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di Cinzia Marchegiani
Palermo – Sono notizie che parlano di una rivoluzione, di un cambiamento epocale, quello che vede studenti, docenti e precari uniti in un corteo organizzato contro la storica Festa dell’Unità di Mezzogiorno, manifestazione del PCI che per moltissimi anni richiamava folle fatte di famiglie, di bambini e giovani ragazzi che approfittavano di questi momenti di condivisione, per parlare di futuro, di impegno, di lotte.
Sabato pomeriggio, 26 settembre 2015 a Palermo è accaduto qualcosa di serio, che parla di indignazione verso chi doveva tutelare soprattutto il futuro degli studenti, dell’istruzione ma anche di operai, come quelli della Fincantieri, di disoccupati, precari delle amministrazioni pubbliche, sindacati di base e di persone senza casa. Più di 500 persone si sono date appuntamento per contestare la Festa dell’Unità del Mezzogiorno, organizzata dal Pd a Palermo ai Cantieri culturali della Zisa. Il presidente Crocetta era l’ospite in programma.
La contestazione sociale, un grido disperato. Il corteo, con il grido “Respingiamo il partito dell’austerity” avanzava con lo striscione che lasciava poco all’interpretazione: “Respingiamo il partito dell’austerità. Basta Precarietà, disoccupazione, deportazione dei siciliani al nord”. Verso le 17:00 si sono presentati ai cancelli d’ingresso della Festa dell’Unità, per contestare espressamente il PD non solo quello locale, alcuni issavano le bandiere rosse del Partito Comunista Italiano.
Carica dei Manifestanti. Ai cancelli il corteo intenzionato a contestare il PD, ritenuto responsabile dell’inasprimento delle condizioni di vita del popolo siciliano, con lo smantellamento del sistema del welfare. E lo scontro diventa realtà, il corteo è intenzionato ad entrare in quella festa dove la presenza della classe politca del PD è ritenuto un insulto, cerca di sfondare i cordoni di polizia, ma viene respinto, a manganelli spiegati dalle cariche delle forze dell'ordine..
La scintilla sociale è da tempo in esplosa. Purtroppo non sono solo per gli studenti siciliani a contestare, ma anche i precari, i docenti, gli operai si sono trovati a contestare, coloro che si sentono obbligati a fuggire dalla loro amata terra per avere una vita dignitosa. Ora vogliono combattere perché le radici sono più importanti di qualsiasi altra vita. I manifestanti gridano, non vogliono il PD alla passerella della Festa dell’Unità e gridano “Esodo di massa, sfratti e precarietà, è questo che portate nella nostra città", e poi esortando ai siciliani di lottare nella e per la propria terra: “Se la colpa è vostra non emigriamo, ma vi aspettiamo e vi respingiamo”.
Motivazioni serie contro tutto il PD, locale e nazionale. Secondo i promotori della manifestazione dal Jobs Act alla Buona Scuola, dal decreto Lupi ai recenti tagli alla sanità, per non menzionare anche lo Sblocca Italia, sarebbero tutti provvedimenti uniti tra loro da un filo rosso che ha legato la stagione di riformismo del Partito Democratico allo “sfruttamento di persone e territori.
Il racconto di una studentessa universitaria siciliana. Dalla cronaca siciliana il discorso di una studentessa universitaria riesce a far comprendere la mobilitazione contro il PD Nazionale e locale: “Siamo scesi in piazza per ricordare al PD che nonostante le passerelle non ci facciamo prendere in giro. Alle politiche lacrime e sangue che ci propina questo governo noi rispondiamo dicendo che il Sud decolla sicuramente, ma senza il PD”. La stessa studentessa ripercorre le scelte scellerate dei politici siciliani: “Basti pensare al fatto che il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, oggi presente alla Festa dell’Unità, e i deputati regionali del Pd, hanno votato negativamente proprio negli scorsi giorni la proposta di un referendum abrogativo contro le trivellazioni: l’ennesimo lascia passare alla devastazione del nostro territorio, che sempre di più sembra diventare la pattumiera d’Italia. Ma al di là di quest’ultimo scempio, le ragioni e le rivendicazioni che ci motivano a scendere in piazza contro il Pd sono innumerevoli. Un altro esempio, soprattutto per noi giovani, è il processo di emigrazione forzata che costringe tanti di noi a lasciare la nostra terra in cerca di un futuro; non si dimentichi che la Sicilia è la regione con il più alto tasso di disoccupazione giovanile in Italia, che le riforme del governo Renzi hanno contribuito ad acuire giorno dopo giorno; e se parliamo di emigrazione forzata non possiamo non tenere in conto l’ingente esodo di docenti da Sud a Nord causato proprio dalla Buona Scuola”.
Il Premier Renzi diventa il nemico numero uno da combattere, assieme al PD che non viene ritenuto degno di partecipare alla Festa dell’Unità. I siciliani amano la loro terra e non voglio essere cacciati via, per mancanza di dignità, di lavoro. Si sentono usurpati proprio da chi doveva portare avanti le priorità del territorio, del lavoro, dei diritti inalienabili dell’uomo.
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