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Cronaca

DONATELLA GROSSO: IL TRIBUNALE ARCHIVIA IL CASO

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Tempo di lettura 3 minuti L’Osservatore D’Italia intervisterà l’avvocato Giacomo Frazzitta che assiste la famiglia Grosso in merito alla vicenda

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di Angelo Barraco

Pescara- Donatella Grosso, trentenne di Francavilla al Mare, ma di origini molisane. La ragazza si laurea brillantemente in Lingue a Pescara, vive con i genitori con la quale ha un rapporto meraviglioso e ha una relazione con un ragazzo che si chiama Marco Fioroni. La ragazza tiene molto alla relazione con Marco e fa mille progetti, ma Marco vive quella relazione in modo più leggero poiché frequenta Donatella all’insaputa della sua fidanzata.
 
Il 26 luglio 1996 Donatella scompare e da quel momento di lei si perdono le tracce, ma come scompare Donatella Grosso? La ragazza l’ultima volta viene vista in compagnia del fidanzato che la viene a prendere, i testimoni notano che vengono sistemati due bagagli nel cofano nella Renault 5 del giovane e poi si allontanano, da qui parte il mistero. Partono immediatamente le ricerche ed il primo ad essere interrogato è proprio Marco che dice di non vedere Donatella da quattro giorni prima della scomparsa, ma tale testimonianza verrà smentita poiché i vicini li vedono verso le 23.30. Il giovane allora afferma di averla accompagnata presso la stazione dei treni di Pescara ma di non sapere la destinazione della ragazza, la circostanza però sembra strana poiché la ragazza era molto attaccata al giovare e gle lo avrebbe detto senz’altro.
 
Intanto emerge anche che Marco aveva chiesto a Donatella di non dire niente a nessuno sui loro piano e sui loro viaggi e che avrebbero fatto tutto in segreto, ma la giovane avrebbe detto qualcosa ad un’amica e quindi Marco si sarebbe arrabbiato. L’ultima traccia di Donatella è una lettera inviata alla famiglia, ma tale lettera sembra scritta sotto dettatura o addirittura non scritta da lei. La procura di Chieti ha inizialmente archiviato il caso come scomparsa volontaria, successivamente il tutto è passato alla procura di Pescara. La giovane è stata cercata ma nulla è stato trovato, nemmeno ciò che è stato segnalato dalle telefonate anonime. Intanto le intercettazioni a Marco hanno fatto emergere qualcosa; Marco parla con la sua nuova fidanzata e si sviluppa un dialogo sul caso:
 
fidanzata: Ma tu l’hai frequentata, dai!»
Marco: «Sì, ho capito, ma ti sembra che uno perché frequenta una persona dopo dieci anni deve ancora avere la polizia o i carabinieri, che rompono i …». La fidanzata: «Perché sei stato l’ultimo a vederla».
Marco: «Ho capito però una volta che…»
fidanzata: «Ma possibile che non gli hai chiesto, dove caz… andava?».
Marco: «Glielo ho già chiesto ma non vuo… non voleva rispondere, non è che stiamo a spiegare per telefono tutte ste cose qua!».
fidanzata: «No… però… la cosa… cioè…»
Marco: «Maledetto il giorno che ho accettato di accompagnarla, maledetto a me che… aveva capito che voleva buttarsi…».
fidanzata: «Se venivo con te, le cose non su… ti accompagnavo io, poi ritornavamo alla festa».
Marco: «Ma lo so, ma che discorsi… facevo 23 anni, ero un …. è logico, mi rendo conto pure io, per primo di quello che ho fatto, ma basta, non è che uno può pagare all’infinito, perché ha accompagnato una …».
 
Di recente il Tribunale di Pescara ha disposto l’archiviazione del caso. La famiglia si era opposta all’archiviazione con la necessità di svolgere accurate indagini di carattere scientifico sul francobollo e sulla lettera imbucata dalla stazione di Pescara il 27 luglio 1996. Il gip ha scritto quanto segue nel provvedimento di archiviazione: “la rinnovata e complessa attivita’ investigativa svolta a seguito della riapertura delle indagini il 5 dicembre del 2008 , costituita non solo dagli accertamenti svolti in sede di incidente probatorio sulla lettera spedita la sera della scomparsa di Donatella Grosso, ma da una totale rivisitazione del materiale probatorio gia’ assunto ed approfondimenti investigativi ad ampio raggio, ha offerto risultati che appaiono assolutamente inadeguati per un utile esercizio dell’azione penale in sede dibattimentale.
 
In sostanza, l’attivita’ investigativa svolta dopo la riapertura delle indagini non e’ andata oltre rispetto alle circostanze emerse in occasione delle pregresse indagini. L’ex fidanzato della trentenne è  stata l’ultima persona ad aver visto Donatella Grosso la notte del 26 luglio 1996, accompagnandola in stazione” aggiunge anche “sono state sottoposte a verifica sia la busta (nella parte interna ed esterna) e sia la lettera e campionate sulla busta quattro impronte risultate non utili per confronti dattiloscopici in quanto di limitata estensione e sulla lettera una impronta giudicata utile”.
 
