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di Angelo Barraco
Marsala (TP) – La riserva naturale dell’Isola Lunga è una discarica a cielo aperto di fibrocemento, vetroresina, eternit e materiali che ricordano l'amianto. Dopo lo scandalo della spiaggia di San Teodoro del lido La Torre di cui ci siamo occupati e ci stiamo occupando, Marsala torna prepotentemente a occupare le nostre colonne con un luogo che è poco distante da quella spiaggia ed è meta fissa di turisti.
L’isola è raggiungibile a piedi da San Teodoro, attraversando un mare cristallino che bagna appena le caviglie. Noi de L’Osservatore D’Italia siamo quindi andati sull’Isola Lunga in seguito ad una segnalazione che riguardava la spazzatura presente sull’oasi.
Ecco cosa abbiamo visto: Non appena si arriva sull’isola si attraversa un cancello e guardando a destra c’è una struttura abbandonata e le pareti crollate, presumibilmente utile in passato per il sale. La struttura può sembrare soltanto un vecchio rudere, invece all'interno sono presenti diverse cisterne che ricordano l'amianto, alcune anche in evidente stato di corrosione. Lo scenario che abbiamo immortalato nel reportage fotografico, che alleghiamo con questo articolo di denuncia, ci ha letteralmente scioccati poiché il luogo si trova vicino al mare e le polveri possono quindi sollevarsi e disperdersi facilmente nell'ambiente circostante.
Dopo questa scoperta inaspettata, almeno per noi, abbiamo deciso di proseguire l’esplorazione dell’isola per vedere se nel resto della riserva naturale ci fosse altra presenza di amianto. Ispezionato quindi l’altro lato dell’edificio e dopo aver letto un cartello con su scritto “Pericolo di crollo”, abbiamo notato due enormi cisterne delle quali una, si trova all’interno di una fatiscente struttura in legno. Sul tetto è presente una cisterna instabile poggiata addirittura su dei tubi. Pochi metri più avanti il mare, e abbandonato sulla spiaggia un frigorifero.
Sempre vicino la struttura, inoltrandoci, abbiamo visto e immortalato un cimitero di vasche sotto uno scheletro di barre di legno. Il materiale è spaccato, corroso ed è veramente tanto, troppo per una riserva naturale. Sbalorditi, abbiamo deciso di proseguire la nostra esplorazione verso zone più aperte, vicino al mare, a sinistra dall’entrata quasi di fronte alle vasche vuote.
Abbiamo trovato dei macchinari, posizionati in acqua, molto vecchi e pieni di ruggine. Come si fa a lasciare un elemento tanto pericoloso e che può portare alla contaminazione delle acqua di una riserva in questo stato? Quando pensavamo che più scempio di così non avremmo potuto vedere ecco che sulla nostra sinistra, proprio a ridosso dell’acqua, ci appare un'altra discarica a cielo aperto. Le parole sono venute a mancare. Quello che ci chiediamo noi è se l’isola è una riserva naturale o una riserva di degrado e rifiuti, viste le abnormi quantità presenti.
Quelle acque circondate da rifiuti, strutture fatiscenti, frigorifero e bottiglie in plastica sono meta costante di turisti e bagnanti. L'isola necessita assolutamente di una bonifica altrimenti si rischia di compromettere l'intero ecosistema e di inquinare irreversibilmente un angolo di paradiso naturalmente protetto.
Continueremo a seguire da vicino anche questa questione!
Ha collaborato David Sciacca
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