concluso con una frase emblematica: “Se ci fosse Denise ve la verreste a prendere?”. Chi è questa ragazza? 
 
Ultime novità sul caso Denise Pipitone. E’ stata confermata l’assoluzione della Corte d’Appello di Palermo per Jessica Pulizzi, su cui pende l’accusa di aver sequestrato la piccola Denise Pipitone. Erano stati chiesti 15 anni di reclusione dal procuratore generale Rosalba Scaduto, che era stata assolta in primo grado. In aula era presente la mamma della piccola Denise, Piera Maggio.
 
Intervista all’Avvocato Frazzitta in merito all’assoluzione di Jessica Pulizzi.
 
 Jessica è stata assolta, vi aspettavate questa assoluzione?
“E’ chiaro che un giudizio particolarmente difficile non può avere un risultato scontato, la sensazione, e di sensazioni purtroppo in diritto non si può vivere ma si vive di certezze, da uomini era una sensazione interessante, avevamo una sensazione positiva. Vero è che ad un certo punto abbiamo notato l' umore da parte della Corte, tuttavia il procedimento aveva degli atti d’Appello ben precisi, ben determinati, che non avevano lacune, che evidenziavano deficit dell’utilizzo di primo grado. Questi erano ritenuti fondati alla riapertura del dibattimento e quindi è chiaro che non avevamo certezza me una buona idea di aver fatto un buon lavoro, il massimo che si poteva fare”.
 
In merito agli elementi contro Jessica?
“In merito agli elementi contro Jessica in particolare si era approfondito anche l’accesso nell’abitazione dopo due ore dalla scomparsa  della piccola Denise Pipitone nella casa di Anna Corona e che in realtà si è avuto modo di rilevare che è stato sviato questo accesso dalla Anna Corona stessa che li ha fatti entrare nella casa della vicina. In questa storia, mi spiace doverlo dire, c’è tanta gente che è a conoscenza, e ne abbiamo prova di fatti e di elementi, che possono far mutare il senso di questa tragica vicenda. Purtroppo queste persone o sono reticenti o comunque non raccontano la verità, tutto questo ha fatto male a questo processo indiziario e dunque oltre a nascere con grosse difficoltà genetiche, lo ha ulteriormente aggravato  con la reticenza e la non collaborazione di molti testi terzi per paura e tanti altri motivi. Sta di fatto che nonostante questo siamo riusciti ad avere un quadro abbastanza chiaro, un puzzle in cui mancano dei tasselli. Non c’è ombra di dubbio, non posso negarlo, ma abbiamo dei punti certi in questo puzzle”.  
 
Quali saranno le prossime mosse?
“Le prossime mosse saranno che certamente dobbiamo attendere le motivazioni, non posso escludere a priori la possibilità di fare ricorso in Cassazione perché verrei meno al mio giuramento d’Avvocato, verrei meno ai miei doveri deontologici nei confronti della cliente, ma verrei meno a una mia condizione morale. La ricerca della verità in questa storia va affrontata in tutte le sedi, siano queste sedi collegabili ad un ambito stragiudiziale e legate alla ricerca, siano le sedi processuali canoniche, con queste noi ci confrontiamo, con le sedi canoniche. Noi abbiamo tre gradi di giudizio e quei tre gradi di giudizio li affronteremo tutti a testa alta, come abbiamo fatto fino ad oggi, con la consapevolezza che siamo nel giusto, con la consapevolezza che noi abbiamo una visione chiara su quello che è accaduto sulla vicenda”. Speriamo di poterla trasmettere anche ai giudici della Suprema Corte.
 
