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ENDOMETRIOSI: 14 ANNI DI BATTAGLIA CONTRO LA MALATTIA

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Tempo di lettura 6 minuti Alina Migliori racconta questi 14 anni tra esami, cure e interventi

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di Domenico Leccese

Parliamo di endometriosi una malattia cronica e complessa originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, cioè l'endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino. Ciò provoca sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze ed infertilità. Ogni mese, sotto gli effetti degli ormoni del ciclo mestruale, il tessuto endometriale impiantato in sede anomala va incontro a sanguinamento, nello stesso modo in cui si verifica a carico dell'endometrio normalmente presente in utero. Tale sanguinamento comporta un'irritazione dei tessuti circostanti, che dà luogo alla formazione di tessuto cicatriziale e di aderenze.

Ne parliamo con Alina Migliori che da oltre 14 anni porta avanti la sua battaglia contro questa malattia.

Chi è Alina Migliori e quando è iniziato il tuo calvario?
Mi chiamo Alina Migliori ho 44 anni e ho l'endometriosi. Per dirla tutta, avrei dovuto parlare al passato dal 2004,da quando ho subito l'isterectomia totale ma purtroppo così non è stato. Nel 2001 dopo anni che stavo male, convivevo con febbre, dolori fortissimi durante le mestruazioni, durante i rapporti sessuali, fitte da farti piegare in due nell'arco del mese, il mio ginecologo si è deciso a ipotizzare che potessi avere l'endometriosi. Sono stata operata per una prima laparoscopia "esplorativa"  per vedere cosa c'era. Ero pienissima: l'endo aveva già preso utero, ovaie intestino e piegato l'uretere, ero già al IV stadio. Allora determinati interventi non si facevano ancora in laparoscopia e quindi dopo pochi mesi mi fecero la mia prima laparotomia per pulire il tutto. L'intervento fu complicato perchè l'endometriosi aveva cementificato tutto e furono usate anche delle forbici per liberare l'intestino. Da "pivella" della malattia ho pensato di non averne più a che fare ma mi sbagliavo di grosso. Nonostante mi avessero messo sotto pillola dopo pochissimi mesi ripresi a star male e avere grossi problemi all'intestino. All'inizio si pensava che si fosse creata un'aderenza che bloccasse e quindi dopo colonscopie dove non riuscivano ad entrare, clismi vari si decise di provare con il palloncino ad entrare nel retto per aprire l'intestino. Durante l'esame però il radiologo si accorse che la chiusura non era provocata da un'aderenza ma c'era una palla fuori che schiacciava il tutto. Passai dalla pillola al decapeptyl perchè oramai la pillola non riusciva a bloccare i dolori fortissimi. Al posto di andare in menopausa con il  decapeptyl andavo in emorragia e ogni mese dovevo bloccare il ciclo con pastiglie antiemorragiche. Dopo mesi passati veramente nel buio, il mio ginecologo, che nel frattempo non era più lo stesso, mi prospettò una doppia strada. Essere rioperata per una pulizia dove c'era pericolo per l'intestino e nei mesi dopo provare con ad avere un figlio con l'inseminazione (era stata appena approvata la nuova legge su l'inseminazione) o, se non desideravo un figlio, togliere il problema facendo un'isterectomia totale. Sono entrata in crisi: avevo 32 anni, non avevo mai pensato ad avere figli ma togliersi la possibilità così presto mi sembrava assurdo.
Però stavo male le cure non funzionavano, anzi l'endo nel mio corpo galoppava contenta. Mio marito Antonio mi aiutò in questa scelta, che ancora oggi a volte mi ritrovo a pensare, egoistica. Lui aveva sposato e amava me, non un eventuale figlio, che se avessimo comunque un domani voluto, c'erano altri modi. Così pochi giorni prima del mio trentatreesimo compleanno entrai in sala operatoria, facendo la seconda laparotomia, per togliere utero ovaie intestino, con rischio di deviazione e pulizia totale. L'intervento durò tanto ed il primario di ginecologia mi salvò, all'ora, l'uretere mettendomi uno stent, perchè era completamente chiuso.

