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COREA, ALLARME MERS: AUMENTA IL NUMERO DELLE VITTIME

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Tempo di lettura 4 minuti L’OMS spiega come potersi proteggere dall’ infezione. Casi di contagio anche in Italia, Cina e Germania

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di M.C.I.

Corea del Sud – Sono 162 i casi d’infezione da Mers segnalati all’OMS a partire dalla scoperta di un nuovo focolaio di contagio in Corea del sud, il 20 maggio. Un caso di contagio riguarda anche la Cina, anche se l’uomo avrebbe contratto il virus in Corea. Diciannove al momento i morti.

Il caso zero in Corea (20 Maggio). La Sindrome Respiratoria medio-orientale (Mers-CoV – Middle East respiratory syndrome coronavirus infection) è una malattia infettiva acuta causata da un nuovo ceppo di coronavirus. Il virus è comparso per la prima volta nel 2012 in Arabia Saudita e negli ultimi anni ha colpito tutto il Medio Oriente. Il nuovo allarme è scattato il 20 maggio scorso, quando è stato segnalato il caso indice di un focolaio in rapida evoluzione. Si tratta di un uomo di 68 anni rientrato in Corea del Sud il 4 maggio dopo un viaggio in Arabia Saudita.

La Corea corre ai ripari. Le istituzioni coreane, in stato di emergenza, cercano di correre ai ripari: il governatore della Banca centrale, Lee Ju-yeol, ha tagliato i tassi d’interesse dall’1,75% all’1,50%, per scongiurare colpi all’economia; la presidentessa sudcoreana Park Geun-hye ha rinviato la visita negli Stati Uniti; il Samsung Medical Center, ospedale della capitale, ha sospeso le operazioni chirurgiche non di emergenza e non accetterà nuovi pazienti, per concentrarsi su come fermare la diffusione del virus dopo che almeno 70 casi di contagio sarebbero stati fatti risalire alla clinica. Turisti in fuga: il governo ha reso noto che 108.000 turisti stranieri hanno cancellato i loro viaggi e ha assicurato che ai turisti infetti dal virus garantirà rimborso viaggio, spese di cura e indennizzo di 3.000 dollari.

Il decesso in Germania. Il 6 giugno, per complicazioni derivate dalla malattia, è deceduto un 65enne in Germania. Aveva contratto il virus in vacanza negli Emirati Arabi.

I casi accertati in Italia. Già nel 2013 la Ministra della salute Beatrice Lorenzin aveva parlato di tre casi non gravi, che risalgono alla prima ondata di diffusione del virus, confermati in Italia: “Abbiamo avuto un caso d'importazione, che ha generato due casi secondari. Fortunatamente le condizioni delle persone coinvolte sono sotto controllo e anche la bambina sta migliorando.” E ancora, aveva annunciato di essere sul punto di monitorare la situazione insieme alle autorità della Toscana. ”Lavoriamo in stretta collaborazione con l'Istituto superiore della sanità. Come già reso noto con le note ministeriali i medici assicurano che questo virus si trasmette da persona a persona esclusivamente attraverso contatti ravvicinati e prolungati”. Al momento non si ha notizia di nuovi contagi.

Come si trasmette il virus? Secondo l’Oms il virus non sembra passare facilmente da persona a persona a meno che per stretto contatto, come fornendo assistenza non protetta a un paziente infetto, o tramite il contatto con goccioline di saliva. Parecchi contagi si sono verificati in strutture sanitarie, soprattutto per pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni inadeguate. Dagli studi effettuati fino ad ora, pare molto più frequente il passaggio del virus dall’animale all’uomo. Probabilmente la concentrazione di casi così elevata in Medio Oriente è legata alle attività di pastorizia e di allevamento di animali come i cammelli e al consumo scorretto di carni poco cotte, derivati non pastorizzati come il latte, urina di cammello. Pare, infatti, che bere la pipì del cammello mescolata col latte sia tradizione consolidata nel mondo islamico, come rimedio per calvizie e malattie, utilizzato dallo stesso Maometto. Fra i pastori locali si può addirittura acquistare e un litro può costare fino a 20 dollari, se di cammella vergine.

I sintomi. I sintomi più comuni nei pazienti con Mers-CoV sono grave sindrome respiratoria acuta, febbre, tosse. Molti pazienti hanno accusato anche polmonite e disturbi gastrointestinali, come diarrea. Alcuni pazienti hanno avuto insufficienza renale e nelle persone con deficit immunitari, la malattia può avere una presentazione atipica.

