Scienza e Tecnologia
POLIO: C'È UN VACCINO RESPONSABILE
Published
9 anni agoon
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cmarchegiani
Dopo Ucraina, in Mali scoperti altri casi, ma si continua la profilassi con il vaccino imputato responsabile
Mali (Africa)
di Cinzia Marchegiani
Lo studio inedito di cui l’Osservatore d’Italia ne ha dato prontamente notizia, informava le autorità sanitarie mondiali ed il mondo scientifico dell’esistenza di un rischio connesso con l’utilizzo di questi vaccini imperfetti che da un lato immunizzano il vaccinato, e dall’altro consentono al microbo attenuato, presente nel vaccino somministrato, di modificarsi e diffondersi nell’ambiente circostante per contagiare i non vaccinati nei quali poi si produce una malattia altamente virulenta e spesso fatale. In buona sostanza, l'uso di questi vaccini fallimentari od imperfetti possono influenzare l'evoluzione della virulenza di un virus. Questo importante lavoro è stato portato avanti da un gruppo internazionale di studiosi guidato dal Prof. Andrew Read che si è avvalso della collaborazione di Evan Pugh (Professore di Biologia ed Entomologia), di Eberly (Professore di Biotecnologie presso la Penn State University, USA) e del Prof. Venugopal Nair (capo del programma di aviaria e Malattie virali dell'Istituto Pirbright, Regno Unito).
I vaccini Imperfetti, o fallimentari, sono conosciuti come tali perché impediscono ai soggetti vaccinati di ammalarsi, ma non impediscono la trasmissione del virus agli altri, in tal modo il virus è in grado di sopravvivere e diffondersi in tutta una popolazione. Lo hanno dimostrato con dei test condotti sui polli, utilizzando il virus della malattia di Marek. I polli non vaccinati sono morti, mentre quelli che sono stati vaccinati sono sopravvissuti al virus studiato ed hanno trasmesso il virus ad altri uccelli lasciati in contatto con loro.
Il caso Ucraina, colpa del vaccino orale. Agli inizi di settembre il mondo è stato allertato dalla notizia di due casi di poliomielite paralitica causati dalla circolazione del poliovirus tipo 1 derivato dal vaccino, casi che sono stati confermati in Ucraina il 28 agosto 2015. La somiglianza genetica tra i virus isolati nei due casi, indica la trasmissione attiva del poliovirus. Entrambi i casi sono stati registrati nella regione di Zakarpatskaya nel sud-ovest dell’Ucraina, al confine con la Romania, l'Ungheria, la Slovacchia e la Polonia. Quindi i casi accertati di poliomelite paralitica sono stati causati dall’azione del vaccino somministrato (virus vivo ed attenuato) che poi è mutato, ha contagiato parte della popolazione ed ha prodotto in due bambini non vaccinati la malattia paralitica. Quindi, non si tratta del virus selvaggio, ma di quello vaccinale che è stato capace di produrre la malattia in due soggetti non vaccinati poiché quel tipo di vaccino consente la moltiplicazione del virus nel tratto intestinale del vaccinato, che è quindi libero di contagiare altre persone poiché eliminato con le feci. Se nel corso di questa moltiplicazione riacquista la sua neuro-virulenza può ora essere pericoloso per il soggetto vaccinato e per il resto della popolazione. In questi casi i danni sono a carico dei due soggetti spettatori ignari ed innocenti. A favorire il tutto esistono due fattori fondamentali: la bassa copertura vaccinale della popolazione e le condizioni igieniche-sanitari, che in un Paese martoriato dalla guerra civile non possono essere brillanti.
