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USA, GIUSTIZIATA KELLY RENEE GISSENDANER: INASCOLTATO L'ULTIMO APPELLO DI PAPA FRANCESCO

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Tempo di lettura 2 minutiObama rispose alle parole di Bergoglio e alla richiesta di fermare l’esecuzione con un sorriso…

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di Angelo Barraco

Usa – E’ morta Kelly Renee Gissendaner, una donna di 47 anni che era stata condannata per l’omicidio del marito avvenuto nel 1997. L’iniezione letale ha messo freno alla sua vita alle 00:21 ora locale (6:31 in Italia).
 
L’esecuzione, avvenuta nel carcere della Jackson County, era stata ritardata da tre appelli che avevano presentato i suoi legali ma che erano stati respinti dalla Corte Suprema.
 
Anche Papa Francesco aveva fatto di tutto per impedire che la donna venisse privata del diritto alla vita. Il Papa, durante il suo soggiorno statunitense, aveva partecipato al Congresso in seduta plenaria e con parole forti aveva puntualizzato che “Ogni vita è sacra, ogni persona ha inalienabile dignità". E poi ancora: "I nostri sforzi devono puntare alla pace promuovendo il benessere dei popoli”. In seguito al Congresso il Santo Padre aveva scritto una lettera al nunzio negli Usa Carlo Maria Viganò, appellandosi affinchè la pena venisse commutata, ma tale richiesta non è stata accolta, e non è stata fornita alcuna motivazione in merito.
 
La reazione di Obama alle parole di Papa Francesco. Obama rispose alle parole di Bergoglio e alla richiesta di fermare l’esecuzione con un sorriso, che a questo punto definiamo di circostanza, che faceva pensare ad un acconsentimento della richiesta.
 
Per quanto riguarda la condanna a morte inflitta a Gissendaner, si sosteneva che non fosse stata lei l'esecutore materiale dell'omicidio, ma che fosse stato compiuto dall’amante. Secondo i giudici la mandante dell’omicidio è Gregory Owen che è stata condannata all’ergastolo ma che già nel 2022 potrebbe ottenere la libertà condizionata. L’esecuzione di  Gissendaner doveva essere compiuta il 25 febbraio scorso, ma le condizioni meteo hanno fatto slittare la data al 2 marzo. Gli avvocati riuscirono a posticipare la morte poiché le fiale contenenti il liquido letale sembravano contenere corpi estranei.
 
Ma non sarà l’ultima condanna a morte questa, giovedì toccherà ad Alfredo Prieto di 49 che tra il 1988 e il 1990 ha ucciso 9 persone e nel 1992 ha stuprato e ucciso una 15enne. L’uomo è affetto da disabilità mentale. 

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