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DON MAZZI RIFERISCE: "FABRIZIO CORONA AIUTA E COLLABORA IN CUCINA"

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Tempo di lettura 3 minuti Fa la vita che fanno tutti gli altri ragazzi: si alza alle 6 e mezzo, fa un'ora di educazione fisica, pulisce i gabinetti

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di Angelo Barraco
 
E’ stato chiesto a Don Mazzi, nel corso di un’intervista, come sta Fabrizio Corona e come si trova nella sua nuova situazione, Don Mazzi ha risposto che “Sta lavorando, un 40 per cento è migliorato, ha accettato delle regole ha accettato la mia figura che io non sono poi tanto morbido, fa la vita che fanno tutti gli altri ragazzi: si alza alle 6 e mezzo, fa un'ora di educazione fisica, pulisce i gabinetti, prepara da mangiare”. 
 
Ricordiamo che il 18/08/2015  Fabrizio Corona è uscito dal carcere: lo ha deciso il giudice di sorveglianza di Milano Giovanna Di Rosa che ha accolto l’istanza presentata dai legali dell’ex re dei paparazzi. Corona sarà affidato alla comunità di Don Mazzi e sarà sottoposto ad un programma di recupero presso la comunità Exodus dove dovrà affrontare un programma di reinserimento nella società. Fabrizio Corona ha trascorso tre anni e due mesi in carcere per cumulo di reati, ha potuto usufruire dello sconto di pena pari a 150 giorni per ogni anno che ha trascorso in carcere e per tale motivo è riuscito ad ottenere il recupero in comunità. 
 
Fabrizio Corona, personaggio che ha diviso i salotti televisivi tra innocentisti e colpevolisti, personaggio che negli anni ha ostentato la sua forte personalità anche dinnanzi a Giudici e Magistrati, senza mezze misure e senza freni, né prima né durante il periodo detentivo.
I salottini della tv, gli opinionisti che parlano del caso Corona si dividono tra innocentisti che reputano la condanna di Corona eccessiva e la paragonano ad altri eventi di cronaca nera avvenuti in Italia che hanno avuto una condanna più breve e “generose” conclusioni. Poi ci sono i colpevolisti che approvano la condanna di Corona e la relativa pena che dovrà scontare. Fabrizio Corona era stato condannato dalla Corte Suprema di Cassazione a 14 anni e 9 mesi di reclusione, condanna successivamente ridotta a 9 anni e 8 mesi. L’inchiesta è stata denominata “Vallettopoli” per estorsioni che il “Re dei paparazzi” ha fatto a diversi personaggi del mondo dello spettacolo. 
 
I reati. Fabrizio Corona è stato condannato in via definitiva per: aggressione a pubblico ufficiale, estorsione, tentata estorsione, estorsione aggravata, trattamento illecito di dati personali, detenzione di banconote false, ricettazione di arma da fuoco, violazione di domicilio, appropriazione indebita, corruzione, bancarotta fraudolenta, falso, evasione fiscale. Ha procedimenti in corso per diffamazione, truffa, oltraggio a magistrato, falsa testimonianza, violazione di misure cautelari e detenzione d’arma. E’ stato assolto per evasione fiscale e ricettazione per il caso Francesco Totti (2007-2008) nel processo di Roma denominato “Vallettopoli”. 
 
Le condanne.
– Aggressione a pubblico ufficiale: condanna definitica al risarcimento (2002-2009) 
– Infrazione al codice della strada (2007)
– Processo “Vallettopoli” per estorsione (2007-2013)
– Arresti domiciliari (2007), rinvio a giudizio (2008)
– Caso Lapo Elkann, Francesco Coco e Adriano: condanna definitiva a 1 anno e 5 mesi di reclusione (2009-2011)
– Caso Giardino: Assolto
– Caso Totti: Assolto
– Caso Trezequet: condanna definitiva a 5 anni di reclusione (2010-2013)
 – Portogallo e l'arresto: condanna definitiva a 7 anni e 10 mesi in continuazione (2013)
– Banconote false: 1 anno e 6 mesi in continuazione (2008-2009)
– Bancarotta fraudolenta e frode fiscale: condanna definitiva a 3 anni e 10 mesi (2008-2013)
– Corruzione: condanna definitiva a 1 anno e 2 mesi (2007-2013)
– Ricettazione: assolto (2010)
– Caso Simona Ventura: assolto (2010-2011)
– Caso Baratto: 9 mesi in primo grado (2010)
– Caso Castaldo (2011)
– Violazione di domicilio: risarcimento e ritiro della denuncia (2011-2014)
– Appropriazione indebita: pagamento dei danni e ritiro della denuncia (2011-2013)
– Oltraggio a Magistrato e falsa testimonianza
– Detenzione d’arma da fuoco: 5 mesi e 20 giorni in appello
– Violazione misure cautelari
– Filone di Taranto: 5 mesi in primo grado
– Filone di Lanciano: 25.000 euro di multa
– Evasione fiscale
– Periodo d’imposta anno 2004: condanna definitiva ad 1 anno di carcere (2014)
– Periodo d’imposta anni 2007 e 2008: assolto (2014)
– Falso e corruzione: aumento di pena da 7 anni e 3 mesi a 8 anni e 7 mesi (2014)
 
Il 22 gennaio 2014 il Tribunale del riesame di Milano prende in considerazione la richiesta dei suoi avvocati difensori in quanto Corona soffrirebbe di psicosi, crisi d’ansia e depressione. Dicono addirittura che rischia il suicidio e nei talk show il coro e l’eco rimbalza! Poiché, secondo le perizie, soffrirebbe di un disturbo “borderline”. L’avvocato vuole chiedere la grazia per Corona e che costui possa scontare la sua pena ai domiciliari e svolgendo servizio sociale.

Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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