Caso Polio in Mali a Luglio 2015. La stessa OMS, dopo i due casi di poliomielite paralitica in Ucraina, comunicati al mondo il 4 settembre 2015, riporta dopo tre giorni, un nuovo caso avvenuto in Mali nel luglio 2015 e precisamente a Bamako: “Un caso di poliomielite paralitica provocata da un virus vaccinale, derivato dal poliovirus di tipo 2 (cVDPV2), è stato confermato a Bamako, la capitale e la città più grande del Mali”. Il Paese ha registrato l'ultimo caso di polio da “virus selvaggio” (WPV) nel giugno del giugno 2011, a Goundam, nella regione Timbuktu. Il bambino affetto da poliomielite paralitica ha 19 mesi di età ed è di nazionalità guineana.
L’apparente contraddizione del caso. Giustamente, le persone che apprendono queste notizie si pongono il legittimo quesito: se il vaccino orale è in grado di produrre la poliomielite paralitica, perché lo continuano ad usare? Essendo ormai abituali ai difetti della comunicazione, abbiamo subito capito che una cattiva divulgazione non rende un buon servizio alla popolazione. Da una parte si legge che i casi sono provocati dalla bassa copertura vaccinale, ma questa è una bugia perché i casi sono provocati dai ceppi vaccinali mutati e neuro-virulenti che hanno avuto facile gioco in una popolazione scarsamente vaccinata. Allora ad arte questi scrittori quotidiani confondo la causa con la concausa. Ma la causa è il ceppo vaccinale mutato e la concausa è la scarsa copertura vaccinale che consente al virus di infettare molti soggetti nei quali può esercitare il suo potere lesivo.
Qui emergono alcuni difetti del programma mondiale di eradicazione della poliomielite. Ne Mali questo ceppo vaccinale mutato è apparentemente arrivato adesso, ma nelle aree circostanti circola liberamente da anni. Infatti, il virus attuale è geneticamente legato ad un poliovirus rilevato nel mese di agosto 2014 nel distretto di Siguiri nella regione Kankan della Guinea e sta circolando attraverso i confini internazionali da circa 2 anni. Per questo virus vaccinale mutato, il rischio di diffusione è alto e la pericolosità elevata, poiché è in grado di provocare la malattia paralitica negli esseri umani e può uccidere i soggetti infettati. Ora è bene dirselo immediatamente: il vaccino ucciso di Salk (puntura) costa di più rispetto al Sabin (gocce) ed è più difficile da somministrare. Se la comunità internazionale vuole eradicare la poliomielite deve spendere ingenti somme di denaro e condurre campagne vaccinali che spesso difettano in una delle componenti fondamentali sulle quali si basa un efficiente programma di eradicazione globale. Restiamo in attesa di conoscere le misure che verranno adottate. Pare di capire che si continuerà a vaccinare con le gocce (vaccino di Sabin od OPV) accettando i rischi che tale pratica vaccinale veicola.
FOCUS Poliomielite. Cerchiamo di spiegare meglio cosa è questa malattia, quali tipi di vaccini esistono e quali coperture immunitarie riescono a produrre. La Poliomelite è causata dai poliovirus, classificati in tipo 1, 2 e 3. Gli esseri umani sono l'unico serbatoio d’infezione ed il poliovirus si moltiplica nell'intestino degli individui infetti. I virus selvaggi della poliomielite provocano una malattia altamente contagiosa e le persone infette rilasciano i virus nelle feci, prima e dopo l’esordio della malattia. La modalità di trasmissione segue la via oro-fecale.
Quando il virus viene ingerito, entra nell'intestino dove si moltiplica. Le manifestazioni cliniche dell'infezione da poliovirus selvaggio variano notevolmente. L’epidemiologia dice che il 90-95% delle persone infettate sviluppano una malattia inapparente che conferisce comunque immunità. La malattia clinicamente evidente si manifesta solo nel 5% delle persone infettate laddove la forma paralitica si verifica in circa 1 caso/1000 infezioni nei bambini piccoli ed in circa 1/100 se colpisce gli adolescenti. Complessivamente solo lo 0,1% delle persone infettate contrae la poliomielite paralitica. Dopo un periodo medio di 8-12 giorni d’incubazione, il virus selvaggio può imboccare una delle strade prima indicate dall’epidemiologia. Per gli approfondimenti della clinica vi rinviamo ai testi di medicina.
