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GIAPPONE-ITALIA: ECCO COME SONO I RAPPORTI TRA I DUE PAESI. LA MISSION DI RENZI

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Tempo di lettura 3 minuti Ma non è la prima volta che Renzi incontra Abe, è il quinto incontro tra i due. Si sono incontrati nel 2014 in Italia, al G7 di Elmau, a Milano al vertice di Asem e quello sul nucleare di Aja

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di Angelo Barraco
 
Il Giappone e l’Italia hanno sempre intrecciato rapporti e hanno sempre mantenuto fede ad una salda ed intensa collaborazione. La presenza del Premier Renzi in questa antica terra orientale ne è la prova ed è tangibile l’entusiasmo del premier oltre oceano, soprattutto quando parla della voglia di migliorare il nostro paese e quando dice loro che noi contiamo molto sulla capacità delle nuove generazioni. Renzi si trova in Giappone da ieri e ha avuto già  diversi incontri importanti tra cui una cena in ambasciata con la presenza di imprenditori italiani che investono in Giappone e con la comunità economica finanziaria giapponese. Ma il suo calendario di impegni è ricco e il fine ultimo è quello di promuovere il Made in Italy e l’Italia. Dopo l’intervento presso l’Università di Tokyo  incontrerà imprenditori e il premier Shinzo Abe, poi nostro premier con la moglie cenerà con il leader Abe e rispettiva moglie  e martedì andrà a Kyoto per incontri istituzionali. Renzi con Abe affronterà temi diversi come la crescita economica, la lotta al terrorismo e le relazioni culturali e il turismo. Un programma vasto, un ventaglio di argomenti “leggeri” e “pesanti”.
 
Ma non è la prima volta che Renzi incontra Abe, è il quinto incontro tra i due. Si sono incontrati nel 2014 in Italia, al G7 di Elmau, a Milano al vertice di Asem e quello sul nucleare di Aja. Ma la visita in Giappone sembra aver dato una ventata di ottimismo e buoni propositi a Matteo Renzi che ha speso parole verso il sud Italia che è piegato nella morsa della disoccupazione, sfruttamento lavorativo e perché no, nell’abbandono istituzionale, Renzi invece esclama che sul Sud basta piagnistei, Ha sottolineato che l'Italia è ripartita: “E' vero che il Sud cresce di meno e sicuramente il governo deve fare di più ma basta piangersi addosso”. Certamente il Giappone avrà influenzato il premier da un punto di vista economico-funzionale, ma non opera secondo le stesse dinamiche italiane.
 
Renzi ha parlato del suo rapporto con  Abe, riferendo che anche lui è impegnato in una riforma costituzionale. Spiegando però la differenza tra le riforme italiane e non, Abe è “fortunato” perché dovrà affrontare soltanto due passaggi, l’Italia andrà invece al referendum e i cittadini decideranno. Poi ha parlato di turismo, ma non ha parlato di turismo come una risorsa in abbandono nel nostro paese poiché lo Stato non investe sull’arte, non ha parlato di turismo sul degrado creato dall’impossibilità di ospitare un numero così copioso di immigrati e che porta al collasso centri d’accoglienza e città, non ha parlato di turismo come un costo di tassazione per i commercianti tale da costringerli a chiudere poiché sommersi da debiti e dalla crisi, Renzi ha detto a gran voce che nei prossimi mesi i nostri sindaci lavorino di più! aggiungendo inoltre un input per il turismo sottolineando che sono due milioni e settecentomila i giapponesi che vengono in visita in Italia. Chi fa un viaggio di diecimila chilometri deve essere accolto con la massima attenzione e quindi “dobbiamo mettere a posto di più le nostre città”.
 