Alina quanto tempo ci è voluto per riprenderti?
Ci ho messo un po' per riprendermi, non fisicamente ma psicologicamente anzi se devo essere del tutto sincera, forse non mi sono ancora ripresa oggi. Ora pensavo veramente di non sentir più nominare questa malattia; ma mi sbagliavo ancora di grosso. Dopo un anno ho iniziato a avere coliche renali una volta al mese.
Poi sono arrivata ad averle ogni quindi giorni. Il mio urologo all'inizio pensò a della sabbietta ma poi mi disse che dovevo andare da lui in pronto soccorso mentre ero sotto colica. Io non ne volevo sapere di andare ancora in ospedale ma alla fine cedetti.

Qual è stato il Responso?
Una palla bloccava l'uretere ed era da togliere perchè se no rischiavo il rene. Si decise per l'intervento che consisteva nel rinnesto dell'uretere in vescica. Terza laparotomia. Ora queste cose le fanno tutte in laparoscopia, meno male che la chirurgia ha fatto passi in avanti, quello che invece non è stato fatto per trovare delle soluzioni all'endometriosi. L'intervento in se andò bene ma la notte ebbi un'emorragia la mattina non sapevano se bloccarla operandomi ma decisero di aspettare e dovetti fare trasfusioni di sangue. Restai mesi con un ematoma sopra l'addome di sinistra di 9 cm x 7 cm, che mi procurò a posteriori, altri casini.
Quando arrivò la biopsia della palle tolta, si scopri che c'era dentro un pezzo di ovaio; quindi questo pezzo, nonostante io dovessi essere in menopausa, lavorava in ovulazione andava a creare ancora casini. Si gonfiava durante il periodo, mi faceva venire una bella colica e poi si sgonfiava.

Quando ti sei resa conto che la tua endometriosi era anomala?

Come poteva un pezzetto così piccolo essere così forte da creare ancora casini!!! Sono stata tre volte in ospedale dopo l'intervento perchè dove avevo il versamento si creavano linfoceli. Sui primi due ricoveri passo sopra ma sul terzo no. Quello non lo dimenticherò mai, perchè ha minato la mia psiche. Rimasi in ospedale per ben 40 gg. La vescica non funzionava più e dentro avevo una palle da 8 cm che schiacciava gli organi. Mi misero un drenaggio nella schiena con un intervento cercando il punto di entrata con la Tac e mi fecero ogni sorta di esame e consulto per capire cosa avesse potuto bloccare la vescica. Nel frattempo mi insegnarono l'auto cateterismo. Un venerdì, una settimana prima che mi rimandassero a casa, senza aver trovato una soluzione all'enigma, uno dei chirurghi dei vari consulti, si presentò nella mia camera dicendomi che se mi avesse operata non  sapeva come poteva finire l'intervento. Per l'intestino ci sarebbe stata la stomia, visto che 15 cm li avevo già tolti, per il rene e l'uretere lasciò intendere che essendo già stato tagliato…c'era pericolo di togliere tutto…e poi per l'addome. Lo ascoltai, non dissi nulla e mi chiusi in me stessa. Quando uscii dall'ospedale il mio ginecologo, capendo la situazione mi consiglio di andare da uno psicologo. C'era però qualcosa che non mi quadrava.