La prevenzione.
Allo stato attuale non esistono vaccini. È anche vero che alcuni casi di decesso, come quello in Germania, non sembrano direttamente provocati dal virus, ma da ulteriori complicazioni delle condizioni del malato. Secondo il Ministero della sanità le misure di prevenzione dell’infezione sono quelle raccomandate per l’influenza comune: evitare il contatto ravvicinato con chiunque mostri i sintomi della malattia, proteggersi da tosse e starnuti, mantenere una buona igiene di mani e vie respiratorie. Fra le altre misure preventive: evitare carne poco cotta, frutta e verdura non lavate, bevande non imbottigliate. Se ci si ammala durante un viaggio, si deve evitare il contatto con altre persone, starnutire o tossire in un fazzoletto o col gomito flesso, utilizzare una mascherina, gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino da chiudere immediatamente dopo l'uso e lavare spesso le mani con sapone o soluzioni alcoliche.

L’OMS raccomanda. Come precauzione generale, tutti coloro che visitano aziende agricole, mercati, fienili, o altri luoghi in cui sono presenti cammelli e altri animali, dovrebbero praticare misure di igiene generali, tra cui il lavaggio accurato delle mani, evitando il contatto con animali malati. Il consumo di prodotti animali crudi o poco cotti, tra cui latte e carne, comporta un alto rischio d’infezione. Prodotti di origine animale che vengono elaborati previa cottura, pastorizzazione, o altri trattamenti termici, sono sicuri per il consumo, ma dovrebbero essere maneggiati con cura per evitare la contaminazione incrociata con cibi crudi. Sulla base di quanto emerso fin’ora, le persone con diabete, insufficienza renale, malattie polmonari croniche e soggetti immuno compromessi, sono considerati ad alto rischio di contrarre infezione da MERS-CoV. Queste persone dovrebbero evitare il contatto con i cammelli, bere il latte crudo o l’urina di cammello e mangiare carni non adeguatamente cotte.

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Cronaca

Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

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Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

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Cronaca

Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

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Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

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Esteri

Biden pronto ad autorizzare l’uso di armi a lungo raggio dall’Ucraina contro la Russia

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La visita del nuovo premier britannico Keir Starmer a Washington potrebbe segnare una svolta nella strategia militare occidentale.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sarebbe sul punto di approvare l’utilizzo da parte dell’Ucraina di armi occidentali a lungo raggio per colpire obiettivi russi, secondo fonti europee, purché tali armi non siano fornite dagli Stati Uniti. Questo tema cruciale sarà al centro del primo incontro ufficiale tra Biden e il nuovo primo ministro britannico, Keir Starmer, previsto per venerdì alla Casa Bianca.

Londra ha già espresso la propria disponibilità a consentire all’Ucraina di utilizzare i missili a lungo raggio “Storm Shadow” per colpire obiettivi militari russi lontano dal confine ucraino, ma vuole il via libera esplicito di Biden per garantire una strategia coordinata con gli alleati, in particolare con la Francia, che produce un missile simile. Sebbene il presidente degli Stati Uniti non abbia ancora preso una decisione definitiva, ascolterà attentamente l’opinione di Starmer durante l’incontro.

Se Biden darà il via libera, l’Ucraina potrebbe rafforzare le proprie posizioni nelle aree di confine già sottratte alla Russia, come dimostrato durante l’incursione nella regione di Kursk. Tuttavia, il presidente americano ha esitato a permettere l’uso di armi statunitensi in questo contesto, preoccupato dalle possibili ritorsioni della Russia, che potrebbe intensificare la cooperazione con l’Iran per attaccare le forze americane in Medio Oriente.

Giovedì, funzionari della Casa Bianca hanno dichiarato che non è imminente una decisione sull’uso dei missili tattici a lungo raggio di fabbricazione statunitense (ATACMS). Tuttavia, Biden ha lasciato intendere che una maggiore flessibilità potrebbe essere in arrivo, rispondendo martedì alle insistenti richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Stiamo lavorando su questo”.

Il via libera da parte degli Stati Uniti e degli alleati europei all’uso di armi a lungo raggio potrebbe rappresentare l’ultima accelerazione dell’assistenza militare all’Ucraina. Tuttavia, resta da vedere quale sarà la reazione della Russia, che giovedì ha avvertito esplicitamente che l’uso di tali armi richiederebbe l’assistenza tecnica e satellitare occidentale. Questo, secondo il presidente Vladimir Putin, equivarrebbe a un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto.

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