Renzi è in Giappone per promuovere il “Made in Italy”, ma ci sono stati anni in cui i prodotti Made in italy venivano apprezzati tantissimo dai Giapponesi e per l’Italia la crescita e l’esportazione dei prodotti rappresentava una crescita economica ulteriore e non c’era alcun bisogno di andare fare “promozione”? ma cosa è successo? Cosa è cambiato? Perché il made in Italy non funziona? Molte aziende italiane si sono trasferite all’estero e noi siamo costretti a ricomprare i prodotti malgrado l’azienda sia italiana, è un paradosso ma funziona così. Ma se due Stati sono in buoni rapporti dal 1866, hanno affrontato insieme la prima guerra mondiale e si sono sempre sostenuti il legame rimane, durante la seconda guerra mondiale i rapporti furono mantenuti ma non furono idilliaci a causa di divergenze di scopi bellici durante gli anni conclusivi della guerra. Durante la guerra fredda i due paesi, entrambe uscite sconfitte, hanno ripreso a collaborare ed entrambi i paesi ebbero una forte crescita economica ma quando è scoppiato il boom economico e Giappone e Italia sono state investite dall’ondata, come mai poi l’Italia non ha proseguito la crescita esponenziale come il Giappone? Infondo ad entrambe le potenze, l’ondata economica è sopraggiunta contemporaneamente. Ma il rapporto tra le due massime potenze è rimasto ben saldo, a testimoniarlo è il terremoto de L’Aquila del 2009, il governo giapponese ha donato all’Italia 6 milioni di euro per un progetto di assistenza per la ricostruzione della città, l’Italia ha ricambiato nel 2011  quando c’è stato il terremoto in Giappone. L’ex Presidente della Repubblica Carlo Aziglio Ciampi, nel 2002, descrisse i rapporti con il Giappone come “un'ormai antica e salda amicizia, alimentati da una continua tradizione di scambio e collaborazione”.

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Cronaca

Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

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Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

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Cronaca

Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

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Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

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Esteri

Biden pronto ad autorizzare l’uso di armi a lungo raggio dall’Ucraina contro la Russia

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La visita del nuovo premier britannico Keir Starmer a Washington potrebbe segnare una svolta nella strategia militare occidentale.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sarebbe sul punto di approvare l’utilizzo da parte dell’Ucraina di armi occidentali a lungo raggio per colpire obiettivi russi, secondo fonti europee, purché tali armi non siano fornite dagli Stati Uniti. Questo tema cruciale sarà al centro del primo incontro ufficiale tra Biden e il nuovo primo ministro britannico, Keir Starmer, previsto per venerdì alla Casa Bianca.

Londra ha già espresso la propria disponibilità a consentire all’Ucraina di utilizzare i missili a lungo raggio “Storm Shadow” per colpire obiettivi militari russi lontano dal confine ucraino, ma vuole il via libera esplicito di Biden per garantire una strategia coordinata con gli alleati, in particolare con la Francia, che produce un missile simile. Sebbene il presidente degli Stati Uniti non abbia ancora preso una decisione definitiva, ascolterà attentamente l’opinione di Starmer durante l’incontro.

Se Biden darà il via libera, l’Ucraina potrebbe rafforzare le proprie posizioni nelle aree di confine già sottratte alla Russia, come dimostrato durante l’incursione nella regione di Kursk. Tuttavia, il presidente americano ha esitato a permettere l’uso di armi statunitensi in questo contesto, preoccupato dalle possibili ritorsioni della Russia, che potrebbe intensificare la cooperazione con l’Iran per attaccare le forze americane in Medio Oriente.

Giovedì, funzionari della Casa Bianca hanno dichiarato che non è imminente una decisione sull’uso dei missili tattici a lungo raggio di fabbricazione statunitense (ATACMS). Tuttavia, Biden ha lasciato intendere che una maggiore flessibilità potrebbe essere in arrivo, rispondendo martedì alle insistenti richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Stiamo lavorando su questo”.

Il via libera da parte degli Stati Uniti e degli alleati europei all’uso di armi a lungo raggio potrebbe rappresentare l’ultima accelerazione dell’assistenza militare all’Ucraina. Tuttavia, resta da vedere quale sarà la reazione della Russia, che giovedì ha avvertito esplicitamente che l’uso di tali armi richiederebbe l’assistenza tecnica e satellitare occidentale. Questo, secondo il presidente Vladimir Putin, equivarrebbe a un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto.

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