Alina chi ti ha seguito ed aiutato nelle varie fasi successive?
Andai dal mio medico della mutua, l'unico dottore che in vita mia, mi ha sempre capita e non considerata un malato immaginario e gli dissi di prescrivermi gli esami ormonali per due volte, li avrei fatti ogni 15 gg.
Il risultato, non ero ancora in menopausa. Dentro a quel benedetto linfocele c'era un altro pezzo ovarico. Ora, negli interventi di isterectomia dovuti a endometriosi, si sa che è possibile che le ovaie possano essere esplose e dentro il corpo ci siano dei residui, infatti ho conosciuto ragazze a cui è stato detto, ma forse, come il solito, allora era troppo presto e dei casi erano successi solo in America. Anche qui mi resi conto di quanto la mia endometriosi fosse forte perchè  appena scoperto il secondo residuo il ginecologo mi rimise sotto pillola ma questa era troppo leggere e il linfocele si rigonfiò ribloccandomi l'uretere e dilatandomi il rene. Ripassai al decapeptyl. Non era possibile, stavo vivendo in un sogno. Io dovevo essere in menopausa dal 2004 ma non lo ero e per andarci veramente dovevo fare ancora quelle maledette punture! Ora sono passata ad una pillola più forte, sospendendo il decapeptyl, perchè nel frattempo sono diventata ipertesa. Ho ripreso ad urinare da sola dopo 4 mesi non si sa il motivo ma i miei problemi con l'intestino non sono finiti. Ho dovuto fare della scosse perchè l'ano non apriva più ma chiudeva solo, per questo motivo mi si è formato un rettocele in vagina (intestino che prolassa in vagina) di 2 cm. 
Tutto il tratto finale dell'intestino non funzionava più ho fatto altri interventi per mettere un neuro stimolatore sacrale per stimolare i nervi che, dopo troppi interventi pesanti, si erano lesionati e quindi non facevano muovere l'intestino. Lo stesso ora mi serve anche per la vescica che a causa dell'ematoma, del rinnesto, del linfocele si è prolassata nella cupola in alto a sinistra e non si svuota del tutto. Quindi le lezioni di cateterismo mi sono riservite perchè devo farne tre al giorno. A tutt'oggi vivo ancora con dolori vari, un sacco di pastiglie pesanti per vescica e una rabbia dentro che vorrei tirare fuori in qualche modo.

Alina, in conclusione, qual è il messaggio che vuoi lanciare a tutte le DONNE?
Ho deciso che la mia esperienza devo usarla per aiutare le altre donne anche  se poi somatizzo tutto.
A tal proposito, le invito ancora una volta alla marcia mondiale dell’endometriosi che si svolgerà il 19 marzo 2016 a Roma.
Sarà il terzo anno che ci si ritrova per questo evento e ogni anno, siamo sempre di più.
Speriamo che il Ministro della Salute apra finalmente gli occhi sulla sofferenza di più di 3 milioni di donne e riconosca l’endometriosi come malattia sociale e venga finalmente inserita nei livelli essenziali di assistenza.
Spero solo nel mio cuore, che non mi succeda ancora qualche cosa, sarebbe veramente troppo, un po' di pace non si nega a nessuno!

Eccola…. è la mia storia ora non avrei altro da dire e da scrivere! Alina conclude con un messaggio ed una sua foto : “ho temuto di perdermi…ho alzato la testa, e sopra di me c'eravate voi con le vostre braccia a proteggermi!”
 

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Star Wars Outlaws, il videogame di Ubisoft dedicato ai fan della saga

