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di Vincenzo Giardino
Altavilla Milicia (PA) – Degna di nota la festa della Madonna della Milicia, che si svolge in questi giorni (quest'anno dal 6 settembre al'otto settembre) che è tra le più rinomate della Sicilia Occidentale. In occasione di questa festa migliaia di devoti, provenienti anche dall'estero, si riuniscono nel paese di Altavilla Milicia, fondata dalla famiglia Baccadelli di Bologna fra il 1620 e il 1623 su autorizzazione del Re di Spagna Filippo III. In queste giornate di festa, di fede e folklore tutta la comunità ne è coinvolta. Le stade sono arricchite da luminarie e lo spazio è conteso da bancarelle di ogni genere: giocattoli, prodotti tipici, noccioline e panini con salsiccia. Sul “carro trionfale”, che percorre le starde principali nei tre giorni di festa, la rappresentazione di una “candela” sulla quale è posto il quadro dell'immagine della madonna della Milicia.
Il quadro di "Nostra Donna e San Francisco", oggi chiamato della Madonna della Mìlicia, si trovava dentro la cappella dei Galletti, come risulta da un inventario dell'anno 1589 e la stessa chiesa era denominata "di Nostra donna et San Francisco". Secondo gli esperti il quadro sarebbe stato relizzato in una bottga toscana di scuola giottesca e arrivato in Sicilia per merito della famiglia pisana dei Gallenti che lo collocò come decoro nella propria cappella.
La festa raggiunge il culmine l'otto settembre, Natività di Maria, che vede due eventi importanti. A mezzogiorno, dopo la Celebrazione Eucaristica, la Condotta dei doni: i fedeli sciolgono il voto portando in processione cere, torce e parti del corpo riprodotte in cera, a grandezza naturale, bambinelli e oggetti in argento. Le donne indossano "u vutu", un abito rosso trattenuto alla vita da un cordone giallo oro mentre gli uomini indossano il caratteristico "abitino" della confraternita.
Al tramonto, la grande processione solenne: la "vara" (fercolo), su cui troneggia la sacra immagine della Madonna inizia il suo cammino per le vie del paese, portata in spalla dai confrati in mezzo ad una grande folla che la circonda fittamente. Durante il tragitto, tre coppie di bambini-angelo, ciascuna in posti diversi, volano sospese nel vuoto legate ad una corda e con una caratteristica cantilena recitano antiche lodi a Maria.
Quasi a notte la "vara", tra gli scoppi dei mortaretti, rientra nel santuario. I fedeli si affollano all'interno e non rimane nessuno spazio vuoto. Ognuno vuole dare l'ultimo saluto a Maria, chiedere ancora la sua protezione, rivolgerle l'ultima preghiera prima che l'icona venga ricollocata nella nicchia abituale, tra gli applausi e la commozione generale.
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