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Cronaca

PESARO: ISMAELE, SGOZZATO DA DUE ALBANESI PER GELOSIA

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Tempo di lettura 3 minuti I due hanno tagliato la gola ad Ismaele perché aveva messo gli occhi addosso alla ragazza di uno di loro

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di Ivan Galea e Angelo Barraco
 
Pesaro – Gli assassini di Ismaele Lulli sono Igli Meta, di 20 anni e Mario Nema di 19 anni. I Carabinieri hanno arrestato i due giovani albanesi ieri sera, mentre erano propensi a lasciare Sant’Angelo in Vado ed erano diretti al loro paese d’origine. I Carabinieri stamane hanno tenuto una conferenza stampa in cui hanno confermato i capi d’accusa per i due giovani assassini riferendo che lo hanno sgozzato e lo hanno quasi decapitato e il movente di tale gesto sarebbe da ricondurre alla gelosia nei confronti della fidanzata di uno dei due albanesi. Il colonnello ha riferito che in seguito al fermo vi sono state le prime “ammissioni da parte di uno dei due albanesi”. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, la vittima non si aspettava l’agguato da parte dei due giovani ed è andato all’appuntamento dei due giovani di sua spontanea volontà “per fare un bagno al fiume” e perché li conosceva poiché frequentavano la stessa scuola. I due hanno tagliato la gola ad Ismaele perché aveva messo gli occhi addosso alla ragazza di uno di loro, una gelosia che non ha lasciato spazio alla vita ma ampio raggio alla vendetta spietata di giovanissimi che si credono adulti  perché hanno armi in mano. I carabinieri riferiscono anche che i giovani, dopo aver commesso l’omicidio, hanno fatto un bagno nel fiume e hanno cercato di ripulire la scena del delitto ma per la troppa foga e la fretta di ripulire tutto, hanno messo insieme alla loro roba anche una scarpa appartenente ad Ismaele.
 
L'albanese più giovane inizia a parlare. "Sono rimasto a guardare, non ho ucciso io Ismaele". Sono le prime ammissioni di Mario Nema, 19 anni. Secondo quanto hanno confermato i carabinieri, il piè giovane degli albanesi sta "collaborando parzialmente", raccontando quale sarebbe stato il suo ruolo alla Croce, dove è stato sgozzato Ismaele Lulli. Una presa di distanze dall'altro albanese in carcere, Igli Meta, 20 anni di Urbania, che anche secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe l'esecutore materiale del delitto. Ismaele sarebbe stato colpevole di una frequentazione con Ambra, diciannovenne macedone, che Igli Meta considera la sua ragazza
 

La ricostruzione dell'omicidio. Secondo la ricostruzione dell'accaduto, Ismaele Lulli non sospettava assolutamente l'agguato: è andato volontariamente all'appuntamento con i due giovani "per fare un bagno al fiume"; li conosceva perfettamente, visto che frequentavano la stessa scuola, per cui non ha sospettato di andare incontro a una morte tanto violenta, quanto ingiustificata. Un taglio secco al collo, una vera e propria esecuzione, che non gli ha dato scampo. Ismaele doveva pagare uno sgarro: aver messo gli occhi addosso alla ragazzina 19enne di uno dei suoi assassini. Una gelosia accecante. Dopo l'omicidio, dicono ancora i carabinieri, i due hanno fatto il bagno al fiume, cercando di ripulire tutta l'area da eventuali tracce: ma per la troppa foga hanno messo insieme alla loro roba anche una scarpa di Ismaele

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Il movente: Ismaele doveva pagare lo sgarro di aver messo gli occhi addosso alla ragazzina 19enne di uno dei suoi assassini. Il fermo per indizi di reato è stato firmato, nel tardo pomeriggio di ieri, dal piemme Irene Lilliu, e, secondo quanto ha confermato il colonnello Sommesse, "ci sono state prime ammissioni da parte di uno dei due albanesi". Secondo la ricostruzione dell'accaduto, Ismaele Lulli non sospettava assolutamente l'agguato: è andato volontariamente all'appuntamento con i due giovani "per fare un bagno al fiume"; li conosceva perfettamente, visto che frequentavano la stessa scuola, per cui non ha sospettato di andare incontro a una morte tanto violenta, quanto ingiustificata. Un taglio secco al collo, una vera e propria esecuzione, che non gli ha dato scampo. Ismaele doveva pagare uno sgarro: aver messo gli occhi addosso alla ragazzina 19enne di uno dei suoi assassini. Una gelosia accecante. Dopo l'omicidio, dicono ancora i carabinieri, i due hanno fatto il bagno al fiume, cercando di ripulire tutta l'area da eventuali tracce: ma per la troppa foga hanno messo insieme alla loro roba anche una scarpa di Ismaele