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Star Wars Outlaws, il nuovo videogame di Ubisoft per Pc, Xbox e PlayStation ambientato in uno degli universi più amati di sempre, si colloca tra L’impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi. Un periodo poco esplorato nel medium videoludico e in cui gli sviluppatori di Massive Entertainment hanno voluto raccontare la loro storia. Una vicenda che mette da parte potenti Jedi e leggendari eroi per mettere i giocatori nei panni di una protagonista del tutto inedita che, con sguardo sognante verso le stelle, fantastica di un’opportunità che possa cambiare in modo radicale la sua vita piuttosto banale e ben poco avvincente. Kay Vess, questo è il suo nome, è un’abile ladra, che si destreggia nel borseggiare ignari passanti per le strade di Canto Bight fin da quando era bambina. Divenuta adulta, vive con il suo fido quanto intelligentissimo animaletto Nix nella mansarda di un locale gestito dal suo amico Bram, mentre sogna di poter finalmente mettere a segno un colpo che le permetta di acquistare una nave e lasciare per sempre le fatiscenti strade di Canto Bight. L’occasione finalmente si presenta quando viene invitata ad unirsi ad una rapina ai danni di un potente e ambizioso signore del crimine di nome Sliro, a capo del Sindacato dei Zerek Besh. Questo primo colpo fungerà da tutorial, che proseguirà con una rocambolesca fuga a bordo della nave privata di Sliro, la Trailblazer, per poi concludersi con un atterraggio di fortuna sulla ventosa luna di Toshara, pianeta mai apparso nella saga e creato per l’occasione con la collaborazione di Lucasfilm Games. Risvegliatasi dall’atterraggio e con il marchio della morte (una taglia che attrae i più letali killer della galassia) che pende sulla sua testa, Kay per la prima volta si trova finalmente libera di plasmare il proprio destino. In compagnia del fido Nix, la ragazza raggiunge la capitale Mirogana, una città caotica e brulicante di vita. Qui il mondo dei Sindacati pullula di traffici e operazioni, un posto perfetto per Kay Vess di dimostrare le sue qualità e iniziare a costruirsi una reputazione agli occhi di Signori del Crimine, Pirati, Mercenari e Imperiali. Tutti hanno bisogno delle abilità di Kay per i propri loschi affari. Abilità che la faranno notare da Jayken, un ambizioso criminale pronto a reclutarla per effettuare una delle più ambiziose rapine mai fatte nella Galassia, accompagnato dal misterioso Droide pistolero ND-5. Per Kay si presenta finalmente l’opportunità della vita, ma non si sfugge al passato. Vecchi e nuovi nemici tramano nell’ombra, in un intreccio che porterà la protagonista fino agli angoli più remoti della Galassia in un’avventura avvincente quanto pericolosa. A livello di giocabilità, Star Wars Outlaws si presenta come un action game open world che vede Kay muoversi tra le grazie dei Sindacati del Crimine, che nelle 30 ore necessarie ad arrivare ai titoli di coda, dovrà reclutare la migliore banda della galassia per poter realizzare il colpo del secolo, esplorando cinque pianeti, ognuno con i propri biomi, fauna e flora. Le ore di gioco diventano però molte di più se si vuole completare i numerosi incarichi secondari che il gioco offre, arricchendo notevolmente l’esperienza complessiva di gioco. Il titolo ricrea per ogni pianeta delle vaste aree interamente esplorabili, le cui dimensioni variano notevolmente da mondo a mondo, con la protagonista che può viaggiare ovunque voglia. Nella maggior parte dei pianeti sono presenti una città principale, che funge da Hub per varie attività, più diversi insediamenti sparsi per la regione, tutti ricchi di opportunità per una ladra come Kay per iniziare a farsi le ossa nel crimine organizzato. Per muoversi tra le vaste aree dei pianeti più grandi si può fare affidamento allo Speeder presente all’interno della Trailblazer. Questo è l’unico mezzo di trasporto di terra pilotabile, nonostante si vedano sfrecciare per le strade numerosi altri veicoli. A piedi invece il giocatore può fare affidamento sulla notevole agilità di Kay per scalare montagne o edifici, facendo magari sapiente uso del suo versatile rampino e compiendo azioni acrobatiche.

