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MARINA MILITARE, PDM: "ALLARME SALUTE PER I MARINAI, FERMARE IMMEDIATAMENTE LE NAVI DELLA MARINA MILITARE"

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"Possibili gravi rischi per la salute dei Marinai. Dopo tre anni una richiesta di Nave Elettra smentisce sottosegretario di Stato su questione analisi dell'acqua destinata al consumo umano a bordo delle navi della Marina militare".

 

di Luca Marco Comellini – Segretario del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm)

Il 30 agosto 2012, a seguito della segnalazione sulla presenza di sostanze contaminanti e cancerogene disciolte nell'acqua destinata al consumo umano (trialometani e idrocarburi) su una unità navale della Marina militare, il deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Pdm, depositò una interrogazione al Ministro della difesa per conoscere lo stato di efficienza degli impianti di potabilizzazione e sulla tipologia e frequenza dei controlli delle acque di bordo, impiegate sia per uso lavanda che per scopi alimentari.

Sin da subito il riscontro di sostanze cancerogene avrebbe dovuto destare l'interesse del personale militare, di ogni ordine e grado, al fine di verificare, anche attraverso i propri rappresentanti, che l'amministrazione datoriale applicasse correttamente le norme vigenti in materia di tutela della salute e salubrità degli ambienti di lavoro.

Purtroppo il senso della legalità spesso difetta nell'amministrazione militare, soprattutto quando il rischio lo corre la truppa. Infatti, all'interrogazione parlamentare sull'acqua "data a bere ai marinai" l'immediata risposta dell'allora sottosegretario alla Difesa Filippo Milone ammetteva il riscontro casuale delle sostanze cancerogene ma ribadì che sulle unità navali della Marina militare sono effettuati controlli dell'acqua periodici – di massima, con cadenza semestrale – presso i laboratori militari certificati e che, in riferimento all'accaduto, il Ministero della salute non ritenne necessario realizzare ulteriori specifiche d'informazione e comunicazione sui rischi derivanti da contaminanti disciolti nelle acque.

A distanza di quasi tre anni, però, a smentire clamorosamente il sottosegretario Milone, in merito alla rassicurante disponibilità di idonei laboratori certificati, è proprio il Comando della Squadra Navale (CINCNAV), che prende atto dell'indisponibilità nella base di La Spezia di idonee attrezzature di laboratorio per effettuare le analisi chimiche a verifica della conformità delle acque di bordo ed assicura, a seguito di specifica richiesta presentata da Nave Elettra, la copertura finanziaria per l'esecuzione delle analisi presso laboratori esterni.

Il Comandante di della Squadra Navale all'epoca della presentazione dell'atto di sindacato ispettivo era l'ammiraglio Giuseppe de Giorgi, attualmente Capo di stato maggiore della Marina militare.

Il PDM ritiene che l'indisponibilità di idonee attrezzature di laboratorio per le analisi delle acque nella sede di La Spezia e, presumibilmente anche nelle altre sedi della forza armata, sia l'ennesima conferma della situazione di pericolo a cui sono stati costantemente esposti i marinai imbarcati sulle unità navali della Marina militare nel corso di questi anni e per questo motivo riteniamo necessario che il Ministro della difesa Roberta Pinotti riferisca immediatamente al Parlamento e che la Procura di La Spezia accerti immediatamente le eventuali violazioni delle norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e, quindi, le responsabilità del datore di lavoro in merito al rischio a cui è stato sottoposto il personale militare che ha prestato e presta servizio sulle navi della Marina militare.

Occorre inoltre, con la massima urgenza, che il Ministro disponga immediati controlli su tutte le unità navali attualmente in dotazione alla forza armata, dandone immediato riscontro al Ministero della salute per la supervisione dei risultati ed per una tempestiva analisi dei rischi per la salute del personale attualmente imbarcato. Fino al termine degli accertamenti le navi della Marina militare dovrebbero essere fermate nelle rispettive sedi.