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di Angelo Barraco
Roma – La sesta sezione penale della Cassazione ha confermato la prescrizione del reato di rivelazione di segreto di ufficio contestata a Silvio Berlusconi e Paolo Berlusconi, rigettando i ricorsi che aveva presentato la difesa. Il fulcro del processo era la pubblicazione dell’intercettazione sul quotidiano “Il Giornale” il 31 dicembre 2005. Tale intercettazione era coperta dal segreto e in tale conversazione vi fu lo scambio della famosa frase “abbiamo una banca” tra Pietro Fassino e Giovanni Consorte, ex presidente dell’Unipol. E’ stata confermata la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 31 marzo dell’anno scorso con il quale era stato dichiarato di non dover procedere per avvenuta prescrizione. Le difese hanno chiesto un proscioglimento poiché Silvio Berlusconi aveva subito una condanna in primo grado a un anno di reclusione e suo fratello Paolo Berlusconi invece a due anni e tre mesi di reclusione. Confermato dalla Suprema Corte anche il risarcimento di 80.000 euro in favore di Piero Fassino, attuale sindaco di Torino e parte lesa in questo processo per la pubblicazione illegittima della telefonata.
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