Joypad alla mano Star Wars Outlaws si presenta come un classico action game in terza persona ma le idee messe sul tavolo da Massive hanno avuto la Forza di arricchire e variare l’esperienza in modi davvero molto interessanti. Primo fra tutti è la presenza dei già citati Sindacati criminali. Essi hanno una propria base collocata nel pianeta e ogni Sindacato dispone di agenti pronti ad assegnare missioni, oltre che venditori specializzati dove acquistare i materiali e l’equipaggiamento più raro e interessante. Per far salire la reputazione presso un Sindacato e avere così accesso a vantaggi e merce sempre migliore, bisogna completare incarichi di varia natura, come l’infiltrazione nelle basi nemiche, recuperare merci nascoste, sabotaggi e altri tipi di operazioni. Oltre a svolgere incarichi, un altro modo per guadagnarsi la fiducia di uno dei Sindacati è vendere i segreti di una organizzazione ad un’altra, oppure alla fine di alcuni incarichi tradire il committente per favorire un’organizzazione rivale. Tutto è nelle mani di chi gioca, e una canaglia esperta sa sempre come riuscire a farsi alleate tutte e quattro le organizzazioni criminali. Se non si sta attenti invece, si rischia di farsele nemiche, con tutte le complicanze del caso, come non essere più ammessi nella loro base o venire braccati dai loro sicari. In Star Wars Outlaws oltre a dover gestire la Reputazione agli occhi dei signori del crimine, sarà opportuno prestare attenzione a non infrangere la legge. In quel caso bisognerà vedersela con l’Impero, decisamente più attrezzato e letale dei Sindacati. Nel caso si venga colti a commettere un reato ai danni dell’Impero, verrà emesso un ordine di cattura nei confronti di Kay, di fatto il classico stato di “ricercato” visto in molti titoli open world. In questo caso, per rimuovere tale status, occorre infiltrarsi in uno dei vari posti di blocco Imperiali, manomettere il terminale e rimuovere il proprio mandato di ricerca. Anche se alcuni Ufficiali Imperiali sono disposti a chiudere un occhio, dopo il dovuto pagamento ovviamente. Si sa, anche nell’universo di Satr Wars la corruzione è presente e ad alcuni imperiali il denaro extra piace molto. Tra una missione e l’altra, esplorando i mondi di gioco, ci si può imbattere in diverse attività secondarie. Nei pianeti principali ci sono diversi segreti da scoprire come antichi tesori da recuperare, misteriose trasmissioni da seguire, Avamposti da saccheggiare, Specialisti da reclutare e minigiochi molto divertenti. Ci sono attività per tutti i gusti e proposte in notevole varietà da tenere incollati allo schermo per ore. Per quanto riguarda i momenti più concitati di Star Wars Outlaws, il gioco propone due approcci diversi: l’assalto diretto con blaster in mano, oppure un approccio più furtivo, con la collaborazione straordinaria del sempre fedele Nix. Il simpatico animaletto infatti svolge un ruolo fondamentale nel gameplay, con la possibilità di fargli svolgere diverse azioni come distrarre nemici, rubare chiavi dalle tasche di Ufficiali Imperiali, Sabotare attrezzature nemiche, innescare dispositivi esplosivi e attivare interruttori altrimenti irraggiungibili. La ricca varietà di possibilità, unita a un ricercato level design degli scenari, offre al giocatore un vasto ventaglio di strategie da utilizzare. Non c’è mai un’unica strada per arrivare all’obiettivo. Sta al giocatore scegliere la migliore. Studiare una base nemica da una distanza di sicurezza, facendo saggio uso del binocolo, è un’ottima tattica per individuare strade, condotti segreti, pareti scalabili e percorsi di pattuglia nemica. Inoltre, l’esplorazione dei mondi di gioco ripaga sempre. Certo, ci si può dedicare solo alla splendida quest principale, ma il vero cuore pulsante di Star Wars Outlaws è vivere pienamente la ricca esperienza che l’opera propone. Anche perché solamente svolgendo determinati incarichi o esplorando particolari luoghi, si possono ottenere potenziamenti necessari per migliorare le proprie abilità, l’equipaggiamento e i mezzi a disposizione. Kay infatti, grazie all’aiuto di determinati personaggi chiamati Specialisti, può migliorare le sua abilità nell’infiltrazione e nel combattimento. Per esempio può insegnare a Nix come sabotare gli allarmi, oppure c’è l’abilità “Parlantina”, che nel caso si venga scoperti da una guardia in territorio nemico, dà a disposizione diversi secondi extra, dove Kay proverà a distrarlo a riempiendolo di parole, per evitare che dia l’allarme. Magari avvicinandosi lentamente e stordendolo con un pugno, o magari comandando a Nix di attaccarlo alle spalle. Più si evolverà Kay, più la propria rosa di abilità e di possibilità aumentano, arricchendo l’esperienza.

