Tempo di lettura 2minutiNumerosi i temi affrontati dal pontefice: dal matrimonio sempre più in crisi, alla colonizzazione biologica, all'amore per gli anziani, al lavoro per i giovani
di Christian Montagna Napoli – Sono trascorse poche ore e già si sente la mancanza di quella bellissima aria di festa che sabato scorso si respirava a Napoli. Papa Francesco Bergoglio ha scelto di visitare il capoluogo campano sfidando le psicosi da panico susseguitesi in questi giorni dopo gli attacchi terroristici di Tunisi. La paura e l'ansia hanno accompagnato i napoletani in questi giorni precedenti al grande evento, ma, per fortuna, tutto è andato alla grande.
Un'organizzazione quasi impeccabile che ha permesso alle migliaia di fedeli di potersi godere questo giorno a pieno senza intoppi. Forze dell'ordine, protezione civile, croce rossa, artificieri, guardia costiera, c'erano davvero tutti.
Dopo aver visitato Scampia, Piazza del Plebiscito e il Duomo, il pontefice ha pranzato con i detenuti di Poggioreale e nel pomeriggio è stato sul Lungomare Caracciolo. Proprio qui, dalle 13 ieri, cominciavano a crearsi le fila di fedeli in attesa dell'arrivo del Papa alle 17.15. Transennato l'intero lungomare, è stato concesso alla Papa mobile di percorrere due volte il tragitto in modo da poter essere visto da tutti. Una grande emozione, lacrime e urla di gioia per aver realizzato quello che per molti è stato un sogno da sempre. Giovani, bambini, adulti, anziani, persone invalide, stranieri: tra le fila dei fedeli c'erano proprio tutti. Un palco allestito alla rotonda Diaz ha permesso al Papa di poter rispondere alle domande dei fedeli che si alternavano. Vagando tra la gente, ci è da subito apparsa in modo evidente la grande stima che tutti hanno riposto in Francesco, considerato umile e vicino alla povera gente. Alle 17.30 il Papa è salito sul palco e ha risposto alle domande prima di un'anziana 95 enne, poi di una coppia di coniugi e infine di alcuni giovani. Numerosi i temi affrontati dal pontefice: dal matrimonio sempre più in crisi, alla colonizzazione biologica, all'amore per gli anziani, al lavoro per i giovani.
"Un popolo che non cura i giovani e gli anziani non ha futuro" e "Gli anziani sono il buon vino per la società che serve ai giovani": sono queste le frasi con cui il pontefice ripetutamente ha affrontato il discorso sugli anziani. Conclusosi alle 18 circa, il Papa ha recitato la preghiera dell'Ave Maria, invitando i presenti a pregare oltre che per lui anche per i giovani. Ringraziando poi per la calorosa accoglienza ha così salutato i fedeli: "A' Maronn v'accumpagn".