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Con riferimento al caso della maestra sospesa a Catania, fonti Miur fanno sapere che, nell’atto con il quale il dirigente scolastico ha formalizzato il provvedimento disciplinare all’insegnante, Anna Frank non viene mai citata, non essendo affatto oggetto del provvedimento stesso. Collegare la sanzione alla lettura in classe di Anna Frank è, dunque, una fake news. Nel verbale si fa invece riferimento a uno “scappellotto” che la maestra avrebbe dato a un alunno. Le stesse fonti sottolineano che il caso risale allo scorso marzo, mese in cui è stata irrogata la sanzione.
“Picchia mio figlio, lo obbliga a stare in piedi e gli ha fatto saltare la merenda e tratta tematiche politiche in classe con nozioni ‘comuniste'”. E’ l’accusa di una madre di un alunno di terza elementare del Catanese che ha portato alla sospensione della maestra per due giorni. La dirigente puntualizza che la sospensione è relativa solo alloscappellotto che avrebbe dato al ragazzino e non per il presunto plagio politico.
La maestra rigetta tutte le accuse. “Non ha fatto mai politica – contesta il suo legale – ha solo letto il Diario di Anna Frank in classe“.
Il caso è stato reso noto sulla pagina Facebook dell’esponente del Pd Mila Spicola, che ha raccolto “la segnalazione in lacrime della collega” e confermato dal legale della maestra, l’avvocato Dario Fina.
Il provvedimento disciplinare, due giorni di sospensione dal servizio e dallo stipendio per il 27 e il 28 marzo scorsi per l’atteggiamento dell’insegnante nei confronti dell’alunno e non per plagio politico, è stato aperto in seguito alla denuncia alla scuola da parte della madre del bambino dopo che il figlio è tornato a casa dicendo di volere cambiare istituto perché “odia la maestra”.
Secondo la ricostruzione del ragazzino l’insegnante le avrebbe dato uno scappellotto, lo avrebbe costretto a stare in piedi e a saltare la merenda mentre gli altri compagni la facevano.
Accuse messe nero su bianco dalla madre alla dirigente aggiungendo anche gli ‘screenshot’ uno scambio di messaggi su Whatsapp con la maestra e accusandola anche di “plagiare i bambini trattando tematiche politiche in classe” con “nozioni ‘comuniste'”.
La maestra ha contestato tutte le accuse, affermando di avere soltanto letto in classe nel giorno della Shoa pagine dal Diario di Anna Frank. Nel provvedimento disciplinare la dirigente scolastica scrive che sull’accusa di plagio politico, figlia di una dichiarazione non verificabile, “non ci possono essere né censure né correzioni“.
E anche sull’eventuale lettura in classe del Diario di Anna Frank, mai citato nel provvedimento, la dirigente pur sottolineando il “maggiore rischio di emulazione” da parte di “menti ancora non totalmente cresciute” nel renderli partecipi di avvenimenti funesti e luttuosi e sulle terribili modalità” rimette al “giudizio della maestra” se i suoi alunni “abbiano già la coscienza e la consapevolezza necessaria” o se non sia “più opportuno affrontare certi argomenti con alunni un poco più cresciutelli”.
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