L’Osservatore D’Italia intervisterà l’avvocato Giacomo Frazzitta, che assiste la famiglia Grosso –recentemente è venuto a mancare Mario Grosso-, in merito alla vicenda

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Cronaca

Milano, droga agganciata con calamite sotto l’auto: arrestato un 27enne dopo inseguimento [VIDEO]

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La Polizia di Stato ieri pomeriggio a Milano ha arrestato un cittadino marocchino di 27 anni, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli agenti del Commissariato Mecenate, verso le ore 13, nel corso di uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di droga, hanno intensificato l’attività di osservazione e controllo all’interno del Quartiere Ponte Lambro e viale Ungheria dove hanno notato una vettura utilitaria parcheggiata a bordo strada con un uomo in piedi che parlava con il conducente seduto a bordo della stessa.

Una volta avvicinatisi con la vettura civetta, i poliziotti hanno richiesto l’ausilio di una volante perché la vettura attenzionata, risultata intestata a una società di leasing, aveva ripreso la marcia a velocità sostenuta in direzione di via Mecenate.

Ne è nato un inseguimento fino a via Garavaglia, strada senza uscita, dove il conducente è sceso scappando lungo le vie Forlanini, Barigozzi e Via Cossa dove, entrato in un giardino condominiale, è stato preso e sottoposto a controllo: all’ingresso di via Garavaglia, a bordo strada, i poliziotti hanno rinvenuto un involucro in plastica bianco elettrosaldato a palloncino contenente grammi 1,2 di cocaina e, all’interno della vettura che lì aveva abbandonato, una banconota da 50€ nel vano portaoggetti e, sotto la scocca, due scatole in acciaio di caramelle, agganciate mediante alcune calamite, al cui interno vi erano dieci involucri contenenti 10 grammi circa di cocaina.

L’uomo è stato arrestato e posto nelle camere di sicurezza della Questura in attesa di essere giudicato per direttissima.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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Cronaca

Roma, aggressione omofoba in via della Pisana: il racconto di una delle vittime

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“Mercoledì esco assieme ad un amico. Una serata in allegria ci salutiamo e, come il solito, tra amici ci diamo un bacio e da li è iniziata l’aggressione”.
È l’inizio del triste racconto di Gianluca che mercoledì a Roma è stato vittima, assieme ad un amico, di un attacco omofobo da parte di alcuni ragazzi di nazionalità egiziana al grido:
“Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare”.

Non siamo nella periferia della capitale ma in via della Pisana, un quartiere che di certo rappresenta quella che comunemente è definita “Roma bene”.

Una serata davvero da dimenticare per Gianluca ed il suo amico che al di là dell’aggressione verbale vengono colpiti da bottiglie di vetro scagliate con l’intento di fare davvero male ma per fortuna senza troppi danni fisici: “il mio amico, ci dice, il giorno dopo si è trovato le gambe graffiate per i vetri”.

Una vera aggressione squadrista che dimostra, ancora una volta, la troppa insicurezza che percorre la Capitale: “abbiamo sentito un rumore metallico … ci stavano lanciando bottiglie di vetro che poi hanno raggiunto dei segnali stradali quindi ci siamo trovati i vetri addosso, aggiunge Gianluca , e poi in gruppo sono venuti verso di noi urlando”.

Gianluca ed il suo amico hanno sporto denuncia ai Carabinieri perché, ci dice “Queste aggressioni debbono terminare”. E poi aggiunge: “Debbo davvero ringraziare la disponibilità delle forze dell’ordine perché dopo l’aggressione verbale ci siamo immediatamente diretti presso la caserma. Abbiamo raccontato quello che è successo e subito una pattuglia è intervenuta sul posto identificando il gruppo”.

“Addirittura, prosegue, sono stati così cortesi che si sono pure offerti di riaccompagnarci a casa perché la paura che avevamo quel momento era davvero tanta”.

A quanto ci racconta i carabinieri conoscono gli aggressori, già schedati per alcuni precedenti, e, a quanto ci è dato a sapere, delinquenti abituali ma purtroppo, come succede in molte zone della Capitale “non c’erano telecamere”, aggiunge Andrea.

Lo sgomento è tanto perché avviene in una delle zone più tranquille della Capitale ed Gianluca, che vive da tempo a Roma, ci dice con molta tristezza negli occhi che non si era mai trovato in una situazione del genere e la paura ormai lo attanaglia.

Davvero esemplare il comportamento degli uomini dell’Arma dei Carabinieri che dimostrano, ancora una volta, il loro alto senso istituzionale ed umano.

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