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Costume e Società

IL PAESE DELLE (NON) REGOLE

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Tempo di lettura 2 minutiIn Italia al non rispetto delle regole si abituano veramente tutti

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di Silvio Rossi

 

Gli italiani, si sa, sono poco avvezzi al rispetto delle regole. Gli esempi che possono essere diffusi sono molteplici, dai regolamenti urbanistici, al pagamento delle imposte, al codice della strada.
Proprio per quanto riguarda la circolazione stradale, gli abitanti del belpaese sanno dare il peggio di se stessi. Il rispetto della precedenza è un opzional sconosciuto, i cartelli di divieto sono interpretati come semplici consigli, spesso anche il rosso semaforico non è un divieto da rispettare assolutamente. La sosta, poi, è l’apoteosi del menefreghismo. La doppia fila è una costante anche nelle zone dove i parcheggi non mancano, ogni angolo di marciapiede libero può diventare buono per la sosta, i posti dei disabili vengono letteralmente assaltati da chi non ne ha diritto.
Ma se in strada, anche per via della possibilità di decurtare i punti sulla patente a chi occupa senza titolo i posti gialli, è meno frequente trovare su questi posti auto non autorizzate, la situazione diventa insopportabile nei parcheggi dei supermercati.
Essendo in genere privati, quindi con problemi per far intervenire la polizia locale, il rispetto dei posti riservati cala drasticamente. Per un disabile che va a fare la spesa, la speranza di trovare il parcheggio a lui riservato risulta spesso vana grazie al menefreghismo altrui.
Accade quindi che, anche chi normalmente nel suo paese è ligio al rispetto delle regole, come avviene regolarmente nei paesi nordici, quando frequenta il nostro paese si abitua presto al vivere senza considerare gli altri meno fortunati. Ecco che quindi, in un parcheggio di un centro commerciale, vediamo un fuoristrada con targa belga, parcheggiato (anche storto, occupando parte della corsia riservata al passaggio delle auto) su un posto riservato, senza l’esposizione del titolo.
Ci si chiede a questo punto se la tanto decantata civiltà di certi popoli non sia solo il frutto della forte repressione che in quei paesi si ha per certe violazioni, e che invece sparisce facilmente quando ci si sposta in nazioni dove tutto viene più facilmente tollerato, oppure se il titolare della vettura in divieto non sia un nostro compaesano emigrato in Belgio, che quando torna nel suo paese natio, oltre alla buona cucina e al sole, ritrova anche le vecchie abitudini?

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