Nel gioco è presente inoltre una componente di crafting. Con i giusti materiali, Kay può migliorare le statistiche e le funzioni del suo blaster, la varietà di granate che può trasportare nella borsa, la potenza e velocità del suo speeder, i sistemi e le armi della Trailblazer e molto altro ancora. Oltre a ciò, rinvenendo alcuni tesori nascosti, si possono ottenere vernici uniche e accessori, con cui personalizzare esteticamente la pistola laser, la nave e lo speeder. Per quanto riguarda il combat system di Star Wars Outlaws, Kay può trasportare con sé solamente il suo fido blaster, potenziabile e dotato di munizioni infinite, cercando però di stare attenti a non surriscaldarlo. Le altri armi che si rinverranno durante i combattimenti, che comprendono fucili, mitragliatori, lanciagranate, fucili di precisione e così via sono solo armi temporanee, nel senso che Kay può raccoglierle e utilizzarle, ma non riporle in qualche fondina o borsa. Oltre a donare un certo realismo, questa meccanica spinge il giocatore a valutare bene il proprio approccio man mano che si presentano situazioni diverse. Oltre al suo immancabile blaster, Kay ha con sé due gadget essenziali: il Connettore e l’Apricodici. Il primo permette di scassinare serrature di bauli e porte, tramite un simpatico minigioco ritmico. L’altro invece permette di violare terminali e computer, attravrso un minigioco di hacking, accedendo così alla possibilità di manomettere torrette, scudi energetici e altre funzioni. Un parte essenziale dell’esperienza nell’opera di Massive sono i viaggi stellari, a bordo della Trailblazer. Questa nave funge da vero e proprio hub, dove si può potenziare l’equipaggiamento, cambiare abbigliamento, gestire gli incarichi e ovviamente decollare verso nuovi mondi. Una volta seduti al posto di comando, si può avviare il decollo in qualunque momento e attraverso una suggestiva sequenza senza stacchi, la nave prenderà il volo e arriverà nello spazio perfettamente pilotabile, mascherando i caricamenti con l’attraversamento di una coltre di nubi e dando l’illusione di un universo vasto e complesso. Le orbite dei vari pianeti sono delle vere e proprie macro-aree liberamente esplorabili, con attività da svolgere, tesori da recuperare, relitti abbandonati da saccheggiare e stazioni spaziali dove poter atterrare, in cerca di nuove opportunità. Le fasi a bordo dell’astronave sono particolarmente ben inserite e si amalgamo perfettamente con il resto dell’esperienza di gioco, dando vita ad ardite fughe tra ammassi di asteroidi o violenti battaglie in perfetta armonia con l’essenza di Star Wars. Dal punto di vista tecnico, Star Wars Outlaws convince ma non stupisce. Il colpo d’occhio risente di texture non sempre definite e di un pop-in piuttosto frequente, con in più volti dei personaggi dalle animazioni facciali non proprio espressive. In generale, manca quel tocco di classe che ci si aspetterebbe da una produzione così importante e, se giocato in modalità Prestazioni a 60 fps (non sempre fissi), la risoluzione dinamica sembra tendere fin troppo spesso ai 720p che non ai 1080p, con risultati che si possono facilmente immaginare. Il nostro consiglio, se si riesce a rinunciare ai 60fps, è di optare per la modalità Qualità a 30 fps, se non altro per godere di una risoluzione più elevata e di un colpo d’occhio complessivamente più solido e meno “slavato”. Il recente aggiornamento ha migliorato qualcosa a livello di glitch e stabilità del frame-rate, ma è indubbio che questo è il problema più grande della produzione. Più solido invece il comparto audio, con una colonna sonora orchestrale di prim’ordine che riprende e rielabora con maestria i temi classici di John Williams, effetti sonori curati e un doppiaggio in inglese di prim’ordine, anche se spiace non trovare quello in italiano per un titolo di così forte richiamo. Tirando le somme, Star Wars Outlaws è l’esperienza che ogni fan di Star Wars dovrebbe vivere. L’opera di Massive è una lettera d’amore verso la saga, eccellendo nel proporre un’avventura ricca e variegata, tessuta perfettamente all’interno di una storia più ampia. Il titolo non risulta perfetto, con bug e glitch che compromettono l’IA dei nemici, rendendo gli scontri a volte sbilanciati. Ma mai come adesso questa Galassia ha preso vita in una veste così ricca. A noi, da vecchi fan della saga, il titolo è piaciuto e se anche voi amate l’universo di Guerre Stellari cosa aspettate? Acquistatelo senza alcun dubbio. Non ve ne pentirete.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica:8
Sonoro: 9
Gameplay: 8,5
Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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YouTube lancia “Ask Music” e con l’IA crea playlist a misura di utente

