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Editoriali

RENZI E LA LEGGE ELETTORALE. ULTIMO ATTO?

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di Silvio Rossi

 

La legge elettorale sta diventando il vero punto di fuoco dell’azione governativa. Renzi si sta giocando tutto sull’approvazione dell’Italicum, la legge che stabilirà i metodi di composizione della prossima assemblea legislativa.
Una scelta coraggiosa, perché in parlamento sono più i contrari che i favorevoli alla proposta governativa. Per motivi diversi, stanno però tutti schierandosi contro la riforma partorita al Nazzareno durante gli incontri con Berlusconi.
Le opposizioni sono ferme nell’opposizione al progetto di legge, e soprattutto sono contrarie alla possibilità paventate di inserire il voto di fiducia per l’approvazione del testo governativo. Forza Italia, Lega e Sel hanno inviato ognuna una lettera al presidente Mattarella, in cui evocano un golpe nel caso di blindatura del testo. Fratelli d’Italia ha annunciato un’iniziativa analoga.
A far paura al Primo Ministro è però l’atteggiamento della minoranza interna. Le posizioni sono distanti, la possibilità di una mediazione è esclusa. Renzi vuole arrivare alle regionali col trofeo della legge approvata. Perché rimandare la discussione sul sistema di voto, anche se non cambierebbe nulla sotto il punto di vista dell’impatto istituzionale, specialmente se la legislatura arriva alla scadenza naturale.
Avere la legge approvata però serve a confermare l’immagine del premier decisionista. Serve a dargli la possibilità di dire che mentre gli altri parlano, lui fa i fatti. Proprio per questo motivo, pur di arrivare al risultato, è disposto a tutto, anche se preferisce giungere al voto senza porre la fiducia, e per questo sposta la votazione nel partito all’Assemblea Nazionale, chiedendo successivamente ai “suoi” deputati e senatori di rispettare il voto del PD, in una nuova forma di centralismo democratico.
Una fiducia che nessuno vuole, ma che pesantemente entra nel dibattito politico. Si rievocano i fantasmi del 1953, quando la “legge truffa” voluta dal segretario della DC, Alcide de Gasperi, per bloccare le opposizioni di destra e sinistra. Un tentativo che avrebbe dovuto mietere molte vittime, ma che ha nuociuto solo al suo ideatore.

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