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Cronaca

TASSA SUI RIFIUTI: ECCO QUANTO E’ AUMENTATA NEGLI ULTIMI 5 ANNI

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Tempo di lettura 2 minutiA lanciare l’allarme è la Cgia che allarma i cittadini su quanto a breve andrà versato al Comune

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di Ch. Mo.

Tasse, tasse e ancora tasse: nel paese delle imposte ai cittadini, tutto sembra essere stato già tassato. Tra il 2010 e il 2015, una famiglia con 4 componenti in un casa da 120 mq si è vista aumentare il prelievo relativo all'asporto rifiuti del 25,5 per cento, circa 75 euro. A lanciare l’allarme è la Cgia che allarma i cittadini su quanto a breve andrà versato al Comune.


Si chiama Tari oggi la tassa sui rifiuti che governo dopo governo hanno gonfiato come una mongolfiera. Un tempo era Tarsu (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), poi molti Comuni l'avevano rimpiazzata con la Tia (Tariffa di igiene ambientale); nel 2013 divenne Tares (Tassa sui rifiuti e servizi) e dal 2014 Tari (Tassa sui rifiuti). Introdotta con la Legge di Stabilita' 2014, in ossequio al principio comunitario "chi inquina paga", si è voluto sancire la corrispondenza tra la quantità di rifiuti prodotti e l'ammontare della tassa. Con l'introduzione della Tari, è stato ulteriormente confermato il principio che il costo del servizio in capo all'azienda che raccoglie i rifiuti dev'essere interamente coperto dagli utenti, attraverso il pagamento della tassa.


Insomma, un cambiamento continuo di nomi per chiamare quella che comunque è una tassa! Si stima che a breve ogni famiglia dovrà versare circa 368 euro mentre per le attività economiche , le cose sono andate anche peggio.

 

Nonostante la forte riduzione del giro d'affari, ristoranti, pizzerie e pub con una superficie di 200 mq hanno subito un incremento medio del prelievo del 47,4 per cento, pari a 1.414 euro.
Come per i ristoratoti, anche i commercianti sono vittime di aumenti feroci negli ultimi cinque anni. Un negozio di ortofrutta di 70 mq, ad esempio, ha registrato un incremento del 42 per cento, circa 560 euro; un bar di 60 mq ha dovuto versare il 35,2 per cento in più, pari ad un aggravio di 272 euro. E’ andata leggermente meglio a parrucchieri (+23,2 per cento), ai proprietari degli alberghi (+17 per cento) e ai carrozzieri (+15,8 per cento). 

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