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Cronaca

FOGGIA: UCCIDE LA MOGLIE E LA VEGLIA PER TRE GIORNI

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Tempo di lettura < 1 minuto I figli hanno convinto il padre a costituirsi ed è stato così che l’uomo si è recato presso la questura di Foggia e ha confessato l’omicidio della moglie

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di Angelo Barraco

Foggia – Un uomo di 55 anni, tale Domenico Luciano, di professione panettiere, ha ucciso la moglie circa tre o quattro giorni fa e ne ha vegliato il corpo fino a quando i figli, che non vivevano con l’uomo, giunti sul posto si sono accorti della tragica scena e hanno scoperto il tragico omicidio. I figli hanno convinto il padre a costituirsi ed è stato così che l’uomo si è recato presso la questura di Foggia e ha confessato l’omicidio della moglie, Lucia Pompa Palumbo, di 48 anni. Adesso l’autopsia dovrà accertare le cause della morte. Questo caso di cadavere in casa vegliato, porta alla mente la tragica storia avvenuta nel centro di Salerno, in cui un pensionato era morto da circa un mese ma nessuno ne aveva comunicato il decesso. la tragica scoperta è stata fatta dai Carabinieri che sono stati avvertiti da un parente. I militari che hanno fatto irruzione nell’abitazione dell’uomo si sono trovati dinnanzi a loro una scena agghiacciante; l’uomo era sdraiato su una sedia ed aveva una coperta addosso, la situazione igienico-sanitaria all’interno dell’appartamento era disastrosa poiché per impedire che i vermi e gli insetti della decomposizione uscissero dalla stanza da letto, sono state sigillate le fessure con dei sacchetti di plastica. A creare quell’agghiacciante situazione sono state le due figlie dell’uomo defunto, una di 48 e una di 50 anni, con problemi psichici. La stanza è stata trasformata in una vera e propria cappella funeraria con fiori e vi era un odore nauseabondo. Il sostituto procuratore di Lecce Stefania Mininni ha aperto un’inchiesta per occultamento di cadavere ed ha affidato al medico legale Alberto Tortorella l’incarico di effettuare l’esame esterno, il pm valuterà se indagarle o meno. 

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Cronaca

In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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