Sarà cercata ancora Denise?
“Denise sarà ricercatissima, credo che sia la bambina, insieme a Meddi, più ricercata nel mondo e noi continueremo a fare il nostro dovere anche in questa sede della ricerca. Non le nego che lo abbiamo fatto nel mese di agosto, lo abbiamo fatto nel mese di settembre, perché non tralasciamo nessuna segnalazione, non tralasciamo nessun piccolo elemento che ci possa condurre a poter riabbracciare Denise Pipitone. Noi speriamo di poter arrivare a questo, per noi è un sogno, in questo sogno purtroppo tanta gente da incubo si è frapposta e speriamo che la verità emerga e speriamo che la cortina di omertà che avvolge come un manto opaco la città di Mazara del Vallo possa definitivamente aprirsi e possa questa città  e i suoi abitanti, tutti, riscattarsi e riscattare l’immagine di questa città che certamente in questa storia non ha dato una bella immagine di se. Quindi veramente, noi sollecitiamo tutti i mazaresi che possano conoscere anche un frammento di questa storia, e ce ne sono, io potrei pure dirle i nomi e cognomi di quelli che ci sono che sono stati evidentemente reticenti”.
 
Quindi allo stato attuale ci sono persone che conoscono la vicenda?
“A Mazara ci sono le persone che conoscono. Noi comunque ci fermeremo solamente se ci riportano Denise Pipitone; che ci dicano che fine ha fatto Denise Pipitone, altrimenti saremo degli irriducibili”.
 
La scomparsa di Denise: Il 1 settembre 2004 tutta Mazara Del Vallo e tutta Italia apprende della scomparsa di una bambina che si chiama Denise Pipitone, ma sin da subito i contorni della vicenda sono opachi. Analizziamo la vicenda attimo per attimo; Denise viene affidata da Piera Maggio –madre di Denise- alla nonna materna intorno alle 8:30, poiché la signora Maggio in quel periodo frequentava un corso di formazione e necessitava di affidare i due figli alla madre. Piera Maggio quel terribile giorno riceve una telefonata alle 12:30, una telefonata che cambierà per sempre la sua vita e quella di tutte le persone che hanno seguito il caso; a Piera Maggio gli viene detto al telefono che Denise era scomparsa e che le ricerche erano in corso da mezz’ora ma che non avevano portato ad alcun esito. Piera Maggio non appena giunge a casa vede Polizia e Carabinieri che cercano Denise, iniziano le perquisizioni anche all’interno degli appartamenti dei familiari e viene presa in considerazione l’idea che la bambina si sia allontanata da sola, ma Piera Maggio conosce bene la sua bambina, conosce bene le sue abitudini, sa di cosa ha paura la sua creatura e sa che non è autonoma negli spostamenti  e ha paura delle macchine. La nonna di Denise stava cucinando al momento della scomparsa, e la certezza di collocare Denise in un orario specifico all’interno del garage c’è, poiché la piccola si trovava, almeno fino alle 11.35, con la nonna. La casa in cui viveva Denise si trova in periferia, vicino ad un cimitero, e si trova in Via Domenico La Bruna. L’ultima persona a vedere Denise è stata la zia di Denise in Via Castagnola, proprio il cugino ha confermato di averla vista giocare quella mattina. Denise aveva mostrato il suo visino innocente dalla porta a specchio della zia, successivamente si avvia verso la casa della nonna, ovvero verso Via Domenico La Bruna, ed è da li che inizia il mistero della scomparsa di Denise, avvenuta in pochi istanti. 
 
