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di Maurizio Costa
Tikrit (Iraq)
– L'esercito iracheno ha strappato la città di Tikrit dalle mani dell'autoproclamato califfato islamico dell'Isis. La città era stata conquistata dai miliziani a giugno, con l'obiettivo di espandere i territori controllati dallo Stato Islamico.
A riferire la notizia è stato il primo ministro dell'Iraq, Haider al-Abadi, che, durante un intervento alla televisione 'Iraqiya TV', ha dichiarato che l'operazione è andata a buon fine.
La città che ha dato i natali a Saddam Hussein adesso è nelle mani dell'esercito iracheno, che, grazie ai bombardamenti dei giorni scorsi da parte dei caccia statunitensi, è riuscito a togliere le bandiere nere dell'Isis per sostituirle con quelle dell'Iraq.
L'esercito, però, avanza lentamente all'interno della città, poiché i miliziani, prima di abbandonare Tikrit, hanno piazzato delle trappole: molti palazzi potrebbero esplodere perché riempiti di bombe che si innescano attraverso delle luci al led. Anche i cadaveri che riempiono le strade della città potrebbero contenere dell'esplosivo.
"Il successo dell'operazione di Tikrit potrebbe essere ripetuto in altri settori – ha dichiarato al-Abadi -. I risultati ottenuti suono buoni. Le perdite per l'esercito iracheno sono state bassissime – ha proseguito il primo ministro – e abbiamo cercato di proteggere tutti i civili".
L'autoproclamato Stato Islamico aveva cominciato ad abbandonare Tikrit anche grazie ad alcuni camuffamenti: alcuni miliziani hanno cercato di abbandonare la città travestiti da donna. I jihadisti hanno usufruito proprio della sharia, che non permette la cattura delle donne in zone di guerra.
L'operazione di Tikrit fa capire come il sedicente califfato dell'Isis possa soccombere davanti all'avanzata congiunta degli aerei americani e dell'esercito iracheno. La strada è ancora lunga, ma la frammentazione delle truppe dell'Isis può portare a dei buoni risultati per le truppe alleate.
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