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Google sta portando l’esperienza musicale a un livello del tutto superiore e innovativa con il lancio di “Ask Music”, una funzionalità basata sull’intelligenza artificiale che trasforma richieste di testo in playlist personalizzate. Stando agli utenti che hanno già provato la novità, come il sito 9to5google, dietro alla possibilità di ricevere liste di canzoni specifiche c’è Gemini, l’intelligenza artificiale di Google già presente come app per gli smartphone e integrata nei dispositivi mobili Pixel. Il funzionamento è simile a ciò che accade quando si chiede ad chatbot di generare un testo o una foto: si entra nell’app di YouTube Music, si apre la finestra di conversazione con Ask Music, e si inserisce un testo che identifica il genere di musica preferito. “La funzionalità appare come una scheda viola nel feed principale” scrive 9to5google. “Toccando l’icona si avvia un’interfaccia di chat a schermo intero con la possibilità di inserire poche parole o intere frasi”. In pochi istanti, viene creata una playlist su misura, completa di un titolo che descrive l’atmosfera o il genere desiderato. Sebbene Google non lo specifichi, la presenza dell’icona a scintilla, tipica del suo modello di intelligenza artificiale più avanzato, Gemini, suggerisce che sia proprio quest’ultimo a guidare la nuova funzionalità. Grazie all’IA, “Ask Music” è in grado di comprendere sfumature linguistiche complesse e di interpretare concetti astratti come “nostalgia” o “energia”. Per ora, la piattaforma è disponibile per gli abbonati a YouTube Premium su dispositivi Android. Tuttavia, 9to5google prevede un’espansione nel corso dell’anno. Insomma, da adesso in poi trovare la musica più adatta al proprio umore, al proprio evento o semplicemente che si desidera ascoltare in quel preciso momento è davvero molto semplice. Basta chiedere e l’IA si preoccuperà per noi di procurare quanto chiesto. Ovviamente più saremo accurati e maggiormente preciso sarà il risultato finale.

F.P.L.

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Castlevania Dominus Collection, una vera perla per gli amanti della saga di Konami

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Castlevania Dominus Collection è senza ombra di dubbio un vero e proprio pezzo da collezione per gli appassionati della serie dedicata alla lotta contro il malvagio Dracula. Questa raccolta, in particolar modo, offre un viaggio nel cuore di uno dei franchise più iconici di Konami ed è disponibile su PlayStation 5, Nintendo Switch, Xbox Series X|S e Steam. Il titolo include tre classici della serie Castlevania originariamente pubblicati per Nintendo DS, e sono: Castlevania: Dawn of Sorrow (2005), Castlevania: Portrait of Ruin (2006) e Castlevania: Order of Ecclesia (2008). A completare il pacchetto, troviamo due titoli bonus: Haunted Castle, la versione arcade di Castlevania, e Haunted Castle Revisited, una versione reimmaginata e ridisegnata del classico arcade con musiche riarrangiate, grafica migliorata e una giocabilità anch’essa più smart e meno legnosa. Il cuore pulsante di Castlevania Dominus Collection ovviamente risiede nei tre titoli principali per Nintendo DS, che rappresentano il periodo di massimo splendore della serie nella sua incarnazione portatile. Ognuno di questi giochi infatti è unico nel suo approccio al gameplay, ma tutti condividono quella particolare atmosfera gotica e quel livello di sfida che i fan della serie hanno imparato ad apprezzare fino in fondo. Dawn of Sorrow riprende la formula di Aria of Sorrow per Game Boy Advance, aggiungendo un sistema di magia basato sui simboli e un’ambientazione ricca di dettagli. Portrait of Ruin si distingue per la sua meccanica di gameplay a coppie, dove il giocatore può alternarsi tra due personaggi con abilità uniche, mentre Order of Ecclesia introduce un sistema di combattimento innovativo e una protagonista femminile, Shanoa, che utilizza glifi magici per sconfiggere i mostruosi antagonisti. Castlevania Dominus Collection non si limita a riproporre i giochi così come erano, ma offre una serie di opzioni che rendono l’esperienza di gioco più accessibile e moderna. La funzione di riavvolgimento, ad esempio, permette di tornare indietro nel tempo in caso di errore, una manna dal cielo per affrontare i momenti più difficili senza dover ricominciare da capo. Il quick save e il load-game sono disponibili in ogni momento, rendendo possibile salvare i progressi anche nei momenti più intensi. Inoltre, il layout dei controlli e il display per il dual screen, caratteristico dei giochi per DS, sono completamente personalizzabili, permettendo al giocatore di adattare l’esperienza alle proprie preferenze. Insomma, un bel insieme di cose per rendere l’esperienza più accessibile a tutti.