Piera Maggio sin da subito viene interrogata e gli viene chiesto se nella sua famiglia vi erano dei rapporti burrascosi, allora Piera Maggio indica agli inquirenti immediatamente e sin da subito Jessica Pulizzi e la famiglia poiché Jessica Pulizzi è figlia del padre naturale di Denise, ma sull’aspetto investigativo ci torneremo più avanti, adesso ci soffermiamo su un avvenimento che è accaduto il 18 ottobre 2004, esattamente un mese e mezzo dopo la scomparsa di Denise. Siamo a Milano, una guardia giurata che prestava servizio ha notato dei nomadi costituito da un uomo, due donne e tre bimbi, ma nella guardia giurata c’è stato un sobbalzo poiché una di quelle bambine somigliava in modo evidente a Denise Pipitone. La piccola aveva la testa coperta da un cappuccio di colore scuro, ma quel giorno a Milano non pioveva. L’uomo ha avvertito la Polizia ma il gruppo di persone si è allontanato prima dell’arrivo dei poliziotti. L’uomo aveva con se un telefonino e ha registrato di nascosto un video/audio in cui si sente chiaramente la bambina che somiglia a Denise che dice “Dove mi porti?” con una cadenza tipica del sud Italia, prima di questa frase vi è un’altra frase pronunciata dalla donna che fa pensare ancora e supporre che quella bimba sia effettivamente Denise, poiché una donna dice alla piccola “Danàs”, inoltre la guardia giurata aveva notato nel volto di quella piccola una cicatrice, anche Denise aveva una cicatrice sotto l’occhio. 
 
Tante segnalazioni arrivano da tutta Italia, tanti credono di aver visto Denise in diversi luoghi d’Italia ma nulla di concreto, furono scandagliate tante piste, da quella del traffico di organi a quella che portava agli zingari come probabili responsabili. Ma la svolta investigativa arriva nel mese di maggio del 2005, quando le indagini si concentrano sulla pista familiare e su Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise. L’astio di Jessica nei confronti di Piera Maggio è dovuto al fatto che il padre naturaledi Jessica, nonché anche padre naturale di Denise, avrebbe avuto una relazione con Piera Maggio, quindi il motivo sarebbe la gelosia. Jessica già in precedenza aveva manifestato a Piera Maggio il suo disprezzo mediante insulti e foratura di gomme, il rapimento della figlia sarebbe stato un ulteriore atto punitivo.
 
L’accusa contro Jessica Pulizzi si incentra su una frase “ Io a casa c’à purtai” (io a casa gle la portai), catturata durante un’intercettazione ambientale. Jessica ha inoltre detto numerose bugie e ha negato di essere vicino la casa di Denise quel giorno, ma ciò è stato smentito dalle celle telefoniche di quella zona. Il colpo di scena arriva il 5 dicembre nel processo d’appello, dove si apprende in un’intercettazione ambientale risalente all’11 ottobre del 2004, dopo un’accurata ripulitura dei nastri, che Jessica ha detto alla sorella Alice la seguente frase: “Quanno eramu 'ncasa, a mamma l'ha uccisa a Denise» (quando eravamo a casa, la mamma ha ucciso Denise)”, il consulente della difesa dice però che quella frase non si sente. Il 27 giugno 2014 Jessica Pulizzi viene assolta dal Tribunale di Marsala con l’accusa di concorso nel sequestro di Denise, assolta per non aver commesso il fatto e per mancanza di prove. I Pm avevano chiesto una condanna a 15 anni poiché “Una serie di indizi chiari, univoci e convergenti inducono a ritenere che Jessica sia stata l'autrice del sequestro. E' colpevole senza alcun dubbio. Anche se non può aver agito da sola”, un processo di primo grado costituito da 44 udienze, lungo, torbido ma inconcludente. Intanto gli anni passano, le indagini vanno avanti e il pg della Corte d’Appello di Palermo ha chiesto pochi giorni fa per Jessica Pulizzi 15 anni di carcere durante il processo di secondo grado. Il sostituto procuratore Rosalba Scaduto ha dichiarato: “In appello sono emersi molti più indizi a carico di Jessica Pulizzi rispetto al processo di primo grado. Tutti indizi, univoci e concordanti, che portano a lei. Non è mai saltata fuori un'alternativa”. Si sono svolte il 22/05/2015 anche le arringhe di parte civile sul caso della scomparsa di Denise ed è stata richiesta la condanna di Jessica Pulizzi inquanto la sua colpevolezza era emersa durante il processo d’Appello.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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