Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
Redazione
El Cambray – Almeno trenta morti e fino a 600 dispersi nelle 125 abitazioni finite sotto la terra e il fango: è il bilancio reso noto dalle autorità del Guatemala, dove nella notte tra giovedì e venerdì una valanga si è abbattuta sulla località di El Cambray II, a una ventina di chilometri dalla capitale.
Due neonati tra i cadaveri rinvenuti. Uno dei responsabili della protezione civile, Alejandro Maldonado, ha riferito di "circa 600 persone disperse" sulla base del calcolo delle abitazioni. Per ore e ore, nel corso della giornata, sono andati avanti i disperati tentativi di trovare persone ancora vive, sebbene sepolte sotto la valanga di fango, hanno precisato le autorità, ricordando inoltre le oltre 200 persone evacuate. Le persone salvate sono al momento 34, ha precisato Maldonado, sottolineando che sul posto sono impegnate 1.200 uomini del soccorso. Maldonado ha riferito di nove morti, precisando che probabilmente il bilancio finale sarà "superiore" e che alla base dello smottamento c'è stata "una combinazione di fattori", tra i quali le piogge e alcuni drenaggi "illegali" nell'area.
I morti. All'incontro con la stampa ha preso parte anche il presidente del Guatemala, Alejandro Maldonado (padre del funzionario della protezione civile), il quale ha chiesto aiuti internazionali "di fronte a questa emergenza nazionale". I media locali, ricordano che tra le vittime c'è Qaini Wilfredo Bonilla Sandoval, un 18enne che faceva parte della squadra giovanile di squash del Guatemala: la casa della sua famiglia è stata completamente distrutta e suo fratello Winifer, anche lui atleta, è rimasto ferito nel disastro. La stampa segnala, inoltre, che anni fa l'area era stata classificata "ad alto rischio" frane.
Correlati