Come anticipato la puntata scorsa, (20 aprile 2015) la rubrica “Il mondo dei suoni” si prefigge lo scopo e l’interesse di confrontare esperienze, attività ed eventi, ma anche di aprire delle discussioni riguardo alcune tematiche estetiche, inerenti la nostra materia. Quest’oggi l’argomento di cui tratteremo riguarda il rapporto tra musica e tecnologia e la sua continua mutazione. E’ innegabile oggi giorno la presenza e l’importanza della tecnologia nella nostra società.
Partendo quindi dalla creazione, passando per l’esecuzione sino alla riproduzione e condivisione del materiale sonoro , tutta la musica di oggi è dominata dalla tecnologia. Tutto questo potrebbe sembrare frutto di una recente condizione storica, in realtà il fenomeno ha origini ben più radicate.
Riguardo la riproduzione sonora , con le dovute distinzioni storiche, uno dei primi esempi è il carillon, un strumento che riproduce musica facendo vibrare, delle lamelle di acciaio. Quindi uno strumento musicale automatico creato nel XIX secolo, simbolo di un primitivo concetto di riproduzione. Non siamo qui di certo a narrare la storia degli strumenti musicali, ma l’esempio sopra citato ci fa capire una delle possibili origini della tecnologia musicale . Più tardi nel Novecento ci fu un’evoluzione del fenomeno che si accentuò soprattutto negli ultimi decenni del secolo. La tecnologia oggi è di supporto al musicista. Penso alla notazione, ai tempi di scrittura, stampa, impaginazione, di fatto molto più rapidi. Inoltre gli ormai famosi strumenti virtuali o virtual instruments, utilizzati moltissimo nella musica per film, pop, commerciale, ecc., rappresentano una quasi perfetta riproduzione dei veri strumenti musicali, con i relativi vantaggi e svantaggi. La registrazione poi, è lo strumento per fissare l’esecuzione perfetta, cui sono stati promotori eccellenti artisti, uno fra tutti, il pianista canadese Glenn Gould, il quale a partire dal 1964 smise di suonare in pubblico per dedicarsi, attraverso la registrazione sonora, alla perfezione del suono e dell’interpretazione. Inoltre da qualche decennio, la tecnologia è divenuta ancor più indipendente, entrando persino nella musica colta al fianco di strumenti musicali veri.
Essa non si è fermata qui, ma si è evoluta diventando assoluta protagonista nel campo della musica elettronica. Da qui ci si può domandare. Perché si è arrivati fino a questo, forse per ricercare la novità di questo secolo?
Non sarebbe sbagliato visto che da sempre nella musica i compositori hanno ricercato la novità e in nome della quale, in alcuni periodi storici, hanno persino rinnegato tutto quello che li precedeva. Oppure, si è arrivati a questo per raggiungere la perfezione musicale assoluta?
In questo caso la questione sarebbe molto più spinosa. Comunque la sensazione diffusa oggi è che la musica sia diventata una cosa comoda, oserei dire priva di difficoltà. Ti siedi davanti al computer e il gioco è fatto.
Curioso però che nonostante questa “comodità” nel creare musica, oggi ci sia una crisi ed una povertà musicale globale in cui questa comodità a quanto pare poco serve. Come in tutte le valide questioni ci sono pro e contro ma a questo punto la domanda sorge spontanea: dove ci porterà tutto ciò?
Vi invito a commentare a contattarmi per parlare dell’argomento che sarà ripreso e aggiornato più avanti. Ricordo che potete contattarmi per progetti, proposte, interviste e info scrivendo a difilippomichele@yahoo.it