Vaccini. Nessuna terapia specifica è disponibile contro il virus. Tuttavia, i vaccini efficaci contro la polio sono disponibili, rendendo la vaccinazione essenziale per prevenire la malattia. Ci sono due tipi di vaccini antipolio. Il vaccino antipolio orale (OPV) ed il vaccino inattivato (IPV) che contiene il virus ucciso. Entrambi i vaccini contengono combinazioni dei tre tipi di poliovirus dal momento che tutti sono necessari per fornire protezione contro i tre tipi di poliovirus selvaggi.
I programmi di immunizzazione dell’infanzia con OPV o IPV sono state efficaci nel bloccare la trasmissione dei poliovirus selvaggi e nell'eliminare dei virus da molte zone del mondo. Nella UE/SEE, tutti gli Stati membri dispongono di un programma di vaccinazione dei bambini contro la polio utilizzando il vaccino inattivato IPV somministrato per via intramuscolare, vaccino di scelta nelle zone libere da poliovirus o con livelli molto bassi di circolazione.
L'ultimo caso di polio paralitica endemica nella regione europea (cioè con la fonte del contagio originario della regione) è stato riportato in Turchia nel novembre 1998. Nel giugno 2002, la regione europea è stata ufficialmente dichiarata libera dalla polio dall’OMS. Restano sacche di diffusione del virus che consento la possibile importazione di casi nelle regioni libere da polio come è successo nel 2005 in Tagikistan e nel 2013-2014 in Israele. È bene che chi si reca nelle zone dove il virus è ancora circolante sia correttamente immunizzato e segua delle norme elementari di igiene, tipo lavarsi sempre prima di mangiare ed utilizzare solo acqua potabile pulita. Ciò significa che l’eradicazione si avvale anche della corretta igiene personale e delle condizioni igieniche generali delle popolazioni.
Problemi economici alla base della diverse vaccinazioni mondiali. Come detto prima, il vaccino orale è meno costoso e più facile da somministrare. Nei Paesi del terzo mondo quindi si continua a vaccinare con questo vaccino che ha i suoi effetti collaterali. Gli Stati Uniti, come le altre Nazioni non utilizzano più il vaccino vivo antipolio per via orale per le loro campagne vaccinali. Qui si utilizza il vaccino più costoso di Salk (costa circa 5 volte di più).
L'intervista. L’Osservatore d’Italia, in merito a questa nuovo caso di polio da vaccino orale accertato lo scorso luglio in Mali, ha chiesto al dr Giannotta delle spiegazioni, poiché molti genitori si stanno allarmando. Accertato che l’Italia e l’Europa è Polio Free, lo stesso dr Giannotta ci aveva spiegato come questo caso di polio era la conseguenza della trasmissione attiva del virus vaccinale mutato, spalancando uno scenario inedito o quasi. I ceppi di virus polio del vaccino orale possono ritornare rapidamente al fenotipo neuro-virulento – ci spiegava il dr Giannotta in una precedente intervista – che si replica negli esseri umani dopo la vaccinazione: “I ceppi modificati si possono trasmettere da persona a persona e produrre un’epidemia in presenza di concause favorevoli (bassa copertura vaccinale e condizioni igieniche sfavorevoli). Inoltre, i virus della poliomielite si possono replicare per un lungo periodo di tempo nei soggetti con deficit immunitari sottoposti a vaccinazione con virus vivi ed attenuati, possono modificarsi radicalmente, possono provocare la paralisi od infezioni croniche e non esiste alcuna possibilità di arrestare questa diffusione virale da parte di questi soggetti, fino alla loro morte”.