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Cronaca

Milano, droga agganciata con calamite sotto l’auto: arrestato un 27enne dopo inseguimento [VIDEO]

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La Polizia di Stato ieri pomeriggio a Milano ha arrestato un cittadino marocchino di 27 anni, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli agenti del Commissariato Mecenate, verso le ore 13, nel corso di uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di droga, hanno intensificato l’attività di osservazione e controllo all’interno del Quartiere Ponte Lambro e viale Ungheria dove hanno notato una vettura utilitaria parcheggiata a bordo strada con un uomo in piedi che parlava con il conducente seduto a bordo della stessa.

Una volta avvicinatisi con la vettura civetta, i poliziotti hanno richiesto l’ausilio di una volante perché la vettura attenzionata, risultata intestata a una società di leasing, aveva ripreso la marcia a velocità sostenuta in direzione di via Mecenate.

Ne è nato un inseguimento fino a via Garavaglia, strada senza uscita, dove il conducente è sceso scappando lungo le vie Forlanini, Barigozzi e Via Cossa dove, entrato in un giardino condominiale, è stato preso e sottoposto a controllo: all’ingresso di via Garavaglia, a bordo strada, i poliziotti hanno rinvenuto un involucro in plastica bianco elettrosaldato a palloncino contenente grammi 1,2 di cocaina e, all’interno della vettura che lì aveva abbandonato, una banconota da 50€ nel vano portaoggetti e, sotto la scocca, due scatole in acciaio di caramelle, agganciate mediante alcune calamite, al cui interno vi erano dieci involucri contenenti 10 grammi circa di cocaina.

L’uomo è stato arrestato e posto nelle camere di sicurezza della Questura in attesa di essere giudicato per direttissima.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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Cronaca

Roma, aggressione omofoba in via della Pisana: il racconto di una delle vittime

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“Mercoledì esco assieme ad un amico. Una serata in allegria ci salutiamo e, come il solito, tra amici ci diamo un bacio e da li è iniziata l’aggressione”.
È l’inizio del triste racconto di Gianluca che mercoledì a Roma è stato vittima, assieme ad un amico, di un attacco omofobo da parte di alcuni ragazzi di nazionalità egiziana al grido:
“Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare”.

Non siamo nella periferia della capitale ma in via della Pisana, un quartiere che di certo rappresenta quella che comunemente è definita “Roma bene”.

Una serata davvero da dimenticare per Gianluca ed il suo amico che al di là dell’aggressione verbale vengono colpiti da bottiglie di vetro scagliate con l’intento di fare davvero male ma per fortuna senza troppi danni fisici: “il mio amico, ci dice, il giorno dopo si è trovato le gambe graffiate per i vetri”.

Una vera aggressione squadrista che dimostra, ancora una volta, la troppa insicurezza che percorre la Capitale: “abbiamo sentito un rumore metallico … ci stavano lanciando bottiglie di vetro che poi hanno raggiunto dei segnali stradali quindi ci siamo trovati i vetri addosso, aggiunge Gianluca , e poi in gruppo sono venuti verso di noi urlando”.

Gianluca ed il suo amico hanno sporto denuncia ai Carabinieri perché, ci dice “Queste aggressioni debbono terminare”. E poi aggiunge: “Debbo davvero ringraziare la disponibilità delle forze dell’ordine perché dopo l’aggressione verbale ci siamo immediatamente diretti presso la caserma. Abbiamo raccontato quello che è successo e subito una pattuglia è intervenuta sul posto identificando il gruppo”.

“Addirittura, prosegue, sono stati così cortesi che si sono pure offerti di riaccompagnarci a casa perché la paura che avevamo quel momento era davvero tanta”.

A quanto ci racconta i carabinieri conoscono gli aggressori, già schedati per alcuni precedenti, e, a quanto ci è dato a sapere, delinquenti abituali ma purtroppo, come succede in molte zone della Capitale “non c’erano telecamere”, aggiunge Andrea.

Lo sgomento è tanto perché avviene in una delle zone più tranquille della Capitale ed Gianluca, che vive da tempo a Roma, ci dice con molta tristezza negli occhi che non si era mai trovato in una situazione del genere e la paura ormai lo attanaglia.

Davvero esemplare il comportamento degli uomini dell’Arma dei Carabinieri che dimostrano, ancora una volta, il loro alto senso istituzionale ed umano.

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