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di Angelo Barraco
La strage compiuta dal 21enne Dylann Roof ha scosso l’America, ha fatto emergere negli statunitensi la paura per le armi e la paura per la facilità con cui vi è accesso ad esse.
Ma la cosa che fa più paura è la confessione del giovane americano autore della strage di Charleston che ha detto che voleva scatenare una guerra razziale. Il 21enne è entrato in una chiesa nella comunità afroamericana del South Carolina e ha cominciato a sparare e ha ucciso ben 9 persone. Il giovane ha ammesso che il suo gesto è stato spinto dall’odio raziale. Il ragazzo ci pensava da mesi alla strage, circa sei mesi. Il giovane assassino per il suo 21esimo compleanno si era regalato una pistola con il denaro ricevuto dai suoi genitori.
Il Presidente degli Stati Uniti ha commentato la questione con dolore e ha rimesso in discussione il facile accesso alle armi che esiste in America poiché si rifiuta di accettare che questi episodi diventino la “nuova normalità”. Intanto il giovane si trova rinchiuso in isolamento nel carcere di massima sicurezza in North Carolina e su di lui pendono ben nove capi di accusa: dall’omicidio aggravato al possesso di arma. Il ragazzo è apparso in video alla prima udienza del giudice dove ha risposto alle domande dove è rimasto impassibile anche davanti alle parole forti dei parenti delle vittime che in lacrime gli hanno urlato “Ti perdono”, un altro parente di una vittima ha detto “Ti perdoniamo, ma cogli questa opportunità per pentirti”. Il giovane rischia la pena di morte. Intanto Obama dichiara “Dobbiamo muovere l'opinione pubblica sul controllo delle armi. C'è bisogno di un cambiamento nell'atteggiamento, per tutti. Il razzismo resta una piaga che dobbiamo combattere insieme" e che "dobbiamo essere vigili”. Ma andiamo a ritroso nel tempo, l’odio raziale e la voglia insana di sterminare una “razza” inferiore è nota a tutti con le vicende avvenute nella seconda guerra mondiale, quando furono creati i campi di sterminio e Hitler ordinò ai suoi uomini di portare all’interno di quei campi tutti coloro che non appartenevano alla razza pura. Primo Levi scrisse a riguardo: “L'Olocausto è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”. Ma tornando ai fatti avvenuti in America c’è una frase che rappresenta quanto accaduto, ma soprattutto rappresenta i sani principi che molti individui dovrebbero conoscere ma disconoscono a causa dell’errata informazione e/o educazione: “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli.” (Martin Luther King).
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