Dr Giannotta, questi casi di polio fanno destare tensione, sono casi che, ripercorrendo il quadro storico, sono però sempre stati presenti, ma forse poco evidenziati dalla scienza. Lei ha sollevato il caso dei soggetti con deficit immunitari che hanno disseminato virus per molti anni. Lo studio del gruppo internazionale guidato dal Prof. Andrew Read, che si è avvalso della collaborazione di Evan Pugh (Professore di Biologia ed Entomologia), di Eberly (Professore di Biotecnologie presso la Penn State University, USA) e del Prof. Venugopal Nair (capo del programma di aviaria e Malattie virali dell'Istituto Pirbright, Regno Unito), ha sollevato la questione dei vaccini imperfetti e lo scenario precedentemente illustrato sembra quasi profetico al cospetto degli odierni eventi. Il Sabin quindi è il responsabile di questi casi di polio nel mondo, è sempre un problema rapporto costi/benefici? Ucraina e Mali hanno confermato due casi da ceppi di virus orali però diversi. Quindi conferma ancora una volta il ruolo attivo svolto dal vaccino in caso di poliomelite. Cosa ci dobbiamo attendere?
Quando si producono vaccini con virus vivi bisogna sempre tenere in debita considerazione il fatto che essi si comportano quasi come il ceppo selvaggio, ripercorrendo le medesime tappe sia nell’organismo che nell’ambiente nel quale il soggetto vive. Il virus vivo ed attenuato ha sempre la capacità di replicarsi nel suo ospite e possiede anche il potenziale per produrre danni in determinate condizioni.
Noi siamo erroneamente indotti a pensare che tutti gli organismi sottoposti a vaccinazione con germi vivi ed attenuati siano in grado di eliminare il microbo iniettato. Non abbiamo mai considerato, come doveva essere considerata, la diffusione del virus che parte dal soggetto vaccinato, da quale vaccinato parte e cosa questa diffusione ambientale può determinare sul resto della popolazione. In una visione idilliaca, l’eliminazione del virus vaccinale porterebbe a diffondere agli altri lo stesso virus attenuato immunizzandoli a loro insaputa. Ma nel vaccinare in massa qualcuno ha voluto colpevolmente ignorare i soggetti con deficit immunitari che convivono con i soggetti sani nel contesto della popolazione generale.
Si può fare quindi molto di più per la sicurezza mondiale?
Il vaccino di cui parla è il Sabin, di cui l’Italia non ne fa più uso.
Questo vaccino non si usa più dal 2002 in Italia ed ora è presente sotto forma di vaccino inattivato nel vaccino esavalente. In un testo di pediatria del 1999, che ho sempre per mano, è riportato che il vaccino in gocce negli adulti e nei pazienti con immunodeficienza comporta un incremento del rischio di malattia paralitica. A quel tempo negli USA esisteva una schedula vaccinale sequenziale che contemplava le prime due dosi di vaccino ucciso (Salk) e le due successive di vaccino vivo ed attenuato (Sabin). Si sapeva anche che ogni 800.000 prime dosi di vaccino Sabin si incorreva in un caso di poliomielite paralitica da vaccino nel soggetto vaccinato o nelle persone che venivano in contatto con questo soggetto. Nel 1988 il WHO si era prefissato lo scopo di eradicare la poliomielite nel 2000 e per far ciò erano necessari 4 strumenti: 1) alta copertura vaccinale, 2) sorveglianza efficace, 3) somministrazione di dosi supplementari a tutti i bambini nella giornata nazionale dell’immunizzazione, 4) vaccinazione a tappeto nelle aree ad alto rischio.
I
L’analisi del dr Giannotta sembra tracciare importanti aspetti scientifici e indicare strategie sanitarie ormai necessarie. Non sempre gridare all’epidemia servirà a sconfiggere il virus, e neanche sensibilizzare l’attenzione con campagne vaccinali se poi, in questo caso specifico, il pianeta affronta la poliomelite con vaccini diversi, di cui uno ormai ha dimostrato la sua fallacità. E la natura riesce a superare muri e il controllo umano, ma è altrettanto capace di lanciare importanti indizi che ora… non possono più essere sottovalutati.
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