Come già accennato Castlevania Dominus Collection,oltre ai tre giochi principali, Haunted Castle e Haunted Castle Revisited, due titoli che offrono un diverso tipo di sfida rispetto ai classici per DS. Haunted Castle è la versione arcade di Castlevania, un gioco che, pur nella sua semplicità, rappresenta una parte importante della storia della serie in quanto la versione arcade classica rappresenta una vera e propria sfida per tutti coloro che cercano un intrattenimento difficile e appagante. La versione Revisited, invece, è una reinterpretazione moderna, con grafica aggiornata e un gameplay migliorato che garantisce una nuova prospettiva su un classico del passato. L’esperienza è sicuramente più accessibile della versione arcade, ma poter arrivare allo scontro con Dracula e poter salvare la sposa non è mai stato così avvincente. Insomma, con queste versioni di Haunted Castle, anche i giocatori di vecchia data potranno tornare indietro nel tempo e rivivere l’esperienza vissuta nel 1987. Castlevania Dominus Collection, essendo un titolo dedicato agli amanti della saga, offre anche una ricca modalità galleria, dove i giocatori possono esplorare artwork inediti, bozzetti di sviluppo, istruzioni e packaging originali. L’enciclopedia inclusa è un compendio completo ed esaustivo che contiene dati su nemici, equipaggiamenti, oggetti e altro ancora, rendendola una risorsa preziosa per chi vuole immergersi completamente nell’universo di Castlevania. Infine, il lettore musicale integrato permette di ascoltare tutte le tracce audio originali dei singoli giochi e di creare playlist personalizzate con i propri brani preferiti, un tocco di classe che aggiunge ulteriore valore alla collezione. Castlevania Dominus Collection è indubbiamente un prodotto di nicchia, destinato al novanta per cento ai fan della serie e a coloro che hanno già avuto modo di apprezzare questi giochi all’epoca della loro uscita originale. Tuttavia, l’ottimo lavoro di porting, le opzioni di personalizzazione e i contenuti aggiuntivi rendono questa collezione interessante anche per chi si avvicina alla serie per la prima volta. Va detto che, nonostante la qualità dei giochi, il peso degli anni si fa sentire. Le meccaniche di gioco, per quanto ancora solide e divertenti, possono apparire datate a un pubblico abituato a standard più moderni. Tuttavia, è proprio questa fedeltà all’originale che renderà felici i puristi, che potranno rivivere le stesse emozioni di un tempo senza compromessi. Tirando le somme, Castlevania Dominus Collection dimostra ancora una volta quanto la serie sia riuscita a lasciare il segno sui vari sistemi operativi in cui si è manifestata. Resta di certo l’amaro in bocca per la mancanza di un nuovo capitolo da ormai dieci anni, senza contare che non si ha ancora notizia di una riproposizione del memorabile Symphony of the Night al pubblico, ma i tre capitoli per Nintendo DS qui proposti sono ancora oggi favolosi da giocare. Che si voglia rivivere l’esperienza intransigente degli originali o che si preferisca utilizzare i miglioramenti di qualità della vita rappresentati dalla possibilità di riavvolgere il tempo e di salvare in ogni momento, in ogni caso Dawn of Sorrow, Portrait of Ruin e Order of Ecclesia sono capaci di garantire decine di ore di intrattenimento di altissima qualità, permettendo anche a chi non li aveva giocati negli anni 2000 di scoprire tre videogiochi che rappresentano eccellenze assolute. Provatelo, scoprite se non lo avete mai fatto l’incredibile profondità della serie e provate a battere i giochi senza gli “aiutini” per un’ esperienza indimenticabile.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8,5
Longevità: 9

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino lise

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